IV.

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Tutto è andato a Puttane.

Il rimbombo delle sirene disturba le orecchie di Benedetta, si guarda intorno cercando disperatamente la migliore amica.
«Arij?» prova a chiamare in mezzo alla confusione, il via vai dei detenuti non aiuta di certo. «Arij!»
Gruppi di poliziotti escono dalle porte per placare i criminali prigionieri, manette e manganelli contrastano pugni e sputi  mentre scoppia il caos.

E pensare che fino a 10 minuti prima la situazione era abbastanza tranquilla, le ragazze erano riuscite a passare senza troppi intoppi e salutarono addirittura  un vecchio collega,Thomas,che conoscevano dai tempi dell’Accademia per poi separarsi.Tom aveva intrapreso la carriera di guardia penitenziaria.
Arij compilava i moduli per certificare la loro visita mentre Benedetta con la coda dell’occhio notava uno strano passaparola tra le guardie, i poliziotti sembravano parecchio nervosi e Benedetta  storse  il naso a quella vista, lentamente si avvicinò al vecchio compagno. non interruppe mai  il contatto visivo con gli altri membri e bisbigliò «Tom  ci sono problemi?», l’uomo va per rispondere ma un collega si avvicina.
«Ellis, sei richiesto di fronte alla cella 164» Tom  guardò il suo superiore e annuisce rispettando l'ordine, si scusa con Benedetta e si congeda correndo lungo il corridoio.
Arij raggiunse Benedetta con i moduli compilati in mano e le  due si incamminarono verso la loro direzione, Arij fissa l’orologio sulla parete.
«orario di pranzo, sarà in mensa insieme a tutti gli altri..» l’amica annuì è svoltarono verso destra, entrando nella grande sala osservarono i detenuti mangiare nei tavoli, volti grotteschi e  Tozzi accompagnati da visi scavati e magri erano accomunati da una sola cosa, lo sguardo triste per non avere più libertà.
Un brivido percorse la schiena di Arij ma  riprese a camminare, i carcerati guardavano la donna passare tra di loro alla ricerca di qualcuno, scrutava in maniera meticolosa fino a quando  trovò il tavolo giusto . i suoi passi riecheggiarono mentre si avvicinò all'uomo, che lascia andare la forchetta mentre sorride alla vecchia conoscenza.

«Sei venuta a trovarmi»  il ghigno sul volto di Gebry le diede sui nervi.
«Non è una visita di piacere»  rispose distrattamente  e questo fece quasi vacillare il sorriso sicuro di Marco, Benedetta si avvicina con lunghe falcate torreggiando su di lui.
«Marco siamo  venute qui per farti  delle domande.»

Benedetta dichiara professionalmente. questo procuró una risata amara da parte di Gebry.

«prima voi e quel coglione di Franz mi sbattete in questo posto di merda  e adesso venite a piangere da me per delle risposte? Cazzo, siete proprio disperate»

Benedetta scatta ma venne fermata da Arij, che scosse la testa, l’altra donna sospira e si calma. Arij riprese parola

«abbiamo bisogno della tua collaborazione, questo potrebbe aiutarti con uno sconto di pena…» Arij quasi emise un suono di vittoria quando notò l’attenzione di Marco.
«se il processo viene riaperto potrebbe essere un vantaggio anche per te.. se confessi che Sim-»
L’atteggiamento di Gebry mutò all’istante, la sua espressione seria mentre interruppe l’ex amica.

«Parli solo come se ci fossi stato solo io quella notte!» il suo tono aspro fece quasi sobbalzare Arij.
«c'erano Diego, Martina, Simone e pure Phy! Ma vieni comunque a rompere le palle a me dopo mesi di processo perché non ti va giù che sia stato imprigionato pure il tuo prezioso Simoski., ti dirò di più , tuo cugino era il primo che ha collaborato nel piano! Tutti quelli che siamo finiti qui dentro ce lo meritiamo ma Phy.... Phy Se l’è cavata senza nemmeno un processo solo perché ha cantato!»
Benedetta si avvicina guardandolo in maniera pericolosa
«attento a come le parli oppure ti aggravo la pena per oltraggio a guardie ufficiali.» lei avverte mentre prende una sedia e si ci siede a cavallo, appoggiando i gomiti sullo schienale osserva con astio l’uomo con la divisa arancione.
«abbiamo bisogno chiarimenti di quella notte, sono emerse delle prove che vanno a favore del cugino di Arij. Ti stiamo proponendo uno sconto di pena per portare il  tuo viscido culo fuori di qui al più presto possibile. Hai un accusa di omicidio alle spalle ed altri 15 anni ancora da scontare ma sei talmente rincoglionito che pur di farmi uno sgarbo decidi spudoratamente di non collaborare» Benedetta prese fiato, calmandosi un po’ mentre riprese a parlare.
«Non vuoi aiutarmi? va bene, accomodati pure. lavorerò giorno e notte al caso fino a quando non troverò prove sufficienti anche senza che tu non abbia  suggerito una sillaba, ma tu intanto rimarrai qui per altri anni preoccupandoti di non far scivolare una saponetta mentre ti lavi. Non sono io quella messa alle strette.»
Gebry la guardò con aria di sottomissione, sapeva che aveva ragione..

«mi hai puntato una pistola nella fronte e non me lo dimenticherò mai..»
l’ultima affermazione ha un peso enorme sulle spalle di tutti e tre, Arij si guarda le scarpe. Benedetta è seria come non mai.

«se non fosse stato per Chadi non sarei nemmeno qui a parlare adesso..» Benedetta chiuse gli occhi, ingoiando la saliva. Arij sollevò lo sguardo.
«Benedetta..» si avvicina all’amica, che gira la testa incontrando il suo sguardo
«Va tutto bene» annuisce «Tutto apposto non preoccuparti»
Marco espirò dalle narici,spostando lo sguardo dal tavolo di fronte a lui alla poliziotta.
«Non ho niente da dirvi.»
Benedetta ed Arij si guardarono alzandosi lentamente.
«Verremo un’altra volta.. poi basta» Marco annuisce mentre le ragazze si incamminano al di fuori della sala, Benedetta sbatté un pugno al muro per la forte rabbia, passandosi  una mano tra i capelli.
«Cazzo,Cazzo Cazzo!..»
Arij è amareggiata ed arrabbiata per la sconfitta ma ancora fiduciosa per il caso, forse è stato destino il rinvio delle vacanze.. non può essere finita, non ancora perlomeno…

Improvvisamente nel corridoio suona l’allarme, le ragazze indietreggiano spaventate quando vedono detenuti correre verso le porte provando a sfondarle.. Quando escono i poliziotti  dalle porte  Arij afferra istintivamente per il braccio un cadetto giovane.
«Che succede?» l'uomo si lecca le labbra mentre respira nervosamente, guardando le uscite
«un gruppo di detenuti è evaso, signore entrambe dovete andarvene da qui, non è sicuro per voi.»
Arij trascina via Benedetta cercando una via d’uscita lungo i corridoi quando improvvisamente le due si separano, la prima  era riuscita ad arrivare a pochi passi dal cancello di ingresso per poi imprecare e fare marcia indietro cercando Benedetta.

I  passi sono svelti, il suo respiro è corto e gli occhi rimangono vigilanti..
«Sben dove cazzo sei..» .

𝗟𝗲𝗴𝗮𝗺𝗶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora