Capitolo 9 : Sono proprio qui.

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Mi stava nascondendo qualcosa, era certo ormai, il ragazzo delle mie visioni doveva essere lui. Eppure non aveva senso, niente di tutti quei riferimenti sembrava avere un collegamento logico con la mia vita da umana.

Magari anche lui era morto da poco tempo, magari faceva parte del mio paese e avevamo avuto una relazione, o qualcosa di simile.

Sembrava essere l'unica spiegazione possibile, ma anche in quel modo dei pezzi di puzzle rimanevano sospesi, impossibili da incastrare, per quanto mi impegnassi.

L'intera situazione mi stava mandando fuori di testa, sapevo di avere perso molto altro nel momento in cui la mia memoria se n'era andata.

E forse quel qualcosa che avevo perso, a differenza dei miei ricordi, non l'avrei mai recuperata.

Era tutto ciò a cui riuscivo a pensare, mentre quella mattina ci dirigevamo di nuovo verso il paese, in cerca della misteriosa ragazza.

Avevo come la sensazione che venire sulla terra avesse raggiunto scopi completamente diversi da quelli iniziali, scopi di cui neanche io avevo la minima idea.

Ma chiederlo ad Alex ormai sarebbe stato tempo perso, visto che aveva la fastidiosa abitudine di lasciare le mie domande irrisposte.

I suoi occhi però ogni tanto lasciavano trapelare qualcosa, un'emozione che non riuscivo a decifrare.

C'erano dei momenti in cui dava la sensazione di essere perso in un altro mondo, immerso nei suoi pensieri.

Altre volte il modo in cui mi guardava era familiare, come se fossi qualcosa che conoscesse molto bene, ma ormai una battaglia lontana, persa molto tempo fa.

Ed io? Cosa provavo nei suoi confronti?

Una parte del mio cuore era attratta da lui, come se fino a quel momento fossi stata incompleta e quella voragine nel mio petto si riempisse con il ragazzo al mio fianco.

Non potevo ignorare ciò che provavo, non riuscivo a fare finta di non sentire il sollievo ogni volta che lui era al mio fianco.

Per non parlare di quell'improvviso bisogno di lui, che cresceva e cresceva a mano a mano che passavamo del tempo insieme.

Lanciai uno sguardo di traverso ad Alex, quel ragazzo sarebbe stata la mia rovina.

Mi stavo attaccando affettivamente ad una persona, il che mi rendeva vulnerabile, perché significava che stavo imparando a fidarmi di qualcun altro che non fosse me stessa.

Non solo, quel sentimento nel mio petto...

Era forse amore?


Una volta tornati al paese non avevamo più alcuna traccia da seguire, era difficile capire come trovare la ragazza.

<<Forse dovremmo tornare al cimitero>> provò a proporre Alex.

Lo guardai realizzando quanto entrambi ci sentissimo sperduti, il rosso si sistemò lo zaino sulle spalle sibilando di dolore.

Dall'espressione del suo viso era evidente che stava soffrendo, ed io non riuscivo ad ignorare quella consapevolezza.

<<Dallo a me, lo porto io>>

Alex si girò improvvisamente verso di me, aggrottando le sopracciglia.

<<Lo zaino>> specificai.

Lo sentii sospirare, poi riprese a camminare, per la strada che constatai fosse quella per il cimitero.

<<Ti vedo, non sono cieca e nemmeno stupida, so che fa male>>

Lo vidi alzare un sopracciglio, improvvisamente divertito.

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