Epilogo : Tutto ciò che è passato.

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Alexander


Angel era lì, tra le mie braccia, la sua testa era appoggiata sul mio petto mentre le accarezzavo delicatamente i capelli.

Davanti a noi il sole si stava ormai nascondendo dietro la distesa d'acqua marina, lasciando sfumature rosee a colorare il cielo. La spiaggia era sempre stata il posto migliore per osservare quel tipo di spettacolo.

Prima che lei se ne andasse, prima che i miei fratelli prendessero il controllo, quando tutto era normale, eravamo soliti a farlo spesso: osservare il tramonto insieme, e a rimanere accoccolati fino all'alba.

Mi era mancata, aveva fatto male perderla, separarci era stata l'esperienza più dolorosa di tutta la mia vita. Vederla soffrire, lottare per la sua vita mentre io non potevo fare altro che aspettare, mi aveva ucciso dentro.

Ma lei era tornata da me dopo soli sedici anni nella sua vita da umana, in un modo terribile. Se avessi saputo che Duncan fosse stato il responsabile di tutto quel dolore... non ci avrei pensato due volte ad uccidere quello stronzo. Certo, ci eravamo ritrovati in fretta, ma avrei aspettato quaranta, cinquanta, ottant'anni e anche cento se questo fosse servito a risparmiarle quell'infinita sofferenza.

Il mio piccolo angelo, dalla statura minuta ma con una forza immensa, e non mi riferivo soltanto ai suoi poteri.

Inizialmente ero stato costretto ad essere crudele con lei, a ribattere e provocarla in continuazione, non era mai stato semplice.

Avevo dovuto interpretare un ruolo che non era il mio, cambiare identità per non destare sospetti. Il ragazzino che fingevo di essere non era buono, non si imponeva obblighi di tipo morale, eppure forse era stato fin troppo semplice prima che lei tornasse.

Poi però avevo visto in prima persona come non mi riconoscesse più, come nel suo sguardo c'era sempre una sorta di disprezzo ogni volta che mi guardava, come se la sua fiducia nei miei confronti non fosse mai esistita.

Sapevo che non era colpa sua, che lei al tempo non conosceva nemmeno sé stessa ed era in difficoltà, stava solo cercando di guarire. Ma sapere che, anche se temporaneamente, tutti i suoi ricordi di noi due erano svaniti nel nulla, era stato un incubo a cui avevo avuto timore non esistesse risveglio.

Ero riuscito a conservarli, Pàn li aveva tenuti con sé nel momenti in cui glieli aveva sottratti, così come i suoi poteri, la sua vera identità da angelo.

Non avevo potuto dirle niente al riguardo, nemmeno una volta sulla terra, sapevo che, per come fosse progettato l'obliviscor, se lo avessi fatto la sua memoria sarebbe stata resettata per l'ennesima volta.

Era stata una tortura, non ero abituato a nasconderle niente, e nel farlo mi ero sentito come se avessi tradito la sua fiducia.

Angel trasse un lungo respiro tra le mie braccia e lentamente riaprì gli occhi, nel vedermi si strinse ancora di più nel mio petto. Sorrisi posandole un bacio sulla fronte.

La mia fiamma gemella, la persona che più amavo al mondo, e che più di una volta avevo pensato di aver perso per sempre.

Ma lei adesso era lì, stava bene anche dopo aver sofferto così tante atrocità... Sapevo che non sarebbe mai tornata quella di una volta, e andava bene così, aveva scoperto una parte di sé stessa prima sconosciuta.

E ciò non fece che portarmi ad amarla ancora di più, ad aprezzare ogni singola sfaccettatura di quella parte.

Aveva visto la crudeltà in persona, ma non aveva mai dubitato che esistesse ancora la bontà, in questo mondo.

Aveva salvato mio padre, nonostante sapesse che parte di ciò che le era successo era avvenuto per mezzo di lui.

Per quanto riguardava Duncan, era ancora a Seoli, a scontare la sua pena, non gli era permesso di lasciare il posto.

Gideon non era ancora riuscito ad uscire dal pozzo, ed io sapevo che probabilmente non l'avrei mai più rivisto.

Forse un po' faceva male sapere che non avrei mai avuto un bel rapporto con i miei fratelli, sangue del mio sangue, ma ormai mi ero abituato all'idea.

Non sapevo se li avrei mai perdonati dopo che avevano inflitto tutto quel male alla mia fiamma gemella, dopo che la loro sete di potere li aveva portati a provare ad uccidere nostro padre.

Non meritavano niente da me, nemmeno un briciolo del mio dispiacere.

Per non parlare di come avevano tolto la vita a quell'umana, la migliore amica di Angel, l'ennesima vittima delle loro azioni.

Era viva adesso, mio padre le aveva concesso una seconda possibilità, ma ad una condizione. Claire non avrebbe più avuto nessun ricordo della vicenda, e quindi di conseguenza nessun ricordo di Angel.

Era stato doloroso per lei accettare, ma voleva bene alla sua amica e sapeva che era la cosa giusta da fare. Le ero stato accanto quando aveva preso quella decisione, l'avrei sostenuta qualunque fosse stata la sua scelta, ma sapevo già cosa avrebbe fatto.

E il mio amore verso di lei era accresciuto ancora di più, avrebbe continuato a crescere per sempre, negli anni sempre più in quantità, non ne dubitavo.

Angel si mosse, spostandosi dal mio petto e sdraiandosi accanto a me, i suoi occhi, incontrarono i miei. Quegli occhi di un azzurro cristallo che adesso brillavano di luce propria, incatenati ai miei.

Era bellissima, l'avevo sempre pensato, sapevo che la perfezione non esisteva, ma lei ne era l'esatta definizione per me.

La sua mano si posizionò sulla mia guancia, il suo tocco mandò dei formicolii sotto la mia pelle.

Lei sorrise e io sorrisi con lei.

<<Ti amo>> disse, due parole così spontanee.

E io non potei resistere al dolce richiamo delle sue labbra, mi avvicinai per darle un bacio. Esplose il sapore zuccherino di mele e cannella tra le nostre labbra unite, la sua torta preferita, che poco prima avevamo mangiato.

Quando mi staccai, il modo in cui mi guardò fece scoppiare il mio cuore, come se lei ne avesse il comando.

Le parole che uscirono dalle mie labbra vennero da sé.

<<Ti amo, piccolo Giglio>>

Cercando Giglio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora