Il secondo avvistamento

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Tornai a casa dal pranzo circa alle 16.00.

"Ciao Miali" mi salutò la mamma, quando varcai la soglia di casa, poi continuò: "David è da Isak e verso le 19.00 va direttamente dalla nonna" (stasera io, mio fratello e le nostre cugine Hanne e Lone avremmo dormito dalla nonna)

"Ciao, va bene" risposi e capii che la mamma stava lavorando ed era molto concentrata. Lei lavorava per vari progetti di ricerca di astronomia della Danimarca. Così senza aggiungere altro andai in camera mia.

Stavo per mettermi a cercare informazioni su Erik il Rosso quando mi imposi di controllare se avessi fatto tutti i compiti per il giorno successivo. Aprii il diario e vidi che mi ero dimenticata di fare i compiti di matematica! Anche se non avevo la minima voglia di farli ma mi rincuorai che dovevo solo fare qualche esercizio di algebra e non dovevo studiare geometria. 

Finita la missione matematica andai in cucina a bere un bicchiere d'acqua e chiesi all'astronoma al lavoro:

"Mamma, scusa se ti distrubo, ma andrebbe bene se andassi a fare un giro con gli sci?" 

"Si, può andare bene, per sicurezza però chiedi al papà" rispose lei. 

Così accesi il cellulare che avevo appoggiato sul piano di lavoro di marmo, accesi il cellulare e cercai la rubrica. Alla fine della telefonata lui acconsentì. Così andai in taverna a prendere gli sci. 

Uscii di casa verso le 17.05 e mi incamminai verso il prato innevato, lì misi gli sci ai piedi e cominciai il mio giro. Arrivata ai piedi della montagna Sermistooq mi girai a vedere le abitazioni. Anche se era il periodo della notte polare si riusciva ad avere abbastanza campo visivo per scrutare il villaggio illuminato.

Stavo per rimettermi in marcia quando intravidi una sagoma, anzi due. Stavano anche loro sciando. Una di queste si poteva vedere che aveva i capelli legati con una coda. Invece l'altra aveva i capelli lisci che le cadevano lungo che spalle.

A un certo punto mi fecero un cenno di saluto e mi vennero incontro. Scoprii che erano Qajaq e Sila. 

"Ciao ragazze!" esclamai appena le riconobbi "Come state?"

"Ciao! Bene stavamo per andare alla cascata, vuoi venire con noi?" mi chiese Sila.

Io accettai. A parer mio la cascata era uno dei luoghi più affascinanti e magici di tutta l'isola. Arrivate lì si poteva sentire l'acqua che scorreva sulla roccia fredda,  che brillava alla luce del limpido cielo notturno. 

C'era solo silenzio. Non era la prima volta che ci trovavamo in un paesaggio così ma come sempre nessuna di noi  aveva il coraggio di parlare. La natura ci toglieva letteralmente le parole di bocca. 

Solo i telefoni la natura non era capace di ammutulire. A un certo punto, nella profonda quiete si sentirono a tutto volume tre suonerie diverse. Erano i nostri genitori. Le conversazioni si Sila e Qajak furono simili alla mia:

"Cia..." stavo per salutare ma mia mamma mi chiese preoccupata: "Miali dove sei? Stai bene?"

"Sto bene, sono alla cascata con Sila e Qajak. E' successo qualcosa?" le dissi

"Torna subito a casa, ti spiegherò" mi rispose in tono ancora più preoccupato di prima, poi aggiunse: "Fai presto e stai attenta". 

Mettemmo giù le chiamate tutte nello stesso istante. Qajaq disse che dovevamo tornare al villaggio e io e Sila annuimmo gravemente. 

Fortunatamente sciando la tensione si scaricò e cominciammo a chiacchierare sulla domanda di Sila:  "Ma secondo voi i nostri professori da cosa si travestono a Carnevale?". (Se un giorno vi capitò per caso di sentire delle persone che ridevano quelle eravamo noi.)

Arrivate praticamente ai piedi del monte Sermistooq le luci del villaggio in lontananza non furono le uniche cose che vedemmo. Infatti notammo una misteriosa figura che arrivò a qualche metro di distanza da noi e ci disse con una voce abbastanza familiare: "Attenzione, non è un gioco, riconsegnatemelo subito!". Sparì nel nulla.

Senza fiatare sciammo tutte e tre a più non posso fino che non fummo al villaggio, lì cercai di analizzare la situazione: "Ho l'impressione che non sia del tutto normale che abbiamo visto l'oscura presenza  dell'altro giorno. Ma secondo voi che cosa intendeva?"

Qajaq disse: "Non ne ho la minima idea, secondo te Sila?"

Quest'ultima era più silenziosa e pensierosa del solito e quando sentì il suo nome fece un saltò e per poco non cadde con gli sci in mano. La sua risposta quel giorno non la conoscemmo perché fu trascinata a casa da sua sorella maggiore arrivata in quel momento.

Stavo per far notare a Qajaq la stranezza di Sila quando il cielo, che prima era limpido tuonò.


Il mistero del tupilak del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora