Il primo avvistamento

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Quando misi la testa fuori di casa notai che non fummo le uniche ad aver colto l'occasione di uscire. Infatti per strada comparirono anche Aanaq, Nuliajuk e Sila.

Le salutammo e chiacchierammo un po'. Si vedeva che eravamo tutte eccitate per la notizia del viaggio (che scoprimmo da un messaggio di Qanuk che era per la terza media e per le superiori).

A un certo punto proposi di andare al  negozio di mio papà (il quale era a casa), perché magari qualche abitante aveva bisogno qualcosa per cucinare. Loro accettarono.

(Nei nostri villaggi noi ragazzi iniziamo da piccoli a fare volontariato.)

Arrivammo lì e poco dopo entrò la mia nonna paterna, la nonna Uki.
"Ciao ragazze, come state? Posso chiedervi circa due kg di cipolle? Devo fare la zuppa" ci chiese. "Certo signora!" Rispose Sila.

Così io e Nuliajuk cominciammo a pesare cipolle.

Poco dopo arrivò anche la nonna di Aanaq.
"Buon pomeriggio ragazze" ci salutò e noi ricambiammo.

Quando le due signore, avevano preso tutti gli alimenti segnati sulla lista della spesa e stavano per uscire la porta si spalancò all'improvviso. Entrò un gelido vento nel negozio e comparve un individuo alto circa 1.70, vestito tutto di nero.

Avanzò di qualche passo, noi fummo col fiato sospeso. Sentii il cuore comiciare a battere all'impazzata. Dopo qualche secondo parlò con voce roca e profonda: "una mela e dei cracker". Mentre parlò intravidi i gelidi occhi che stavano scrutando tutte quante.

L'unica che ebbe coraggio di porgergli gli articoli desiderati e che ebbe un briciolo di voce per dirgli: "Ecco a lei..." fu Nuliajuk. Non riuscì a finire la frase che la losca figura mise sul bancone una banconota da dieci corone danesi. Si girò su se stesso e si incamminò verso l'uscita facendo cadere uno strano oggetto. La sola che se ne accorse fu Sila.

Aspettammo qualche minuto prima di muoverci dai nostri posti  per essere sicure che non stesse ritornando.

Fui io a rompere il ghiaccio, anzi fu la mia suoneria. Mi stava chiamando Miali, risposi e le raccontammo l'accaduto. Lei ci mise un po' a assimilare la cosa (d'altronde come noi) ma poi disse: "Bene, ora potete raccontare come ci si sente in un film da brivido". Ci mettemmo a ridere. 

Chiusi la chiamata. Evidentemente le nonne sapevano che stavamo di proporre di andare a fare un giro per cambiare pensieri, così si affrettarono a dire: "Ragazze, forse è meglio tornare a casa".

Durante la strada per tornare a casa ci bagnammo tutte facendo una battaglia di palle di neve. Ci divertimmo molto anche se  sapevamo cosa era appena successo: un'oscura figura incappucciata con voce cupa era magicamente comparsa in uno dei villaggi più pacifici della Terra.


Il mistero del tupilak del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora