Dopo aver sparecchiato la tavola, io e mio fratello andammo nelle rispettive camere a preparare il materiale da mettere nello zaino, che poi sarebbe servito il giorno seguente a scuola.
Mi avvicinai al mobile di legno, vicino alla mia scrivania. Controllai il foglietto, con l'orario scolastico, appeso con un pezzetto di scotch sulla libreria. Dovevo prendere i libri e i quaderni di geografia e inglese. Quest'ultimi però non c'erano. Così dopo aver perlustrato tutta la stanza, decisi di andarli a cercare in sala, perché l'altro giorno stavo facendo i compiti sul divano.
Fui sul terz'ultimo gradino quando, il mio orecchio captò la preoccupata voce di mio papà: "...Però bisogna anche capire che non ci si può blindare in casa"
Nel frattempo attraversai di soppiatto il soggiorno. Lo so, non avrei dovuto origliare, però mi interessava e, in più mi sembrava di essere in un film di spionaggio. Così, mentre intercettai, con un'occhiata il libro di inglese, per poi prenderlo, sentii mia mamma continuare il discorso: "...Vero, ma in questo momento è la cosa più sicura da fare. Secondo il consiglio cittadino, bisognerà..."
Il resto del discorso non lo ascoltai, perché avevo paura che la copertura saltasse visto che avevano acceso la luce del soggiorno dal cellulare. Ritornai, come un ninjia, in camera mia a finire di preparare lo zaino.
Ero un po' penierosa. Da quello che udii, capii che gli adulti dei villaggi, quel giorno, avevano avuto una riunione d'emergenza. Lì avevano deciso di applicare una specie di coprifuoco a causa degli avvistamenti? Non lo sapevo con certezza, ma era l'ipotesi più fondata.
Mi immersi nei miei pensieri, ma solamente per qualche secondo, perché mio fratello, dal piano di sotto, urlò spazientito: "Miali, vieni giù! Se non ti muovi non riusciamo a finire di vedere "Lo Hobbit"!"
Gli avrei voluto rispondere in modo poco carino, però, effettivamente aveva ragione: ci stavo mettendo un po' troppo. Quindi presi il cellulare, vidi velocemente che era al 2%, lo misi sotto carica alla velocità della luce e scesi le scale.
Prima di sedermi sl divano mi scusai molto. Quando mio papà premette play sullo schermo mi cominciai seriamente a sentire in colpa per aver ascoltato, le poche frasi della discussione dei miei genitori. Questo mi fece sentire a disagio.
Fortunatamente le evasioni da prigioni elfiche, l'apertura di una porta delle minere naniche e il dialogo del protagonista con un drago conquistatore mi aiutarono a rilassarmi (ovviamente scherzo). La parte di film non vista durò poco e visto che i miei genitori volevano, che andassimo a dormire verso le 21.15, io e mio fratello a quell'ora, li salutammo e ci dirigemmo nelle proprie stanze.
Andai nel bagno vicino a camera mia, quello con le piastrelle bianche con venature rosa. Mi avvicinai al lavandino arancione, mi lavai i denti e mi misi le mascherine trasparenti. Queste sono un modello di apparecchio che dovevo mettere per mantenere la posizione precisa delle mie zanne.
Subito dopo mi accorsi che le palpebre stavano cominciando a essere pesanti, così tornai in cameretta e salii i quattro scalini del mio letto con sotto un piccolo armadio. Mi imposi di andare un pochino avanti nella lettura del libro che stavo legendo. Così presi la torcia frontale dalla mensola, di fianco al giaciglio e cominciai a leggere.
Dopo qulache minuto, prima di addormentarmi definitivamente pensai "Devo spengnere il cellulare".
Saranno state le quattro di notte quando sentii la mia suoneria, fortunatamente non avevo l'abitudine di lasciarla alta. Mi svegliai di soprassalto e andai velocemente alla scrivania. Stavano chiamando il gruppo dei ragazzi di terza media.
Decisi di correre furtivamente giù in taverna. Attraversai la casa silenziosa, sperando che Frodo non mi udisse, non lo fece. Arrivata, dopo essermi sistemata in modo fulmineo sul pouf con la coperta di peluche, risposi alla telefonata.
"Ciao ragazzi!" salutai con voce assonnata. Avevamo risposto tutti alla videchiamata e tutti eravamo molto stanchi. Ma la nostra stanchezza presto si trasformò in curiosità.
"Ciao ragazze, scusate l'orario ma è l'unica possibilità che avevamo prima di domani per informarvi di una cosa molto importante" disse Kasper, poi Johannes continuò: "Oggi, o meglio ieri sera, dopo catechesi, noi ragazzi siamo andati a vedere come stava Jesper, visto che aveva la febbre "
Colui che stava parlando fu interrotto da Martin il quale continuò allegramente il racconto (non sapevo come poteva essere così vispo a quell'ora): "Mentre stavamo camminando, cominciammo una battaglia di palle di neve. ..."
Avrei voluto chiedere come fosse andata ma Kasper aveva detto che era una cosa di una certa rilevanza, così continuai ad ascoltare.
"Stavamo giocando quando, a un certo punto Herik notò un foglietto tutto bagnato. Pensiamo fosse di proprità dell'oscura figura per due motivi. Il primo è che eravamo vicino alla casa della preside, esattamente dove il signore misterioso aveva rovesciato tutti i bidoni della raccolta differenziata. Il secondo è perché è un pezzettino di carta molto inquietante, proprio come lui. La foto ve l'abbiamo inviata ora sul gruppo:"
Stavo per parlare quando, all'improvviso saltò la connesione, chiamata si chiuse. Poco dopo si spense anche la luce, che nel frattempo avevo acceso. Evidentemente le nuvole sparse si erano raggruppate, perché il cielo tuonò. A quel punto rimasi al buio, in silenzio, immbobile dallo spavento di quell'enorme boato.
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Il mistero del tupilak del tempo
AventuraUn giorno un gruppo di amiche che vive in Groenlandia comincerà ad indagare su alcuni malintesi del passato di questo paese