Il racconto

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Dopo aver salutato Qajaq  mi incamminai verso casa della nonna Uki e del nonno Frank. Mi aspettavano tutti preoccupati, infatti quando aprii la porta tutti gli esseri viventi di quella casa mi puntarono gli occhi addosso. Si proprio tutti, anche Frodo e Midì, la cagnolina degli zii! 

Questa cosa mi mise abbastanza a disagio. Fortunatamente Hanne, Lone e David mi salutarono con allegria. Mi sentii meglio. Loro non sembravano preoccupati, evidentamente non sapevano bene cosa fosse successo quel pomeriggio, come d'altronde neppure io.

Tutti mi chiesero come stavo e io tutte le volte risposi che stavo bene. Non volevo sembrare antipatica ma in quel periodo mi stavo un po' chiudendo e distaccando dalla mia famiglia e tutto questo per un motivo, mi facevo troppi problemi (cosa che faccio tutt'ora) e di conseguenza non riuscivo a essere totalmente me stessa.

Nel frattempo i miei familiari avevano ricominciato a parlare. Stavo provando a capire il discorso, ma non ci riuscii, quindi chiesi:

"Scusatemi tanto, ma cosa è successo di preciso?" .

Così il papà cominciò a raccontare:

"Ah, giusto scusa. Oggi pomeriggio l'uomo misterioso è stato avvistato ben tre volte.

La prima volta al Villaggio Grande dalla preside Møller e da altre professoresse. Stavano uscendo da scuola, dopo un collegio docenti. La paurosa figura è passata di corsa per strada senza dire una parola guardando solamente avanti immersa nei suoi pensieri. Era talmente assorto che a un certo punto è finito contro il muro di una casa e ha ribaltato i bidoni della raccolta differenziata lasciando un caos tremendo. Inoltre ho sentito dire, che nel frattempo stava agitando in alto le mani, come quando mi ricordo dove ho messo l'orologio e corro su per le scale per andare in camera a recuperarlo. 

La seconda volta invece, è stato visto qui al Villaggio Piccolo dal Club dei Nonni al municipio" (casettina dove c'è l'ufficio del sindaco e un altro paio stanze per piccole associazioni come quella dei  nonni). 

Il papà fu interrotto dalla nonna, e lei continuò tranquillamente il rapporto dell'evento, anche se nella sua voce si poteva notare una punta di preoccupazione:

"Come ha detto Stefan, l'abbiamo avvistato in piazza. Stavamo uscendo dall'edificio per andare nell'orto, visto che oggi l'argomento dell'incontro era la gastronomia. Eravamo sulla soglia della porta a parlare con la vicesindaca, che entrava in quel momento. E' stato in quell'istante che il signore del negozio, il quale stava correndo all'impazzata, si è girato, ci ha visto e ci ha parlato. Ha detto, sempre con la sua voce profonda e cupa,  che dovevano ridargli la cosa che gli avevamo preso. Subito dopo sparì.  Quell'incontro ci fece rimanere senza parole."

Detto questo, la nonna si immerse nei suoi pensieri per qualche attimo. Così il papà riprese la narrazione.

Disse che riapparve, dopo un'ora circa, dietro la chiesa e ha lasciato una scritta sulla neve che diceva "State molto attenti".

Alla fine del racconto dissi: "Beh, in realtà l'abbiamo avvistato anche io, Qajaq e Sila. Eravamo dietro il villaggio e il tizio con il passamontagna ci ha detto "Attenzione, non è un gioco, riconsegnatemelo subito!". Poi come è successo con i nonni ed è scomparso nulla."

"Miali dovevi dircelo subito!" mi rimproverò la mamma, poi aggiunse: "Fortunatamente ce lo hai detto ora"

"Meglio tardi che mai" si intromise la zia sforzandosi a sorridere.

Gli adulti ripresero a discutere sul da farsi, così raggiunsi David, Hanne e Lone in cucina. 

"Ciao ragazzi!" li salutai. Notai che stavano giocando al memory di "Miraculus", così chiesi: "State giocando a memory, che bello! Quando finite la partita posso infiltrarmi anche io a giocare?"

Loro acconsentirono, e alla fine ci divertimmo tutti insieme. Scherzammo molto, a tal punto che i genitori ci dissero più volte di abbassare la voce. Ridevamo perché nel frattempo chiacchieravamo e imitavamo le pose dei personaggi disegnati sulle carte.

Dopo un po' salutammo le rispettive mamma e i rispettivi papà e aiutammo i nonni ad apparecchiare la tavola. Quel giorno la cucina della "chef nonna Uki" proponeva il tipico menù da pigiama party dai nonni: toast e pop-corn + film sul divano.

Mangiammo i panini chiacchierando e commentando "Masterchef". 

Quando finimmo di cenare il nonno Frank andò a prepare i pop-corn e sia io che Davide, Hanne e Lone andammo dietro la penisola ad osservarlo. Era da sempre che lo facevamo, ci piaceva vedere e sentire il mais scoppiettare. 

Passò qualche minuto e ci sedemmo sul divano a guardare "Pirati dei Caraibi". Verso le unidici, finito il film, salimmo buie scale per andare a dormire, e noi ragazzi ci addormentammo circa mezz'ora dopo.

Fu una serata molto divertente, sopratutto  dopo le notizie di quel giorno. E per fortuna quella notte mi riposai abbastanza bene, perché non sapevo che nei giorni successivi mi sarei dovuta immedesimare in Sherlock Holmes.

Il mistero del tupilak del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora