Conseguenze

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Anche se dopo la videochiamata mi addormentai, fortunatamente, mi svegliai un po' prima del solito, erano le sei meno dieci. Tutti dormivano ancora, così ebbi il tempo di sgattaiolare in camera mia.

Lì, avrei potuto perfettamente rimettermi sotto le coperte sonnicchiare per ancora qualche decina di minuti, però non lo feci. I fatti scoperti poche ore prima mi avevano fatto "salire" l'adrenalina. Andai in bagno, mi lavai la faccia e mi cambiai i vestiti: tolsi il pigiama con disegnato il nanetto di "Biancaneve" e mi misi un paio di pantaloni neri e il fantastico maglione rosa, che mi aveva regalato Amaroq per il compleanno il mese prima.

Nel frattempo che portai in soggiorno lo zaino per scuola, suonarono all'unisono le sveglie di tutto il resto della mia famiglia.

Quella mattina preparai io la colazione per gli esseri viventi nella casa, anche a Frodo. Più tardi, verso le sei e quarantacinque uscimmo tutti di casa.

Appena misi un piede fuori dalla porta vidi Qajaj che stava passando insieme ai suoi genitori e sua sorella, davanti al nostro cancellino della parte di cortile, di fronte a casa nostra. All'improvviso pensai: - Strano, solitamente i genitori escono un po' prima perché vanno nella piazzetta a sistemare le slitte - poi però mi venne in mente che magari quel giorno gli adulti si erano messi d'accordo, ed erano andate solo determinate persone. Non mi dovevo preoccupare (forse).

"Ciao!" salutai
"Buongiorno"salutarono loro

Dopo che i nostri genitori si furono assicurati a vicenda che tutti stessero bene, ci incamminammo verso la fine della via.

Per quel tratto di strada non riuscii a chiacchierare molto con Qajaj, perché entrambe eravamo pensierose. Una delle uniche frasi che riuscimmo a scambiarci fu quando rimanemmo un pochino indietro gli altri, perché mi si era slacciato lo scarpone. Lì, la mia amica mi disse sottovoce: "Miali poi ti devo aggiornare". 
A quella improvvisa frase non sapendo cosa risponderle, annuii gravemente mimando con le labbra "anche io".

Arrivati alle slitte salutammo tutti quelli del Villaggio Piccolo che  dovevano andare al Villaggio Grande.
Io e Qajaj ci avvicinnammo a Amaroq, Sila,Nuliajuk e Aanaq. Stavano chiaccherando vicino uno dei soliti carri di un legno molto resistente, verniciato con una pittura abbastanza scura. Dentro a questo erano appoggiate le loro cartelle colorate.

"Ciao ragazze!!" ci salutarono in coro. Poi ci fecero capire con un cenno di avvicinarsi.

Aanaq, che aveva la sua giacca calda nera e i capelli raccolti da due trecce, ci spiegò sottovoce: "Non so se sapete qualcosa sulle restrizioni. Quello che abbiamo capito tutte quante è che non si potrà più andare in giro da sole, ma come minimo in due. In più Amaroq ha detto che ha sentito i suoi genitori parlare di qualche coprifuoco."

"Che bell..." Sila non riuscì a finire l'affermazione ironica che una voce di un adulto alle nostre spalle ci disse che era tutto pronto per andare.

Io Qajaj, Aanaq e Amaroq salimmo sulla slitta verniciata con una totalità di verde chiaro, invece le altre salirono sul carro marrone, dove stavamo chiaccherando.

Faceva leggermente più freddo del solito, ma nulla di insopportabile. Anche se quando cominciammo a intravedere Villaggio Grande notai uno strano venticello.

Ma successivamente capii che quello sarebbe stato uno degli strani fatti della giornata.

Avevamo appena finito la verifica di geografia, che fortunatamente era abbastanza semplice e veloce. La prof. ci stava dicendo qualcosa a proposito del prossimo argomento che avremmo affrontato. 

All'improvviso iniziò a suonare un'allarme. Noi ragazzi ci guardammo preoccupati e poi guardammo la docente. A quel punto Miali U., che non voleva stare con le mani in mano disse velocemente: "Ragazzi sarà una prova anti terremoto o anti incendio. Se è la prima opzione sarà meglio mettersi sotto i banchi." 

"Fermi tutti ragazzi, questa è si una prova ma non per queste cause" si intromise l'insegnante e poi contunuò tranquillamente la spiegazione: "Visti i fatti dei giorni precedenti, il consiglio dei villaggi ha deciso di mettere dei segnali quando si avvista la figura oscura. Se dovesse capitare e siete a scuola sentirete il suono di prima. In quel caso andate velocemente, ma comunque in modo ordinato, nel corridoio chiuso vicino alla palestra. Invece se siete in altri luoghi sentirete partire una chiamata dal gruppo delle emergenze dell'isola. Alla telefonata cercate di andare nei posti di sicurezza allestiti in varie aree dei villaggi. La mappa di queste vi è già stata inviata."

Quando le mie orecchie udirono quelle frasi mi girai di scattò verso Aanaq, Sila, Siku, Miali e Sanaaq, alla quale i sottili occhiali metallizzzati stavano cadendo. Ci guardammo sconvolte. La nostra faccia esprimeva una sola domanda: Cosaa??                                                                                            Nell'aula cominciò un continuò scambi di occhiate e frasi non molto più articolate della nostra.

Evidentemente la prof. Petersen non aveva finito di parlare, così concluse l'avviso dando la conferma di quello che ci aveva detto Aanaq la stessa mattina: "Inoltre nessuno, e lo sottolineo, potrà più girovagare da solo, ma SEMPRE con qualcuno. A tal proposito i vostri genitori  hanno disscusso al lungo e hanno deciso che a turno, durante la settimana, un paio di loro, verrà a prendervi a scuola e vi accompagnerà direttamente nelle proprie case. " tutti rimanemmo a bocca aperta, poi ci disse amorevolmente:

"Lo so che è difficile da accettare ragazzi, lo è anche per noi adulti, però è importante che voi capiate la gravità della situazione. Dobbiamo stare attenti a questo oscuro individuo"

Anche se mi stavo innervosendo osservai una punta di paura negli occhi della docente. Si riprese dopo pochi istanti continuando, come se nulla fosse la lezione di geografia.

La campanella dell'intervallo suonò mezz'ora dopo le scioccanti notizie. 

Fortunatamente potevamo ancora andare in cortile da sole, quindi ci incamminammo verso questo, dove ci eravamo date appuntamento con le nostre amiche più grandi. Dalle loro espressioni capimmo che anche loro erano state informate delle novità.

"Perché?" sbottò Miali 

"Ciao" salutai io cercando di tenere un clima più sereno (non ci riuscii molto). Qajaj, Amaroq, Nuliajuk e Tulimak salutarono a loro volta. Poi Sila disse:

"Cercando di stare calme " guardò la mia omonima "analizziamo la situazione"

"Quello che sappiamo, o comunque possiamo intuire è che gli adulti hanno il terrore per questa figura" provò ad ipotizzare Tulimak, che indossava la fantastica fascia la quale mi aveva regalato  uguale. 

"Perché?" si chiese Amaroq ad alta voce. 

"Non lo so, però l'altro giorno quando aiutavo mia mamma a rimettere a posto i libri in biblioteca ho notato che stava riponendo nella libreria alcuni libri vecchi. Forse è solo una cosa casuale, ma magari i genitori hanno paura perché temono accada qualcosa che è già accaduto." disse Nuliajuk. 

Stavamo tutte riflettendo in silenzio quando mi si accese la lampadina, così dissi con entusiasmo: "Ragazze, potrebbe avere ragione, vi ricordate quando lunedì ho chiesto alla professoressa Petersen di raccontarci della storia della scoperta della Groenlandia? L'avevo fatto perché mi sembrava una situazione già accaduta nella storia! "

"Quindi ci potrebbe essere un nesso tra l'antico e l'attuale avvenimento" concluse Sanaaq sorridente. Il suo sorriso durò poco perché subito dopo finì l'intervallo e dovettimo rientrare in classe. 

Il resto della giornata scolastica fu abbastanza divertente e fortunatamente passò veloce. L'unica cosa che mi dispiacque fu, che al secondo intervallo non riuscimmo a rivedere le ragazze delle superiori, perché dovevamo finire un lavoro in classe.

Quando misi il piede fuori dal cancello della scuola mi ero dimenticata del tutto delle sconvolgenti notizie della giornata. Continuavo a pensare ad ipotesi di cosa fosse successo molto tempo prima. L'unica cosa che sapevo di certo era che bisognava scoprirlo.

Il mistero del tupilak del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora