Capitolo 11 - Play with fire

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Ivy

Mi guardo allo specchio per la decima volta, cercando qualcosa fuori posto.

Non so nemmeno perché sono così scrupolosa, è solo una specie di riunione per cercare di capire come salvarci il culo.

«Andiamo, gli altri ci aspettano al Black Moon» mi chiama Nate sulla soglia della porta.

Scendiamo giù e usciamo di casa, andando nella Maserati di mio fratello.
Entriamo in macchina, collego il telefono al bluetooth della radio e metto la mia solita playlist. Parte "IDGAF" di Drake.

Direzione: Black Moon.

Come mi sento? Terrorizzata.
Terrorizzata perché oggi potremmo decidere il futuro delle nostre vite.

Terrorizzata perché potrei perdere le persone che amo e la colpa sarebbe solo mia.

«Andrà tutto bene» afferma Nate più per convincere se stesso che me.

È preoccupato anche lui, si vede.

Arriviamo al Black Moon, dove vedo alcune macchine parcheggiate.

Usciamo dalla macchina ed entriamo nel locale.

Con la luce del sole è letteralmente diverso dalla sera.

Il ring è al centro del locale, dove vedo 2 pugili che si stanno allenando, con Ryan che segue i loro movimenti scrupolosamente.

«Mark, non scassare i coglioni e picchia forte. Se non attacchi per primo, è probabile che perdi l'incontro» dice Ryan, togliendosi la felpa, rimanendo in canottiera nera, lasciando vedere i bicipiti.

«Vieni qui» dice mettendosi in posizione.
Mark colpisce per primo, ma Ryan blocca il suo braccio con le mani, ruotando le sue mani e buttando a terra Mark.

«Se continui così dovrò licenziarti» dice.

Rimango a fissare la scena di lui che tende una mano a Mark con il suo bicipite che si contrae mettendo in evidenza i suoi tatuaggi.

«Ci vediamo domani, e picchierai me stavolta» dice e i due si salutano.

Ero così concentrata ad assistere alla scena che non mi sono accorta che i miei amici si sono radunati dietro di me.

Ryan finalmente si accorge di noi e la prima cosa che fa è scendere dal ring, ci fa un cenno con la testa e noi lo seguiamo.

Addio ai saluti.

«Ciao ragazzi» ci saluta Lucas cupo, guardandoci male.

Jax è dietro di lui, seduto su una poltrona che ci guarda con aria sospettosa.

Come se fossimo una minaccia.

Cerca con lo sguardo qualcuno e quando arriva al bersaglio, i suoi occhi si rilassano e si alza, facendo un cenno con la mano a Linda che gli sorride luminosa.

Jackson

Il suo sorriso è spento, i suoi occhi sono cupi.

È successo qualcosa.

Oggi è venuta a scuola ma è andata via prima, cosa che non è da lei.

Seguo i suoi movimenti con lo sguardo, cercando di non farmi notare.

Lei si siede stanca sulla sedia e io mi acciglio.

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