Capitolo 13 - I wanna f*ck u slow with the lights on

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(🌶️)

Ivy

Mentre mi incammino verso l'uscita di scuola, sento una presa sul polso che mi tira verso lo stanzino del custode.

Apro la bocca per urlare ma Ryan me la tappa, facendo segno di stare zitta.

Ma che diamine?

Lo stanzino è così stretto che i nostri corpi sono stretti l'un l'altro.

Toglie la mano dalla mia bocca, lentamente, alternando il suo sguardo dalle mie labbra ai miei occhi.
Siamo così vicini che sento il suo respiro che si mescola con il mio.

«Che cosa vuoi?» riesco a dire, guardando fisso nei suoi occhi.

Lui distoglie lo sguardo dalle mie labbra, quasi contro voglia e punta i suoi occhi nei miei.

Un sorriso si fa spazio sulle sue labbra, cosa che mi manda in tilt il cervello perché le sue fossette spuntano nelle sue guance.

Il suo sorriso non è cambiato.
Il problema è che sorride senza emozioni.

Poggia le mani ai lati del muro, dove sono poggiata e mi squadra dalla testa ai piedi.

Ma che vuole.

«Beh... Le tue ripetizioni» dice riafferrandomi e uscendo dallo stanzino.

Mi trascina verso l'aula studio, mentre io cerco di divincolarmi «Lasciami in pace! Non ti darò mai ripetizioni!» urlo io, ma lui non molla la presa.
«Che succede qui?» esce dal suo ufficio il preside che guarda me e Ryan con sospetto.

Ryan si trasforma: mette un braccio sulle mie spalle e abbozza un sorriso.
«Salve signore, io e Evelyn andiamo a fare ripetizioni, come lei ci ha detto di fare» dice con un tono di voce più falso delle Nike del mercatino.
«Bravi, avete a disposizione 2 ore prima che la scuola chiuda. Buono studio» afferma il preside con un sorriso.

«Ryan perché all'improvviso hai deciso di volere le ripetizioni da me?» dico ormai affranta.

Se vuole qualcosa, non mollerà mai.

«Forse perché voglio stare con te»

Il mio cuore smette di funzionare.
Ho bisogno di aria.

Le parole che stavo per dire mi muoiono in gola.

Alla mia reazione, lui scoppia a ridere.

«Sto scherzando. Se non prendo almeno una B in biologia non giocherò nel campionato di basket» dice ed è come se il mio cuore inizia a battere di nuovo, ma in maniera molto dolorosa.

Ci speravo un po'.

«Non posso. Ho da fare»

Il "da fare" è stalkerare tutti i profili social di Elijah.
Devo capire cosa fare con lui, se fidarmi oppure no.

«Non penso hai diritto di scegliere» dice lui trascinandomi verso la sala studio.

Sbuffo, sedendomi nella sedia del tavolo dell'aula studio.
Rey sprofonda nella sua sedia e io gli lancio il mio libro di biologia, che per fortuna avevo nello zaino.

«Quando hai la verifica?» gli chiedo «Domani in terza ora» mi risponde
«DOMANI?!» urlo
«È pochissimo tempo, non c'è la faremo mai! L'apparato cardiovascolare è il più difficile e il più lungo!» continuo io a lamentarmi.

Lui sorride e apre il libro «Allora è meglio che iniziamo subito» dice prendendo la pagina del capitolo da studiare.

Ci vuole solo un miracolo.

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