Questo capitolo sarà molto tranquillo. Vedremo un po' il rapporto tra Jeff e Charlie ma nulla di particolare. Preparatevi però per i prossimi capitoli....
Ho voluto aggiungere questa parte per rallentare e dare più respiro alla storia prima che inizino i guai....----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Bip, bip, bip...
Erano le sette e mezza del mattino. Aprì gli occhi e ricordò tutto quello che era successo la sera prima. Quando era tornato a casa si era buttato sul letto ancora vestito e si era addormentato immediatamente. Guardò la sveglia sul comodino. Non sarebbe andato al lavoro oggi. Non voleva vedere Alan e non sapeva se lui aveva detto tutto a Charlie o agli altri. E poi c'era il problema di Jesse e del video....si scosse dai suoi pensieri. Rimanere a piangersi addosso sul letto non sarebbe servito. Aveva spento il cellulare, voleva evitare qualsiasi contatto con le persone che conosceva e soprattutto voleva evitare che Jesse gli telefonasse riguardo la sera prima. Aver spento il cellulare lo faceva quasi sentire bene, sembrava come se fosse lontano dai drammi e dai problemi della sua vita.
Si alzò a fatica, era ancora stanco e si sentiva abbastanza debole. Accese l'acqua calda della doccia, voleva solo passare del tempo da solo e una doccia gli avrebbe schiarito le idee. Entrò in cucina e come sempre il frigo era vuoto...avrebbe dovuto iniziare a fare la spesa uno di quei giorni. Era da tempo che non mangiava qualcosa che non fosse un pasto confezionato o ordinato online. Sarebbe uscito più tardi a mangiare qualcosa.
Si spogliò e si fermò davanti allo specchio. Aveva delle piccole macchie rosse intorno al collo e sul petto. Gli fecero ricordare gli eventi della sera precedente. Si odiava per quello che aveva fatto, si faceva schifo, ma ormai non aveva più importanza. Entrò in doccia, sotto l'acqua bollente. Il vapore che si andò a creare lo fece sentire meglio e l'acqua calda lo rilassò almeno in parte. Non sarebbe voluto uscire ma il caldo gli stava facendo girare la testa e aveva la pelle completamente rossa. Si vestì con una calma strana persino per lui. Non gli importava più di niente. Lasciò il cellulare a casa e uscì.
-Ehi, Alan, hai visto Jeff?-
-No, Charlie, non è ancora venuto al garage-
-Ho provato a telefonargli ma risponde sempre la segreteria e i messaggi non gli arrivano-
-Anche io, è da ieri sera che provo a contattarlo, ma niente-
-Perché, che è successo ieri sera?-
-No, niente. Volevo sapere come stava ma non mi ha mai risposto- mentì Alan. Sapeva che Jeff non voleva che il fratello venisse a conoscenza di quella cosa, non era compito suo dirglielo. Però era preoccupato.
-Sono preoccupato, ultimamente sembra molto distante. Posso andare a cercarlo a casa?-
-Certo. Anzi, quando lo trovi dimmelo, sono preoccupato pure io- avrebbe voluto andare a trovarlo pure lui, ma forse dargli i suoi spazi era la cosa migliore.
Charlie suonò più volte al campanello dell'appartamento di Jeff, ma niente. Aprì la porta con la chiave di scorta. Ne aveva una da quando Jeff un anno prima si era dimenticato le chiavi dentro casa, senza riuscire più ad aprire la porta. Dentro non c'era nessuno, tutto era pulito e ordinato, come era tipico di suo fratello. Odiava il disordine. Andò a vedere in frigo, vuoto. Jeff non era proprio cambiato...avrebbe dovuto insegnarli a prendersi più cura di sé stesso in futuro. Charlie trovò il cellulare sul comodino, spento. Almeno aveva scoperto perchè non rispondeva...
Dove poteva essere andato?
Forse aveva un'idea.
Non troppo lontano da lì c'era una biblioteca. Non era molto frequentata la mattina ed era abbastanza piccola con un bar annesso. La cosa particolare era che a intrattenere i lettori c'erano numerosissimi gatti. Jeff adorava quel posto, era stato Charlie a farglielo scoprire.
E infatti in un angolo di fianco a una finestra vi trovò proprio Jeff, seduto su una poltrona mentre giocava con un gatto bianco e nero.
-Jeff, ti ho trovato-
-Charlie?- si girò sorpreso dal sentire la voce del fratello.
-Ero preoccupato. Non ti sei presentato al garage e non rispondevi al cellulare-
-Me lo sono dimenticato a casa, scusa.-
-Ecco, tieni, te l'ho portato- gli porge il telefono mentre si siede sulla poltrona accanto alla sua.
Jeff adorava quel posto, non tanto perchè gli piaceva leggere ma perchè amava la serenità di quel luogo.
-Allora...come stai?-
-Bene. Perchè lo chiedi?-
-Era solo per fare conversazione. È da un po' che non parliamo come le vecchie volte-
-Bhe, ora sei occupato con Babe-
-E tu con Alan...-
-Cosa!?-
-Non dovevo dirlo?....-
-Non è vero. Come ti salta in mente?-
-Guarda che non sono stupido. Vedo come lui si preoccupa per te e ho pure notato che hai abbassato le tue difese con lui, almeno un po'....-
-Non è vero!- Jeff si imbroncia.
-Okok, come vuoi. Parliamo di altro. Quel Jesse si è poi ripresentato?-
-...No...-
-Sicuro?-
-Sì, te lo avrei detto altrimenti e poi non mi devi sempre aiutare, lo sai-
-Lo so-
Continuarono a parlare per un'altra ora, pranzarono insieme, fecero un giro al parco....a Jeff sembrava di essere tornato ai vecchi tempi, quando c'erano solo lui e Charlie. Cosa avrebbe detto il fratello se avesse visto quel video o se avesse saputo la verità? Non sarebbe più riuscito a guardarlo negli occhi e Charlie non lo avrebbe più considerato come un fratello.
-A che pensi, Jeff?- gli chiese Charlie appena prima di andarsene. Erano ormai arrivati all'appartamento di Jeff.
-Ti voglio bene, Charlie- Jeff abbracciò il fratello. Era una cosa inaspettata, di solito Jeff non mostrava i suoi sentimenti così.
-Ti voglio bene pure io, Jeff- ricambiò l'abbraccio, sapendo che c'era qualcosa che non andava.
I due si salutarono, Charlie promise che pure il giorno dopo avrebbero pranzato insieme.
Un'ora dopo qualcuno bussò alla porta. Era Alan.
-Ciao Jeff-
-...-
-Posso entrare?- non ricevendo alcuna risposta entrò.
-Cosa c'è?- chiese freddo Jeff.
-Volevo solo vedere come stavi-
-Sto bene, puoi andare-
-In realtà...stavo pensando...posso rimanere a mangiare qui? Possiamo parlare-
-Ecco...-
-Non di quello che è successo ieri, di quello che vuoi. Se vuoi guardiamo un film o leggiamo un libro, come preferisci. È solo che ti vedo molto distante, lavori al mio garage, quindi ci tengo che ti senti bene- sorride.
Apre il frigo per vedere se poteva cucinare qualcosa per Jeff, non c'era niente dentro.
-È vuoto. Di solito cosa mangi?-
-Cibo già pronto-
-Lo sai che dovresti mangiare cose più salutari ì, vero? Dovresti fare la spesa. se vuoi ti accompagno io domani-
-Non ce n'è bisogno...davvero...-
-Per oggi ordiniamo, che ne dici?-
-Ok...-I due mangiarono una pizza e non parlarono molto. Jeff cercava di evitare il suo sguardo, aveva paura di quello che Alan pensava di lui. Alan non voleva forzare le cose, voleva che Jeff si prendesse il suo tempo e magari parlargli di sua volontà.
Finito di mangiare, Alan era pronto a tornare a casa. Sistemò le cose in cucina e si diresse verso la porta.
-Aspetta...la giacca- lo rincorse Jeff.
I due si sfiorarono, solo un istante. La visione che aveva già visto parecchio tempo prima al parco, durante il loro bacio, tornò davanti agli occhi di Jeff. Era Alan, coperto di sangue, paura, tristezza. Pochi istanti e poi Jeff tornò in sé. Le sue visioni non sbagliavano mai, era strano che questa volta non si fosse ancora avverata. Erano passate settimane. E se magari gli fosse successo quella sera? Era sera. Se avesse avuto un incidente? Non poteva permetterlo.
-Allora vado...a domani Jeff-
-No! Aspetta.- urlò.
-...- Alan non se lo aspettava.
-Rimani-
-Cosa?-
-È buio, può essere pericoloso, rimani qui, io posso dormire sul divano...- si affrettò a dire.
-Non ce n'è bisogno. Sarò attento-
-No! Per favore, resta- lo fermò, trattenendolo per un braccio.
-Okay... però dormo io sul divano-Jeff gli preparò cuscino e coperta. Si diedero la buonanotte e Jeff tornò nella sua camera.
Nel frattempo Alan si chiedeva cosa fosse preso all'omega. Perchè lo aveva fatto restare? Proprio non capiva.Jeff accese il cellulare. Per quanto adorasse poter sperare di avere una vita normale, sapeva che non poteva ignorare il problema.
Molti messaggi e chiamate erano di Charlie e Alan.
Poi...27 messaggi. Tutti di Jesse.
"Dove sei finito?"
"Ho saputo cosa hai fatto ieri!"
"Hai rovinato tutto, non ha firmato il contratto"
"Cosa ti è saltato in mente?!!"
Diverse imprecazioni che Jeff si era immaginato, poi un ultimo messaggio di qualche ora prima."Se non vuoi che invii il video, devi fare una cosa per me"
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Cosa farà Jeff? Accetterà e seguirà gli ordini di Jesse o si ribellerà e si aprirà con Alan?
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VECCHIE FERITE AlanJeff (Omegaverse) | PITBABE
FanfictionJeff è un omega che lavora a un garage di macchine da corsa. Non sopporta le persone e soprattutto il contatto fisico. Ha sempre detto a suo fratello Charlie che era a causa del suo potere ma in realtà quello non era l'unico motivo. .....Da quel gi...