20. IMBARAZZO

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Alan aprì gli occhi. Doveva essere già tarda mattinata perchè la luce entrava dalla finestra e illuminava l'intera stanza. Si sentiva riposato, ed era da un po' che non si alzava così la mattina. Senti un'odore dolce venire dal soggiorno. Cosa poteva essere? si chiese.
Si vestì e andò diretto in cucina.

-Buongiorno- era Jeff.
-Ciao....come mai già sveglio?-
-Avevo fame e così...ho pensato....perchè non cucinare qualcosa?-
-Potevi chiamarmi se volevi qualcosa, lo sai vero?-
-Non volevo disturbarti-
-Non sapevo sapessi cucinare-
-Infatti non lo so fare. Però sono bravo con i dolci. Ho fatto una torta con cioccolato e mandorle. Ho trovato gli ingredienti, non ti dispiace, vero...?- esitò. Non voleva essere di intralcio nella casa di Alan.
-Assolutamente no. Anzi, sono felice. Posso assaggiarla dopo?-
-Per chi l'ho preparata secondo te?- bisbigliò Jeff ruotando gli occhi.
-Che hai detto?-
-Niente...- si corresse.
-Non ho capito, puoi ripetere?- lo iniziò a stuzzicare Alan sorridendo.
-A quanto pare hai capito benissimo...-
-Lo voglio sentire da te però-
-Ok, va bene. Volevo ringraziarti per avermi ospitato a casa tua...- disse in un fiato senza guardarlo negli occhi.
-Bhe, ringraziamenti accettati allora- disse dopo aver annusato la torta. Doveva essere buona.
-E comunque è vero che l'ho fatta anche perchè avevo fame....-
-Okok. Dai, io pulisco le cose, tu siediti a tavola. Arrivo subito-
-Cosa? No, pulisco io. Tu vatti a sedere-
-Tu hai cucinato e io pulisco- disse Alan stringendo la pentola che Jeff teneva in mano.
-Bhe, però ieri hai cucinato tu e hai sempre pulito tu- Jeff tirò la pentola verso di sé.
-Sì, ma questa è casa mia quindi decido io- 
Iniziarono a fare un tira e molla con la pentola da lavare. A ogni battuta di uno, partiva quella dell'altro.
-Appunto perchè io sono un ospite, devo aiutare a mettere a posto-
-Sì, ma le condizioni per cui puoi stare qui, le scelgo io. E io dico che pulisco io-
-No, faccio io. La roba è tua e io l'ho sporcata, quindi metto a posto io-
-Bhe, allora considera questo come un servizio offerto dalla casa- gli disse all'orecchio.
-Non sapevo ci fossero dei servizi come in un hotel-Jeff ribattè.
-Sì e sono più di uno- sorrise Alan.
-Tipo?- lo sfidò avvicinandosi ancora di più alla sua faccia.
-Non sono sicuro che lo vuoi sapere-
-Perché no?-
"Alan, che stai facendo?"- si rimproverò. Forse stava esagerando un po'.
-Lo scoprirai...ma non oggi- alla fine disse.
-...- Jeff non riusciva a capire a cosa si riferisse. Pensò che probabilmente stava solo scherzando.
-Lo sai che sei proprio incredibile?- alla fine disse Alan.
-Che intendi?- rispose offeso.
-Che non so mai se ti comporterai come un cucciolo indifeso o un leone scatenato- rispose divertito.
-Cosa significa?!- Jeff si arrabbiò. In realtà non sapeva se doveva considerarla un'offesa.
-Intendo solo che fino a cinque minuti fa non mi riuscivi nemmeno a guardarmi negli occhi per l'imbarazzo e ora sei qui a litigare per chi deve pulire una pentola, ahahah-
-Io non ero un imbarazzo....e non sono un cucciolo indifeso!- lasciò andare la pentola per guardare da un'altra parte. Stava arrossendo.
-Ecco, appunto, che ti avevo detto? Ahahaha. Sei divertente, sai? E comunque non era un'offesa, a me piacciono i cuccioli....-
-Bhe, visto che insisti, pulisci tu la roba. Io inizio a mangiare, non ti aspetto-
-Ehi, come no?-
-No- Jeff prese una fetta di torta e se la portò sul tavolo, iniziando a mangiare senza Alan.
Era la prima volta che si sentiva così. Era in imbarazzo. Ma questa volta non era in modo negativo. Le cose che diceva Alan lo mettevano un po' a disagio, ma in senso buono. Si divertiva a prenderlo in giro e ad essere preso in giro. Era da tanto tempo che non doveva per forza sentirsi in controllo di ogni cosa, che non doveva sempre fare la parte del più forte, del più risoluto, di colui che non si vergogna mai di niente. Gli piaceva passare il tempo con Alan.


-In cucina è tutto a posto-
Alan aveva appena raggiunto Jeff a bordo piscina.
-Non dovresti andare al garage? Non voglio che tu stia qui per colpa mia-
-Non preoccuparti. Ci pensano i ragazzi là. A proposito di questo....- Alan voleva trattare l'argomento con delicatezza, non voleva far tornare dei brutti ricordi a Jeff -cosa ne pensi di tornare al garage? I ragazzi chiedono di te, dicono che hai il telefono staccato. Sono preoccupati e vorrebbero vederti...-
-Davvero....?-
-Sì. Ti va di andarci dopo pranzo, vengo con te ovviamente-
Jeff guardò la superficie calma della piscina. Loro avevano visto il video....sapevano...
-So a cosa pensi- lo interruppe Alan -e hai ragione. Hanno visto il video e sanno tutto. Ma sono preoccupati. Non vogliono prenderti in giro e nemmeno darti la colpa di nulla. Non è colpa tua, lo sai, vero?-
-È solo che...- non concluse la frase.
-Solo che cosa?- lo incoraggiò Alan.
-Mi vergogno...-disse a bassa voce, come per non ammetterlo.
-Prima o poi dovrai comunque affrontarlo. Che ne dici se andiamo al garage e poi decidi quando sei là se vuoi entrare o no? Loro non ti prenderebbero mai in giro per questa cosa e mai ti giudicherebbero. Anzi, se potessero sarebbero i primi a prendere a pugni quelle persone. Ti puoi fidare di loro-
Jeff lo guardò di nuovo negli occhi.
-Va bene...- sbuffò.

-Vuoi farti un bagno? Lo puoi fare, se vuoi-
-No, sono a posto, preferisco stare all'asciutto-
-Come mai?-
-Non ne ho voglia tutto qui- Jeff sbuffò innervosito.
-Non penso sia per questo. Daaai dimmelo- si avvicinò a lui per stuzzicarlo.
-Smettila o ti faccio cadere di sotto- lo spinse via Jeff.
-Allora, c'è veramente qualcosa che non mi dici, eh?-
Splash...
Jeff spinse Alan nella piscina completamente vestito.
-Ti avevo avvertito- mise il broncio.
Alan si strofinò gli occhi incredulo.
-Ora ti faccio vedere io!- si avvicinò al bordo e prese Jeff per una gamba, pronto per buttarlo in piscina.
-Nononono- iniziò a scalciare lui -Alan, no!-
Alan lo lasciò andare. Jeff sembrava spaventato. Voleva solo fargli uno scherzo, non pensava che avrebbe reagito così.
-Cosa succede, Jeff?- si avvicinò a bordo piscina per parlargli.
-Prometti di non ridere?-
-Promesso-
-Ecco...non so nuotare...-
-Cosa?!- sorrise sorpreso.
-Avevi detto che non avresti riso-
-Non ti sto prendendo in giro. Scusa, non lo sapevo. Però se vuoi, ti posso insegnare. Non è difficile. Dovresti provarci-
Jeff guardò il fondale.
-Sembra abbastanza profonda, però-
-Ci sono, tranquillo- Alan si tolse la maglia e i jeans che erano ormai zuppi e li lasciò a bordo piscina. Jeff si voltò dall'altra parte e cercava in ogni modo di non guardare nella sua direzione. Senza accorgersene aveva iniziato ad arrossire e Alan lo aveva notato. Sorrise.
-Mi puoi guardare, non mi vergogno. O forse sei tu che ti vergogni?- si appoggiò al bordo di fianco a Jeff.
-Io? No!- continuava a non guardarlo.
-Okay....allora vieni?-
-Ho paura...-
-Ci sono io. Non ti succederà nulla, promesso-
-E se....- non finì di obiettare che Alan gli aveva spruzzato addosso una grande quantità di acqua.
-Ehiii!- urlò Jeff-
-Ora sei bagnato comunque. Non voglio sentirti discutere. Anche io non sapevo andare sui pattini, ma mi hai insegnato. Ora posso insegnarti qualcosa pure io-
-Ti devo ricordare come è finita sui pattini?-
-A me non dispiacerebbe finire nello stesso modo pure oggi...- lo prese in giro ridendo.
-Va bene...- Jeff si tolse la maglia e rimase solo con i boxer. Era sempre seduto a bordo vasca, non riusciva a convincersi a scendere.
-Ti tengo io se hai bisogno, okay?- lo incoraggiò Alan.
Alla fine, Jeff si calò in acqua, stando attento a non staccarsi dal bordo.
Jeff stava già entrando nel panico. Non gli piaceva non sentirsi nulla sotto i piedi.
Alan si avvicinò a pochi centimetri da lui. 
-Tranquillo, ci sono io- lo rassicurò alla fine.

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Ho deciso di spezzare questa scena, altrimenti il capitolo sarebbe diventato troppo lungo :)
Nei prossimi giorni forse ci sarà una sorpresa....preparatevi ;)


VECCHIE FERITE AlanJeff (Omegaverse) | PITBABEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora