-Sicuro di farcela?- chiese Jeff inarcando un sopracciglio. Sapeva che non sarebbe andata bene.
-Certo- rispose Alan.
Alan si staccò dal corrimano e provò a fare un paio di passi in avanti...come Jeff aveva previsto non passarono nemmeno dieci secondi che lui era già a terra.
-Ahia...-
-Ahahah. Ce la fai, eh? Non mi sembra-
-Ragazzino, non ti conviene prendermi in giro- disse cercando di rialzarsi.
-Non è così semplice se continui a darmi un motivo dietro l'altro per farlo, ahahahah-
-Aaaah- era di nuovo a terra.
-Ok...sicuro di non volere una mano?-
-Bhe...forse...ne avrei bisogno...-
-Come? Non ho sentito?- lo stuzzicò Jeff.
-Okay. Non ho la minima idea di come fare...mi aiuti?-
Jeff alza gli occhi al cielo e prende per le mani Alan, aiutandolo ad alzarsi.
-Ora seguimi, guarda-
Si mise a fianco di Alan, tenendolo sempre per mano.
-Ora fai un passo con la destra e scivoli in avanti, poi fai la stessa cosa con la sinistra. Ma soprattutto non....-
-Aaaaah....- Alan iniziò a perdere l'equilibrio e a fare di tutto per non cadere.
-....non devi sporgerti all'indietro altrimenti per l'equilibrio!-
In un qualche modo Alan riuscì a tenersi stretto a Jeff e a non cadere.
-Forza seguimi, ti tengo stretto...destra....sinistra....destra....sinistra....esatto così!-
Finalmente Alan riusciva ad andare avanti senza incespicare troppo.
-Così invece, curvi verso destra....e così verso sinistra- gli mostrò Jeff.
-Bhe, non è poi così difficile-
-Non eri tu quello che fino a dieci minuti fa non riusciva nemmeno a stare in piedi?- lo prese in giro-
-Smettila di farmelo ricordare...-
-Okay, okay. Pensi di riuscirci da solo, ora?-
-Posso provare-
Jeff gli fece fare un paio di giri di pista, sempre tenendolo per mano. Più volte, Alan si era voltato ad osservarlo. Sembrava felice. Finalmente era felice.
Poi Jeff lo lasciò in mezzo alla pista e si allontanò di qualche metro.
-Forza, ora prova a venire da me-
-Non sono un bambino che impara a camminare, lo sai vero?-
-Non lo sei, ma ci somigli, ahahah. Forza vediamo se hai capito-
Alan provò a fare qualche passe, piegò le ginocchia come gli era stato insegnato e si ricordò di non buttarsi all'indietro.
-Ce la faccio!- urlò.
Fece qualche metro, c'era quasi, poi si ricordò....come ci si fermava? Il solo pensiero lo fece entrare nel panico, allungò le ginocchia e finì con il buttarsi totalmente in avanti e inciampare....
-Attento!-
-Stai...bene?- chiese Jeff.
Alan gli era praticamente caduto addosso. L'omega aveva cercato di fargli riprendere l'equilibrio ma ormai era tardi. Jeff era con la schiena a terra, Alan in ginocchio su di lui.
-Oddio...scusa!- cercò di alzarsi Alan il più in fretta possibile. Questo peggiorò solo la situazione perchè ricadde di nuovo sopra Jeff, finendo quasi con lo sbattere la testa contro la sua. Riuscì a fermarsi a pochi centimetri dalla sua faccia; i due si guardarono per un lungo istante senza dire niente.
-E mi vuoi ancora far credere che non sembri un bambino che impara a camminare?- disse ridendo Jeff.
-Ok, mi arrendo. Hai vinto tu questa volta...- sorrise Alan.
-Direi che per oggi va bene così, che ne pensi?-
-Mai stato così d'accordo. Però la prossima volta lo farò meglio, promesso-
-Prossima volta?-
-Solo se per te va bene...-
-Ok, dovrò rischiare di essere schiacciato un'altra volta, allora- Jeff alzò gli occhi al cielo.
-Ahahahah- questa volta pure Alan scoppiò a ridere.
I due uscirono dalla pista e riconsegnarono i pattini.-E ora che si fa?- chiese Alan.
-Bhe, sarebbe ora di cena, ma abbiamo già mangiato un paio d'ore fa. Non ho tanta fame-
-Potremmo fare uno spuntino-
-Sbaglio o ho appena detto che non ho fame?- chiese dubbioso Jeff.
-L'ho sentito...ma so che c'è una cosa a cui non puoi dire di no- sorrise Alan.
-E sarebbe?- lo sfidò Jeff.
-Magari....un dolce?-
-Bhe, a chi non piacciono i dolci?!- disse imbarazzato.
-Ahahah. Ho indovinato, eh? Non importa che ora della giornata è, ma da quel che ho capito, sei sempre disponibile per mangiare dei waffle o un gelato, non è vero?-
-Non è assolutamente vero- girò la testa offeso.
-Allora niente gelato stasera? Peccato. Torniamo a casa allora-
-...-
Alan iniziò a camminare verso il parcheggio.
-Nooo. Io lo volevo....- alla fine si arrese.
Alan finalmente sorrise e tornò indietro.
-Gelato?-
-Okay- rispose l'omega sorridendo.Jeff scelse un gelato al cioccolato e Alan uno vaniglia e pistacchio.
-Sempre il cioccolato, eh?-
-Mi piace, sì-
-Cosa hai detto?-
-Che mi piace?-
-Sì-
-E allora?-
-Bhe, quando ti ho portato a prendere i waffle stamattina, hai detto che non ti piacevano e che non sapevano sapore di niente-
-Era...era solo un momento no della giornata, tutto qui-
-E ti capitano spesso questi momenti?-
-...- Jeff abbassò la testa e smise di sorridere. Alan capì di avere esagerato.
-Scusa. Non volevo rovinare tutto. Sono un idiota...-
-No, va bene. Non preoccuparti. Sono iniziati dopo che ho incontrato Jesse, poi nel tempo mi sono quasi passati del tutto, ma ora...-
Alan gli mise una mano sulla spalla per tranquillizzarlo. Gli faceva piacere che Jeff avesse iniziato a parlargliene, ma non voleva insistere. Era una bella serata, non voleva rovinarla.
-Ci facciamo un giro, che ne dici?-
-Okay-
Iniziarono a camminare davanti ai vari negozi. Le strade stavano iniziando a farsi più affollate.
Era comunque una serata tranquilla, si stava bene.
All'improvviso però, Jeff prese la manica della giacca di Alan e lo portò in diparte.
-Ehi, che succede?- chiese l'alfa sorpreso.
Jeff non lo stava guardando; fissava un punto alle sue spalle.
-Cosa c'è?- si girò pure Alan, vedendo un gruppo di ragazzi allontanarsi nella direzione da cui loro due erano appena venuti.
-Chi sono quelli?-
Jeff non rispose, continuava a tenere stretto il braccio di Alan.
-Jeff, guardami. Chi erano quelli? Puoi dirmelo-
-Degli amici di Jesse- disse a bassa voce guardando a terra.
Alan sentì una rabbia che non aveva mai provato prima d'ora. Non sapeva cosa, ma doveva intervenire. Si girò per seguirli.
-Alan dove vai?- lo trattenne Jeff.
-Sono loro vero? Quelli che ti hanno fatto quelle cose. Sono loro? Jeff me lo devi dire, non li lascerò scappare così!- era infuriato, aveva iniziato ad alzare la voce. Le persone accanto a loro li iniziarono a fissare.
-Alan calmati, ci guardano tutti- lo supplicò Jeff.
-No, non mi calmo! Devono pagarla. Dimmi, sono stati loro, sì o no!?-
-Alan...- Jeff aveva iniziato a tremare, non riusciva quasi più a parlare.
Aveva paura. Era la prima volta che vedeva Alan arrabbiato e gli ricordava quando era Jesse a urlargli contro. Era spaventato. Lasciò andare la manica di Alan e fece qualche passo indietro. Non lo guardava in faccia, sentiva gli occhi bruciare, sapeva che si sarebbe messo a piangere di lì a poco.
Alan notò questo comportamento e abbassò subito la voce.
-Jeff, scusa- provò ad avvicinarsi, ma l'omega si allontanò.
-Non farlo mai più- alla fine disse.
-Che cosa?-
-Non alzarmi mai più la voce contro...- questa volta lo guardò negli occhi.
-...- Alan non pensava di averlo spaventato tanto.
-Ti prego, non diventare come lui...non diventare come Jesse- una lacrima gli scese sul volto.
Alan si avvicinò verso di lui e gliela asciugò. Aveva esagerato. Non si era reso conto...non aveva pensato a come si potesse sentire Jeff in quel momento...
-Non lo farò più, te lo prometto. Mi dispiace. Non ero arrabbiato con te, ma con loro. Non potrei mai essere arrabbiato con te- lo abbracciò.
-Non me lo ricordo....non ricordo se erano loro ad avermi fatto quella cosa....non lo so- disse a fatica tra le braccia di Alan.
-Scusa...-
-Non fare niente di stupido...non metterti in mezzo...non voglio che finisci nei guai per colpa mia...-
-Non possiamo farli andare via così-
-Lo so, ma non possiamo farci niente-
-Troveremo un modo, te lo prometto-
-Vorrei....vorrei solo un po' di tempo...-
-Tutto il tempo che vuoi- lo strinse forte e gli diede un bacio sui capelli -Mi dispiace, Jeff. Non lo farò più, non farò più niente che possa spaventarti, te lo prometto-
-Alan...-
-Sì...?-
-Penso che ora mi puoi lasciare...ci stanno guardando tutti...-
-A me non dà fastidio...-
Questa risposta fece sorridere Jeff che strinse un'ultima volta l'abbraccio con Alan prima di separarsi.
Aver rivisto quelle persone lo aveva destabilizzato un po', ma Alan era riuscito a sistemare tutto. Era sempre grazie ad Alan se riusciva a stare meglio, un giorno di quelli avrebbe dovuto ringraziarlo.
Mentre pensava questo, sorrise camminando al suo fianco fino alla macchina.
Era stata una bella giornata dopotutto, ne voleva altre come questa.
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VECCHIE FERITE AlanJeff (Omegaverse) | PITBABE
FanfictionJeff è un omega che lavora a un garage di macchine da corsa. Non sopporta le persone e soprattutto il contatto fisico. Ha sempre detto a suo fratello Charlie che era a causa del suo potere ma in realtà quello non era l'unico motivo. .....Da quel gi...