11. "Sia maledetta la mia curiosità."

124 5 0
                                    

Continuo a guardare l'entrata di quel cupo locale da circa mezz'ora ma non vedo ne Jason ne Blake.

Mi sto iniziando a preoccupare. Hanno detto che sarebbero tornati presto ma io non gli vedo.

Che stanno combinando?

Cedo alla curiosità e alla fine scendo dalla macchina. So che ho detto che avrei aspettato in auto ma direi che ho resistito fin troppo. E poi qui fuori c'è un silenzio assordante. Non lo sopporto.

In alto noto un neon rotto con una scritta metallica.

Appena entro in quel strano locale una cameriera, più svestita che vestita mi passa a fianco sculettando e tenendo in mano un vassoio anche se non vedo tavoli in giro.

Che razza di posto è?

Ci sono principalmente uomini. Uomini con l'aspetto per niente raccomandabile.

La mia attenzione viene catturata da una grossa tenda nera. Un uomo che ha tutta l'aria di un criminale la attraversa e non voglio neanche immaginare cosa ci sia lì dietro.

Mi guardo intorno alla ricerca di Jason o Blake, ma di loro non c'è traccia. È tutto così cavernoso e poco illuminato. C'è gente con aria losca in ogni angolo.
Ma come sono finita in un posto del genere?

Meglio uscire. Si. Me ne torno a casa.

Giro i tacchi ma finisco a sbattere con la faccia contro qualcosa di duro.

-Attenta.- una voce sconosciuta sovrasta il vocifero intorno.

Un tizio alto con i capelli scuri e ricci mi si presenta davanti. Ha un espressione irritata ma appena mi nota curva le labbra in un sorriso.

-Sei nuova?-

Mi guarda dalla testa ai piedi e io mi sento a disagio.

-Che ci fa una come te in un posto del genere?-

-Ehm, io...-

Si avvicina un po troppo e il mio cuore inizia a martellare per la paura.

Dovevo tornare a casa quando ancora ero in tempo. Maledetta me e la mia curiosità.

-Cerchi lavoro? Hai bisogno di soldi?-

Deglutisco incapace di parlare.

Lui continua ad avanzare nella mia direzione e io finisco con le spalle al muro. Mi sfiora lo zigomo lentamente e poi si sofferma sulle mie labbra.

-Perché per una notte sarei disposto anche a...-

-Ero a conoscenza del tuo essere maiale, ma non pensavo ci provassi anche con le ragazzine.-

Riconosco quella voce.

-Blake Evans. Che onore.- il tizio riccio alza gli occhi sulla sagoma ingombrante di Blake, ma continua a tenermi bloccata contro il muro.

-Mi piacerebbe fare due chiacchiere, ma come vedi sono impegnato.- dice indicandomi.

-Si. E se non le togli le tue mannaccie di dosso sarai impegnato a cercare di riattacartele.- Noto la sigaretta fumante tra le sue dita. È possibile che non riesca a stare per più di venti minuti senza fumare!?

-Caro cuginetto. Non c'è affatto bisogno di minacciare.- dice con finto buonismo. -E poi credo che tu non sia nella posizione di farlo.- aggiunge con aria di sfida. 

-Io credo che se non vuoi ritrovarti come l'ultima volta faresti meglio ad andare.- Blake sputa il fumo sulla faccia di quel tizio e quest'ultimo lo guarda con astio.

Restano qualche secondo a guardarsi in malo modo scambiandosi un'occhiataccia e posso giurare che la tensione fra i due sia palpabile. Alla fine il tipo si allontano senza dire nulla è io non ho nemmeno il tempo per ringraziare il cielo, che lo sguardo di Blake mi inchioda sul posto.

The Best MistakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora