9. "l'odore del diavolo me lo immagino cosi."

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Sta mattina mi sono svegliata con cinque chiamate e diciassette messaggi da parte di mia madre. Mi dispiace per lei ma di certo non la richiamerò, non ho ancora digerito la discussione di ieri. Forse ho sbagliato a scappare senza dire nulla ma lei non si è nemmeno chiesta come stessi. Sono io quella che è stata tradita dopo due anni di relazione.

Mi ricordo che da bambina scappavo spesso. Ogni volta che qualcosa non andava a casa mia, scappavo da Kate. Anche se con sua madre che era perennemente addormentata, si scordava di preparare la cene e usciva di casa senza avvisare per poi tornare sempre tardi, neanche casa sua era il migliore dei posti. Ma nonostante sua madre sia una mezza psicopatica casa sua e sempre meglio della mia.

Oggi per fortuna è sabato quindi niente scuola. Ieri sera non è stata una delle migliori serate, per fortuna c'era Kate che mi ha tirato su il morale con una bella skincare per poi sta mattina continuare con un giro al centro commerciale o come lo definisce lei: shopping rigenerante. Abbiamo mangiato qualcosa e poi ci hanno raggiunte anche Amanda e Zoe. Abbiamo bassato l'intero pomeriggio fra negozi vari e ora stiamo facendo la pausa gelato.

-Ma come si permette- Zoe è ancora furiosa con la commessa perché le ha dato il suo parere non richiesto sulla giacca che alla fine non ha comprato -E poi avete visto come era vestita? Insomma, abbinare un maglione rosso e un pantalone blu con dei stivali color senape dovrebbe essere un reato.- continua a lamentarsi al che io sorrido. Non so perché ma mi sembra una cosa che avrebbe detto Harper. Ora che ci penso loro due si assomigliano parecchio.

-Ragazze! Dobbiamo andare. Non avete visto che ore sono?- Kate si agita all'improvviso.

-Dove? È sabato. Non c'è scuola.- dico, come se fosse la cosa più ovvia.

-Si, ma c'è la partita.- spiega Amanda.

Ah, giusto la partita, me ne ero dimenticata. Ogni sabato c'è la partita della squadra di basket ed è presente tutta la scuola. Non c'è un motivo apparente, ma ci vanno tutti. C'è chi fa il tifo, chi è lì solo per i ragazzi e chi solo per non sentirsi escluso.

-Ricordatemi perché ci dobbiamo andare?- a me sinceramente non va di andare a guardare dei ragazzi sudati che schiaffeggiano una palla.

-Perché ci vanno tutti e poi perché non vogliamo perderci la visione celestiaca dei ragazzi più carini della scuola tutti sudati-

Le parole di Kate non fanno una piega, infatti le ragazze sono già in piedi per andare alla partita mentre io cerco soltanto di finire il mio gelato, anche se non sembra che le altre abbiano alcuna intenzione di lasciarmelo finire. Restano tutte e tre in piedi a guardarmi così alla fine cedo, sbuffo e alzo gli occhi al soffitto.

-Va bene, andiamo. Ma mi porto anche il gelato.-








Dopo una decina di minuti arriviamo in palestra e mi stupisco di quanto gli spalti siano già tutti pieni. Per fortuna riusciamo comunque a trovare dei buoni posti in seconda fila.

Noto subito le gambe chilometriche di Megan, coperte dalla divisa delle cheerleader. Tiene i lunghi capelli biondi legati da un fiocchetto in una coda alta e io non posso fare a meno di chiedermi se riuscirò mai a sentirmi a mio agio con il mio corpo come accade alle altre ragazze.

Sembra che si sia accorta che la sto fissando perché mi rivolge uno sguardo di disprezzo poi torna dalle sue compagne che iniziano a provare una coreografia, mentre il campo si riempe di ragazzi con la divisa da basket.

Riconosco subito Jason, appare più alto, forse quella divisa lo slancia più di quanto lo sia già. La canottiera delinea perfettamente le sue spalle larghe mettendo in risalto i suoi bicipiti possenti. I capelli lunghi sono spettinati davanti al marrone dei suoi occhi e io non riesco a non sentire caldo. Ma inevitabilmente il mio sguardo scivola sul suo migliore amico, che fa il suo ingresso a passo deciso senza levarsi quel suo solito sguardo da pallone gonfiato, raggiunge i suoi compagni di squadra, poi inizia a riscaldarsi. Il mio sguardo scende lento sul suo fisico robusto e leggermente abbronzato coperto da una canottiera con i colori della scuola con sopra stampata la scritta EVANS e il numero 19 in bianco.

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