L'infanzia perduta- Capitolo 6

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Napoli (Quartieri Spagnoli), marzo 2005

POVS LUCA

Sto facendo un disegno molto bello, so che alla mamma piacerà tanto: è un prato con tanti bei fiori colorati.

Zia sta facendo una torta: si sente un buon profumo che arriva direttamente dalla cucina, lei è molto brava a fare i dolci, scommetto che sta cucinando una pastiera che a me piace tanto.

Prendo dall'astuccio il pennarello rosso e coloro i petali di un fiore, a un tratto si sente il telefono squillare e zia risponde. Non capisco bene cosa dice, parla a bassa voce, ma noto che inizia a piangere. Sono confuso, ma faccio finta di niente e continuo a colorare.

Sento una mano sulla spalla: non mi ero accorto che la zia avesse smesso di parlare al telefono, mi volto e la vedo con le guance bagnate dalle lacrime.

<< Perché piangi zia?>> Mi dispiace che sia triste, lei ha sempre il sorriso ed è tanto bella.

Accarezza dolcemente i miei capelli, sembra non sapere cosa dirmi. Mollo il pennarello e congiungo le manine, per implorarla di dirmi qualcosa.

<< Luca hai solo sette anni, non ti meriti tutto questo>> mormora tra i singhiozzi.

Deve per forza essere una cosa brutta, non l'ho mai vista così.

<< Sai che mamma e papà sono andati a Salerno, dalla famiglia della tua mamma. Io non volevo neanche che ci andassero li, loro non hanno mai accettato il suo matrimonio con tuo padre, per questo non li hai mai conosciuti>> continua a parlare, con la voce che le trema. Perché dice queste cose?

Si inginocchia per essere alla mia stessa altezza, così da guardarci negli occhi. Prende un grande respiro, prima di raccontare altro.

<< Mi ha chiamato la polizia: nel tornare a casa i tuoi genitori hanno avuto un incidente in autostrada e sono morti.>>

<<No, No, No. Non è vero!>> Inizio ad urlare << sei una bugiarda!>>.

Scuote la testa, mentre le lacrime mi pizzicano gli occhi.

Mi stringe a sé, mentre piango e urlo.

<< Purtroppo è vero, tesoro mio vorrei non fosse così dal più profondo del mio cuore. Verrà anche l'assistente sociale e dovrai andare in orfanotrofio>>.

Mi copro le orecchie con le mani e chiudo gli occhi

<< Perché non posso stare con te? Non ci voglio andare in orfanotrofio, sei cattiva>>.

Prova a parlarmi, ma non la ascolto. Prendo il disegno e lo strappo in mille pezzi, lanciandoglieli addosso.

<< Luca calmati>> mi prende per le spalle e cerca di guardami di nuovo negli occhi,

<< Mi si spezza il cuore tesoro, lo giuro. Ma non puoi restare con me, non riuscirei a provvedere a te per motivi economici. Faccio fatica ad arrivare a fine mese. Non puoi capire cosa significa perché sei piccolo, ma purtroppo è la verità>>.

Scendo dalla sedia e mi accascio a terra, rannicchiandomi, con la guancia destra a contatto con il pavimento e piango tantissimo. Zia mi accarezza la schiena, poi mi lascia da solo mentre si dirige nella mia camera.

Non so quanto tempo passa, quando ritorna ha preparato uno zaino. Non c'è bisogno che dica niente, ho già capito che dentro ci sono le mie cose.

Mi aiuta ad alzarmi e mi abbraccia forte, tra poco verranno a prendermi a probabilmente non la rivedrò mai più.

Balla Per Me- Let Me Feel Your LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora