Il gran Galà- Capitolo 17

20 5 7
                                    


"Non sei sbagliata se ancora sogni ad occhi aperti. Non sei sbagliata perché ti sei fidata con troppa ingenuità. Perché credevi che l'amore fosse sincero. Perché volevi solo un po' di tenerezza.

Non sentirti mai sbagliata pere i sentimenti che provi, o perché non sei all'altezza.

Non sei sbagliata, punto".



Povs Serena

La professoressa di italiano sta scrivendo alla lavagna, ma non le presto la minima attenzione: stamattina sembra che le ore passino più lente del solito.

Lancio una rapida occhiata alla mia destra: Carola ha la testa appoggiata contro la mano destra, come se le pesasse e si morde distrattamente un'unghia.

Dalla sua espressione annoiata sembra che non veda anche lei l'ora di "evadere" da questa scuola, un po' la capisco.

Il quaderno sul quale dovrei prendere appunti ha la pagina bianca, sospiro piano, mentre torno a guardare le mie cose. Toccherà ad Albe passarmi tutto, poveretto.

La mia testa è già proiettata a stasera: si terrà il gran Galà della Dream. La cosa che mi mette più agitazione di tutto, però, è il fatto che dovrò baciare Nunzio.

Solo al pensiero sento lo stomaco contorcersi, ma ne ignoro il motivo. In fin dei conti è soltanto un bacio scenico.

Ma ho sentito commenti di certe ragazze che un po' mi "invidiano" per aver creato una tale affinità con il maestro bello e misterioso, come lo chiamano loro.

Nunzio fa strage di cuori e manco se ne accorge, chiuso così com'è in un bozzolo dove decide che parte di sé mostrati. Lo potrei paragonare alla luna: tanto bella quanto misteriosa per quel lato che non mostra mai.

La professoressa smette di colpo di scrivere e ci chiede se è tutto chiaro, con la sua voce stridula, mentre sistema meglio gli occhiali sul naso e riportandomi bruscamente alla realtà.

Ma che accidenti prende al mio cervello? Comincia a fare pensieri a random.

Per fortuna vengo salvata dalla campanella che decreta la fina delle lezioni, facendomi tirare un sospiro di sollievo.

Raccolgo le mie cose e infilo lo zaino in spalla, Alberto mi passa accanto e mormora

<< Qualcosa mi dice che oggi sei sulle nuvole>>.

Mi mordo il labbro inferiore, mentre lo affianco in corridoio.

<< Sarei anche io sulle nuvole se sapessi di dover baciare quale gran manzo di Nunzio. Ma anche Luca non scherza>> chiosa Carola da dietro di noi.

Alzo gli occhi al cielo, esasperata. Albe trattiene a stento un risolino.

<< La vuoi piantare? Non è affatto come credi>> Sento le guance arrossarmi.

Incrociamo Luca all'uscita: noto che è di buon umore e un po' lo invidio.

Dopo aver dato il cinque ad Albe, rivolge la sua attenzione su di me

<< Allora pronta per stasera?>> Chiede con un mezzo sorriso sbilenco.

Scrollo le spalle, per mimetizzare come mi sento veramente.

<< Abbastanza>> mormoro.

Mi strizza l'occhio e si dirige verso il suo T-Max, giocherellando con le chiavi.

Dopo che si è allontanato, dico con i miei amici

<< Lo spettacolo inizia alla 21. Ma già alle 19.30 fanno entrare il pubblico, quindi cercate di essere puntali>> sottolineo l'ultima parola guardando Alberto, il ritardatario cronico per eccellenza.

<< Agli ordini capo>> mi risponde con il saluto militare, strappandomi un sorriso.

Lui sa sempre come mettermi di buon umore, scalerebbe anche l'Everest solo per vedermi sorridere. Non ho mai conosciuto nessuno più premuroso di lui.

Mi avvolge le braccia attorno al corpo, mentre appoggio la testa contro i suoi pettorali. Accarezza piano i capelli, un gesto che mi piace molto.

Quando sciogliamo l'abbraccio lo osservo mentre prende lo scooter, infila il casco e poi parte lasciando il parcheggio della scuola.

Carola fa cenno di andare alla fermata dell'autobus, mi incammino al suo seguito mente il vociare degli studenti invade l'aria.

L'autobus arriva quasi subito e mezz'ora dopo scendo alla mia fermata, per poi proseguire per un breve tratto fino a casa.

Dopo aver varcato l'ingresso appoggio le chiavi dentro la ciotola e vengo invasa dall'odore di pesce: mia madre ha preparato il risotto ai frutti di mare.

Lavo le mani sotto il lavabo e prendo posto al tavolo già accuratamente apparecchiato. Mio padre arriva poco dopo e possiamo dare inizio al pranzo.

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Preparo il borsone infilandoci dentro vari cambi d'abito: prendo il vestito destinato al Paso Doble e lo osservo un attimo, prima di piegarlo accuratamente e metterlo dentro.

Osservandomi allo specchio decido di dare una forma più armoniosa ai miei capelli, che sembrano un cespuglio indefinito. Prendo l'arricciacapelli e lo faccio scaldare, mentre pettino la chioma ribelle. Purtroppo non ho dei ricci definiti, ma questi capelli mossi che sembra abbiano preso la corrente.

Pian piano creo dei boccoli morbidi con l'aiuto dell'arricciacapelli, che scivolano oltre le spalle. Soddisfatta del risultato aggiungo qualche goccia di olio protettivo sui capelli.

Svito il mascara che mi ha regalato Carola e lo applico leggermente, per risaltare gli occhi. Passo un po' di Blush sulle guance donandogli un colore rosato.

Mio padre bussa alla porta della camera e capisco che è ora di andare: bisogna essere a teatro per le prove generali.

Afferro il borsone e spalanco la porta, pronta per andare. Controllo di aver preso tutto, dopodiché do un bacio sulla guancia a mia madre e scappo fuori.

Il teatro è una struttura storica situata poco lontano dal centro della città: mentre percorro l'ingresso sento un brivido lungo la schiena e per un attimo fantastico su come sarebbe lavorare in una di quelle compagnie che gira per i teatri d'Italia e non solo.

Salgo la scalinata in marmo che porta ai camerini, con ancora questo pensiero che frulla per la testa, quando mi fermo di colpo.

Poco lontano infatti c'è Nunzio, lui non mi vede perché è girato di spalle e sta parlando con i suoi allievi. I miei occhi vagano per la sua figura: le spalle larghe, la schiena forte e quelle gambe toniche.

Uno dei ragazzi si accorge di me e gli fa cenno della mia presenza, si gira lentamente e quando mi vede le nostre iridi si incastrano come tessere del puzzle. Sento la saliva azzerarsi.

<< Ciao Serenina>> fa scivolare la lingua sulle labbra dopo aver pronunciato il mio nome e sento lo stomaco tendersi come la corda di un violino.

Il ciuffo che gli ricade sbarazzino sulla fronte gli dona un'aria da "bello e impossibile".

<< Ciao Nunzietto>> sussurro, facendomi scivolare quel nomignolo prima che mi rendessi conto di come l'ho appena chiamato.

Colgo una piccola luce che riempie i suoi occhi, poi sorride sbilenco. Mentre l'aria intorno si riempie di elettricità.




Balla Per Me- Let Me Feel Your LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora