Un pensiero ricorrente- Capitolo 21

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"Ora che fai?
Mi hai fregato così non si era mai sentito
Io dentro la mia testa non ti ho mai invitata
Vorrei scappare che sei bella incasinata."

-Matteo Professione (Ernia)




Nessuno aveva mai provato a chiedermi come stavo, del motivo per cui ero e sono tutt'ora così insopportabile, schivo e menefreghista.

Perché sei diventato così?

Che razza di domanda! Non mi fido di nessuno, nel vero senso della parola. La vita mi ha messo subito davanti agli occhi una realtà scomoda, così sono distaccato da tutto. Ho imparato che tu puoi avere bisogno di loro, ma quando la situazione si ribalta? Chi c'è davvero per te?

Che colpa volete darmi? La gente non ti apprezza mai. Ti usa solo per puri scopi per poi gettarti via come uno straccio logoro.

Sono diventato così, prendere o lasciare. Dipende tutto da me stesso, non riuscirei ad accettare che il mio star bene possa dipendere da un'altra persona, mi basto da solo e la mia non è presunzione. Ma credo che i veri vincitori siano quelli che sono in grado di farcela da soli, senza nessun supporto, contando solo sulle proprie forze.

Non voglio legami amorosi, non cerco amicizie. Eppure, da qualche giorno ho un pensiero fisso, che mi logora il cervello e non vuole sapere di andarsene.

Steso al centro del letto fisso il soffitto, mentre nella mia mente si alternano le immagini dell'altra sera. Non posso pensare a Serena, alla sua mano nella mia quando l'ho portata fuori dal teatro. Non posso pensare ai suoi occhi sempre tristi o al suo profumo di vaniglia.

A quando l'ho baciata e, la sorpresa che mi ha colto quando ha schiuso le labbra, come un invito silenzioso ad assaporarla.

Basta. Devo darci un taglio, sennò impazzisco.

Mi tiro su dal letto, esco dalla camera e mi dirigo alle scale. Forse se bevo qualcosa riesco a silenziare i miei pensieri.

Raggiungo la cucina senza fare troppo rumore e apro il frigorifero. La fortuna vuole che dentro ci sia una lattina di birra, me la farò andare bene.

Prendo un bicchiere e mi siedo al tavolo, stappo la lattina e la svuoto per metà. Il suo sapore fresco e amarognolo è come l'estasi per il mio palato.

La birra presto finisce, ma il mio cervello ha deciso di remarmi contro. I pensieri non si sono silenziati, anzi sono sempre lì in agguato. Mi prendo la testa tra le mani e massaggio le tempie, chiudendo gli occhi.

Dei passi leggeri risuonano per la casa, so bene a chi appartengono.

Luca fa capolino e mi guarda perplesso, volto lo sguardo nella sua direzione e gli faccio cenno di sedersi.

Senza fare troppo rumore sposta la sedia e si para davanti a me, sono le tre di notte, tutta la villetta è avvolta nel silenzio.

<< Non riesci a dormire?>> Chiede a voce bassa, per non svegliare i nostri genitori.

<<È da sabato sera che ho un pensiero fisso>> borbotto, passando un dito sul bordo del bicchiere.

<< Per via di Serena?>> Non posso fregarlo, c'è stato il Gran Galà. Nonostante avessi passato la fine della serata con il gruppo di Luca, lei non ha abbandonato i miei pensieri.

Annuisco, rimanendo concentrato sul bicchiere. C'è così tanto silenzio che si potrebbe sentire uno spillo cadere.

<< E cosa c'è di male?>> domanda aggrottando la fronte. Sbuffo.

Balla Per Me- Let Me Feel Your LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora