7

12 3 0
                                    

Un vero peccato che due giorni dopo, lunedì primo febbraio, la mia felicità si sarebbe schiantata contro un elefante di 50 tonnellate. Tutto cominciò da una cosa molto stupida. Mi ero svegliato da quindici minuti ed avevo appena finito di mettermi le lenti a contatto. Però, avvertivo un leggero fastidio all'occhio destro, dovuto chiaramente alla lente. Visto che, nei momenti importanti come una mattinata con Ivi, ogni cosa doveva essere perfetta (ricordatevi il multiplo lavaggio di denti), non potevo tollerare quel piccolo disturbo a livello oculare. Decisi perciò di togliermela per poi risciacquarla. Con mio grande stupore, la lente non andava via dalla mia iride. Era incollata. Feci una decina di tentativi. Niente. Lo stupore si trasformò in rabbia feroce. Stavo sprecando minuti preziosi che avrei potuto trascorrere con Ivi. Chiesi aiuto a mia madre, che mi consigliò di mantenere la calma e inumidificarmi le mani. Più che aiuto, ero in cerca di compassione per quel "terribile problema". Non c'era nulla da fare, quella lente proprio non voleva uscire dal mio occhio. Nero dalla rabbia, con mia madre affianco, presi un asciugamano e lo morsi, come se stessi strappando via un pezzo di carne da una costoletta.

<<No! Cosa ho fatto! Mi sono strappato via tutti i denti!>> urlai a mamma. Non era vero. Non era assolutamente vero. Non mi ero fatto nulla. Non avevo provato alcun dolore. Niente di niente. Però avevo paura di essermi procurato da solo un danno al mio corpo, visto che sono un idiota totale che ha questo genere di fobie. Avevo la stessa disperata reazione anche quando sbattevo il mignolo del piede da qualche parte o cose simili.

<<Ivi noterà qualcosa di diverso nei miei denti! Le sembreranno tutti storti! Sono spacciato!>> pensavo.

Ero esagerato? In realtà io mi deprimevo sul serio per queste "disavventure". Solo qualche anno dopo avrei scoperto che questi erano tutti sintomi del disturbo ossessivo compulsivo, ma all'epoca non lo sapevo e passavo per quello strano, piagnone e via dicendo.

E quel morso all'asciugamano era nato solo per uno stupido disturbo all'occhio destro, che poi non era altro che una bazzecola, un solletico. Alla fine, sconsolato, deluso e pieno di rimorso, andai a fare colazione. Da quel giorno in avanti, smisi di fare "caccia e metti" con le lenti a contatto. Me le facevo andare bene al primo tentativo. Anche se avvertivo un lieve disturbo, lasciavo la lente lì dov'era, tanto si sarebbe aggiustata da sola cinque minuti dopo. A essere sinceri, arrivai a questa saggia decisione solo poiché mi accadde la stessa identica cosa anche i giorni successivi (ovvero si incollarono all'iride), quindi mi dovetti adeguare alle circostanze, per forza di cose. Col tempo, però, non ci feci più caso. Se solo l'avessi saputo un giorno o magari anche sei anni prima, non avrei addentato l'asciugamano e non mi sarei quindi lasciato travolgere da quell'immane tristezza a colazione. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Nonostante avessi perso quindici minuti buoni a combattere con la lente, arrivai a scuola prima di Ivi. In fondo, mi ero svegliato alle 6:10. Mi piantai di fronte all'edificio 4, in attesa della mia principessa, cercando di non pensare a quanto accaduto in bagno quella mattina. Una volta scorta in lontananza, però, ebbi paura che si potesse accorgere del mio inesistente dente storto grazie alla sua visione a raggi x in grado di andare al di là della mascherina e trovare difetti immaginari nella mia bocca, seppur vividi come non mai nella mia testa. Cercai in tutti i modi di farmi forza e scacciare via quello stupido pensiero, anche mentre parlavo con lei, ma ero talmente tanto abbattuto e demoralizzato che, una volta lontani, pensai: <<Questo è stato l'incontro peggiore di tutti, ha riso meno delle altre volte. Devo smettere di combattere sempre contro me stesso e lasciarmi buttarmi giù da un insulso asciugamano.>>

Voi pensate che tutto questo non sia vero, lo so. È irrazionale, inverosimile, da scemi totali. Ma è la verità, nuda e cruda. Io ho una paura gigantesca di farmi del male da solo. Ogni volta che per sbaglio sfioro la testa da qualche parte (cosa che può capitare, no?), mi servono svariate ore per riprendermi dal "trauma".

Solo nella mia testaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora