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Driiiiin! No, in verità la mia sveglia non ha per niente questo suono, ma ci siamo capiti. Erano le 7:15 del 14 giugno 2021. L'esame STEP sarebbe cominciato alle 10, ma mi avevano comunicato via email di arrivare con almeno mezz'ora di anticipo, allegando pure una marea di regole e raccomandazioni. Accidenti, sembrava una cosa davvero seria, ci avevo messo dieci minuti a leggerle tutte! Come se potessi copiare dalla custodia di una gomma da cancellare, bah! Meglio obbedire. A colazione feci le scorte di energia per il gran momento, visto che avrei dovuto reggere fino alle 13, stima del termine della prova. Frittata, pane, bacon, una classica colazione americana. In realtà, a casa mangiavo sempre tè e biscotti, ma negli hotel preferivo fare l'internazionale. Poi, quella era una colazione più sostanziosa e mi avrebbe aiutato a non farmi venire fame durante l'esame. Tornai in camera: andare in bagno fu una passeggiata grazie all'ansia. Tutto pronto, partimmo verso il fantomatico British Council, che distava solo 300 metri a piedi dal nostro hotel. C'era un po' di gente fuori ad aspettare. Mi misi a scrutarli, giusto per capire che aspetto avessero i miei rivali. Magari loro avevano fatto richiesta per Oxford o Cambridge, chissà! Lo STEP non era il test di ingresso personale dell'Imperial, ma era condiviso con più istituti anglosassoni. Insomma, quelli erano gli audaci che, come me, avevano intenzione di andare a studiare in una prestigiosa università inglese. Mi parevano fin troppo normali. Non c'era nessuno di quelli con gli occhiali storti e l'apparecchio, il classico secchione, tanto per intenderci. Dopo cinque minuti di attenta osservazione, mi fecero accomodare in una bizzarra sala d'attesa, con delle sedie che sembravano quegli alti sgabelli da bar. Era caldissimo, anche se non tanto quanto dentro la macchina di papà. Seppur in ansia per via dello STEP, la mia indole da romanticone (qualcuno la chiamerebbe da pervertito, ma non sono d'accordo) mi fece cadere un occhio su una bella ragazza lì in sala. Iniziai a immaginarmi che ci saremmo messi a parlare dei risultati dopo la prova, per poi innamorarci follemente e trascorrere l'estate a baciarci sotto il Colosseo. Purtroppo, poco dopo una signora portò via la ragazza dei miei desideri, insieme a quel ridicolo pensiero.

<<Sabbatini Abramo, Greco Maria e Fallaci Michelangelo, seguitemi al piano di sopra!>>

Erano solo le 9:20, già iniziavano a chiamare la gente dentro? Mi pareva strano. Non mi ci volle molto a capire che quelle persone erano lì per una certificazione linguistica e non per lo STEP. Il British Council teneva molti esami in contemporanea. Evidentemente i miei rivali dovevano ancora arrivare. Nel frattempo, nonostante avessi mangiato come un bue un'ora prima, scartai una barretta per evitare anche la minima possibilità che mi venisse un attacco di fame verso la fine della prova, ovvero durante i minuti più decisivi. Ogni morso mi pareva di star ingerendo un sasso. È brutto mangiare quando non hai nemmeno un briciolo di fame: non riuscii ad andare oltre metà. La incartocciai e la rimisi nello zaino. Intanto, non era arrivato nessun volto nuovo, nemmeno uno che avesse l'aspetto da esaminatore. Dove erano finiti tutti? No, non era possibile che mi avessero saltato o che mi fossi perso in quell'edificio. Avevo già assillato a dovere il tizio all'ingresso e mi aveva rassicurato che mi avrebbero chiamato loro.

<<Tu sei Maurizio Veggense, giusto? Per lo STEP?>> mi disse a una certa una signora.

<<Esattamente.>>

<<Bene, io sono la sorvegliante. Seguimi al piano di sopra.>>

Ancora non riuscivo a spiegarmi dove diavolo fossero i miei avversari. Magari avevano già preso il proprio posto in aula? Ero alquanto confuso. Appena finite le scale, la signora, come se fosse in grado di leggermi nel pensiero, mi sollevò il dubbio.

<<Mancano ancora 20 minuti all'inizio della prova. Qui c'è il bagno, se vuoi. Fai pure un calma, tanto sei l'unico che deve sostenere l'esame, non è un problema se iniziamo un po' dopo.>>

L'unico in tutto il centro Italia? La notizia mi lasciò altamente sbigottito. Magari nella sede di Milano c'era un mio sosia che, nella stessa situazione, si stava ponendo la medesima domanda. Meglio così, comunque. Almeno non avrei avuto alcun nemico intorno a me.

Andai al bagno, come suggeritomi dalla signora e vi rimasi per ben dieci minuti. Mentre mi stavo lavando le mani, mi accorsi che, in verità, non ero esattamente l'unico a sostenere quell'esame, a differenza di quanto mi era stato detto. Infatti, il fantasma di Luigi mi si materializzò in testa e, con voce malvagia, mi sussurrò: <<Io entrerò con te e non ti lascerò più, dall'inizio alla fine. Speriamo che ti vada male!>>.

Potevo liberarmi di lui come persona, ma mai sarei riuscito a sfuggire al suo fantasma. Mi chiesi se quello spettro idiota mi avrebbe infastido in ogni momento importante della mia vita, proprio come si stava divertendo a fare in quel momento. Come un capitano con in spalla il suo pappagallo, io, con in spalla il fantasma di Luigi, mi diressi insieme alla sorvegliante nell'aula dal quale sarei uscito da campione o da perdente. Gasp, eravamo davvero solo io e lei!

<<Date le circostanze, non starò qui a controllarti se hai questo o quell'altro, insomma, tutto quell'ammasso di regole. Basta che spegni il telefono e lo metti nello zaino.>>

Wow, alla faccia! Felice come un bambino, apparecchiai dunque il mio arsenale sul banco, violando almeno una decina di quelle stupidissime regole. Dopodiché, la signora mi consegnò il testo e il fascicolo con dentro i 32 fogli che avrei avuto a disposizione. Pochini, vero? Era fatto in quel modo cosicché, anche uno con una calligrafia gigantesca come la mia, non rimanesse senza carta, il che mi rassicurava assai. Ma mi piaceva ancor di più il fatto di non dovermi fare problemi per la mia brutta scrittura.

<<Se un correttore non riesce a capire il tuo lavoro, o lo trova illeggibile, consulterà gli altri membri del suo team di valutazione, il suo supervisore e un esperto di matematica. Finché il tuo lavoro è leggibile, non è necessario, o consigliabile, tentare di riscrivere le tue risposte poiché ciò porterebbe via tempo prezioso>> recitavano le FAQ sul loro sito.

Certo, non era mica un invito a scrivere dei geroglifici, però era piacevole leggere quelle parole, dopo tutte le volte che Carola o altri insegnanti mi avevano sgridato per la mia calligrafia. La mia tecnica era la seguente: prima a matita per trovare più o meno la strada o l'intuizione (per evitare di fare casino con le cancellature), per poi proseguire a penna. Era tempo di girare la famosa "NON GIRARE QUESTA PAGINA FINCHÉ NON TI SARÀ DETTO DI FARLO". Il mio biglietto vincente per Londra era lì davanti ai miei occhi. Toccava a me mostrare al mondo che me lo meritavo. A tutti!

<<Non chiedermi nulla sul testo, che tanto non capisco nulla di matematica!>>

A tutti, meno che alla sorvegliante.

Solo nella mia testaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora