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Ci mancava solo la verifica di ginnastica. Beh, chiamarla così è esagerato. Non era un normale compito in classe, bensì un kahoot. Per i meno esperti, un kahoot è un modo giocoso per fare dei test a risposta multipla. Nella sua versione standard, il docente piazza le domande, dà agli studenti il codice di accesso e, dopo aver annunciato il via, le domande, una alla volta, cominciano ad apparire sugli schermi degli sventurati. La classifica, che varia non solo in base al numero di risposte corrette, ma anche in base al tempo impiegato per rispondere, viene mostrata a seguito di ogni round, cioè alla fine del tempo limite fissato per ogni domanda. Ah, non vi ho ancora detto la parte divertente. Come in un videogioco, dopo aver scelto un nickname, si viene catapultati in una sala d'attesa, in cui compaiono tutti i nomi dei partecipanti, dal quale poi si esce nel momento in cui inizia il test vero e proprio. Ma il mio desiderio non era semplicemente quello di far apparire dei nomi buffi. Ivi e io avevamo lo stesso prof di ginnastica e di conseguenza la stessa "verifica", rigorosamente sulle Olimpiadi. E, cosa ancor più divertente, il suo kahoot era stato fissato un'ora dopo il mio. Il piano era il seguente: fare il mio test, segnarmi tutte le risposte, collegarmi un'ora dopo a quello di Ivi, scegliere come nickname "Vincerò io" e trionfare con gran distacco su tutta la classe di Gaia, con immenso stupore e perplessità da parte del prof. Non vedevo l'ora di vedere come avrebbe reagito quell'idiota. Tuttavia, ci fu purtroppo un grosso imprevisto: il mio kahoot venne rimandato, per motivi incerti, ma non quello di Ivi. Cambiai dunque programma: il famoso "Vincerò io" avrebbe spadroneggiato tra i miei stessi compagni di classe la settimana dopo, seguito poco sotto da "Maurizio Veggense". Intanto, però, era assolutamente necessario partecipare a quello di Gaia: come avrei fatto ad arrivare in testa con un nickname discutibile senza sapere prima tutte le risposte? La manovra maligna fu facilitata dalla sua amica Laura Tamburo, che accettò di buon grado di passarmi il codice di accesso alla loro verifica. Un quarto d'ora prima dell'inizio della prova, io, Ivi e Laura ci collegammo tutti allegramente su Discord.

<<Tamburo, condividi lo schermo. E soprattutto fai in modo che l'audio si senta bene, non voglio perdermi nemmeno una parola o espressione facciale del prof.>>

<<Così si vede bene?>>

<<Sì, ma si sente malino.>>

<<E adesso?>>

<<Peggio! Ma perché il tuo microfono è una patata?>>

Alla fine risolse il problema. Era tutto pronto. Lo spettacolo stava per cominciare.

Dopo cinque minuti di ritardo, il prof si collegò e cominciò la sua cantilena.

<<Allora ragazzi, facciamo questo piccolo test! Andate su kahoot.it. Poi...ah...che cos'è 'sta roba?>>

Iniziò a impanicarsi di fronte alla schermata di login.

<<Prof, comunque io sono entrata, eh! Sono Bernardi!>> lo interruppe una voce femminile.

<<Ah, va bene, ora ti segno. Bernardi...la mettiamo...presente...ok! Allora! Olimpiadi! Forza! Play! Il pin da inserire...eccolo! 8369308! Mettete il vostro cognome!>>

La musichetta della sala d'attesa partì e con essa il nostro piano.

<<Spero solo che non ci cacciamo nei guai!>> dissi alle due complici.

<<Basta che tu non fai casini strani!>> mi ammonì Gaia.

Sullo schermo iniziarono ad apparire i nomi dei loro compagni di classe. Tutto nella norma, finché non fece il suo ingresso sulla scena "Pizzibarbaro della Maremma".

<<No, ragazzi! Ho detto il vostro cognome, non un nickname qualsiasi! Se no come faccio a capire a chi corrisponde?>> tuonò Mariano, cancellando Pizzibarbaro dalla lista.

Solo nella mia testaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora