Lassie pov:
Mi svegliai di soprassalto sentendo un improvviso sobbalzo del letto, seguito dalla voce energica di Anton <<È ora di alzarsi, oggi sei con me>> annunciò con decisione. Gli rivolsi uno sguardo scontento, desiderando ardentemente poter prolungare il mio sonno. <<Vorrei solo dormire ancora un po'>> ribattei, cercando di nascondermi sotto le coperte. Anton esalò con impazienza e si allontanò dalla stanza, lasciandomi brevemente in pace.
Ma la tranquillità fu di breve durata. La porta si aprì di scatto e entrarono Dionisio, Terra, Valerian e Kora. La mia espressione si indurì mentre mi preparavo mentalmente ad affrontare un'altra giornata movimentata <<Oh no, se vi azzardate...>>cominciai a protestare, ma prima che potessi finire la frase, Dionisio e Anton mi afferrarono con forza, trascinandomi fuori dal letto e spingendomi fuori dalla stanza <<Cosa ci fate qui? Non dovreste essere con i vostri padroni>>obiettai quasi supplichevole, consapevole della mia vulnerabilità <<Sono a scuola e oggi non è il giorno dei Pet>>aggiunsi con voce flebile, cercando di far valere la mia situazione <<Inoltre, mamma voleva che passassi più tempo con voi, sapete bene che non è salutare per me rimanere sola>> mi rimproverò Anton, tentando di persuadermi con tono premuroso.
<<Apprezzavo la mia solitudine, Anton>>ribattei con un sospiro, esprimendo la mia preferenza per la tranquillità <<E se vi dicessi che avevo già trascorso del tempo con voi? Ero certa che preferiste fare altro anziché stare con me>>replicai, anche se le mie parole suonarono deboli e inefficaci.
Nonostante teoricamente potessimo avere avuto la stessa età, forse con una differenza di uno o due anni al massimo, sapevo che l'anzianità poteva influenzare le dinamiche interpersonali in maniera significativa. <<Vorremmo tanto, ma ci accorgemmo che mia madre avrebbe potuto punirmi. Dopotutto, eravamo legati dal vincolo di sorelle, che fosse un legame positivo o negativo>>confidò Terra con un sussurro carico di sfiducia.
Ci dirigemmo nel retro della casa, dove notai il furgone del padrone, imponente e maestoso. <<Un giorno lo guiderò>>annunziò con orgoglio Dionisio, salendo sopra il veicolo con determinazione <<Scendi giù immediatamente, se il padrone nota anche il più piccolo graffio su questa macchina, sarebbero stati guai seri>> ammonì Terra, intervenendo prontamente per prevenire una potenziale tragedia.<<Scusate, hai la patente?>>guardai Dionisio con aria interrogativa, lui scosse la testa e prima che potesse rispondere, Anton prese la parola <<Diciamo che una delle nostre mansioni è portare in macchina i nostri padroni>>disse con un sorriso. Ridacchiai alle sue parole <<Che c'è, sono pigri? Non sanno guidare da soli?>>Kora intervenne <<Solo i più ricchi possono permetterselo. E comunque sanno guidare, ma come ogni cosa devono perdere tempo a parlare al telefono con gli amici e tutto, quindi per non rischiare ci fanno guidare a noi>> Mentre parlavamo, Dionisio tornò con una palla e iniziò a palleggiare <<Ma la macchina del padrone è la più figa, peccato che può guidarla solo papà>>disse il ragazzo. <<E perché?>>chiesi curiosa <<Chi lo sa! Non fa guidare quel coso nemmeno ai suoi figli. Va beh, giochiamo? Schiaccia sette>>disse Anton prendendo la palla dalle mani di Dionisio.
Con controvoglia, accettai di partecipare al gioco di schiaccia sette. Ci raggruppammo intorno al muro esterno della casa del padrone, ognuno con il proprio turno per lanciare la palla contro il muro. L'obiettivo era fare rimbalzare la palla in modo imprevedibile per gli altri giocatori, rendendo difficile il recupero.
Anton si preparò per il suo turno con una determinazione evidente sul volto. Lanciò la palla con forza contro il muro, creando un rimbalzo che si propogò velocemente verso di noi. Terra si mosse per afferrare la palla, ma il suo movimento fu troppo repentino e la palla colpì il finestrino del padrone con un rumore sordo.
Un'atmosfera di imbarazzo si diffuse dopo il colpo, il silenzio si fece pesante mentre contemplavamo il vetro frantumato. Il viso di Anton si contrasse in una smorfia di preoccupazione, mentre Terra abbassava gli occhi con evidente senso di colpa. Era chiaro che nessuno di noi avrebbe desiderato essere responsabile di un danneggiamento così evidente alla proprietà del nostro padrone.
<<Sei nei guai, Anton>>, dissi guardandolo. Lui si voltò verso di me con uno sguardo carico di minaccia: <<SE APRI BOCCA, TI FACCIO A PEZZI>> mi allontanai di qualche passo mentre Anton continuava con voce bassa ma ferma: <<Abbiamo una regola, nessuno tradisce nessuno>>. Annuii comprensivo: <<Stai tranquillo, non è nei miei piani divulgare nulla di tutto ciò>> Prima che Anton potesse replicare, arrivò la padrona. Appena scorse l'auto danneggiata, ci fulminò con uno sguardo tagliente: <<In studio, tutti voi>>Ero in piedi nello studio da circa un'ora e mezzo, e più il tempo passava, più la paura si insinuava dentro di me. Nella mia testa si susseguivano scenari, immaginavo se ci sarebbe stata una punizione di gruppo o meno. <<Cosa stiamo aspettando?>> chiese Lassie, e io sospirai pesantemente. <<I padroni>>, risposi secamente. Proprio in quel momento entrarono il padrone con i suoi figli, nostro padre e Felia, Trixie e mia madre.
Ci mettemmo tutti sugli attenti mentre il padrone iniziava a camminare avanti e indietro, scrutandoci attentamente, cercando di capire chi fosse stato il responsabile. <<Complimenti a chi ha frantumato il finestrino>>, il suo tono era severo. <<Quante volte devo ripetervi di non giocare lì? Ma voi fate sempre di testa vostra>>, era visibilmente arrabbiato, ma sembrava che ci fosse più dietro a questa rabbia, come se qualcosa fosse accaduto precedentemente.
<<Ora, chi mi dice chi è stato?>>, chiese senza mezzi termini. Nessuno di noi proferì parola, e il padrone sospirò, voltandosi poi verso i nostri genitori e i suoi figli. <<Piccoli bugiardi crescono, vi farò passare questa voglia>>, disse con un tono che lasciava trasparire una delusione profonda e prese dai capelli Dionisio e iniziò a sculacciarlo a quella scena non potevo non fare nulla << Sono stato io, Padrone>>
Il padrone si bloccò, mentre lo sguardo di Dionisio era diventato compassionevole << È stato un incidente, non l'ho fatto apposta>> finì di dire, il padrone fece un sorriso, quasi sadico, ed mi ordinò di venire verso di lui.
Mi avvicinai e un forte schiaffo mi arrivò in pieno volto facendomi cadere << Ginevra sta a te punirlo, appartiene a te>> vidi che si tolse la cintura e la porse alla sua figlia che senza esitazione la prese.Mi alzai e mi distesi sul bracciolo, diedi un ultimo sguardo a mia madre, i suoi occhi erano incazzati e poi guardai mio padre che sicuramente le avrei prese anche da lui. Mentre ero trai i miei pensieri arrivò il primo colpo, sgranai gli occhi un secondo e subito dopo ne arrivò un'altro e così via, i colpi erano veloci e non c'erano momenti di pausa, Ginevra mi teneva bene tra le palle e se avessi fatto movimenti bruschi avrei sentito il doppio del dolore.
Andò avanti per circa 10 minuti finché il padrone non proferì parola << Ora può bastare, non mangerà stasera e ti allenerai il doppio e avrai il divieto di uscire per 1 settimana, intesi?>> disse. Mi alzai dal bracciolo del divano e annuì << si padrone>> dissi << bene, siete congedati>> e uscimmo tutti dalla stanza.Lassie pov:
Dopo la punizione, tornammo nelle nostre stanze. Anton venne punito da Dante <<Che coglione>>, disse Commander, sedendosi sul letto. <<Stai zitto che una volta tu tirasti una freccia sulle ruote>>, intervenne Lexie, che si unì a lui sul letto. Poco dopo, rientrò Red, con un'aria stanca. <<Anton, madre?>> chiese Lexie. <<Dormirà nella cella frigorifero>>, rispose Red. Non sapevo di cosa stesse parlando, ma non sembrava una cosa positiva.
<<Comunque, Lassie, vieni qui che devo allattarti>>, disse Red, rivolgendosi a me. Non ne avevo voglia, ma decisi di non controbattere. Non era una giornata facile <<Sì, madre>>, risposi.
STAI LEGGENDO
𝑪𝒂𝒕𝒆𝒏𝒆 𝒆 𝒐𝒓𝒅𝒊𝒏𝒊
RandomElen ( in futuro si chiamerà Lassie) una giovane ragazza di diciotto anni, vive una vita apparentemente tranquilla nella piccola cittadina costiera di Bluehaven. La sua esistenza venne improvvisamente stravolta quando, durante una notte tempestosa...