Lassie pov:
Non avevo mai osato andare al quarto piano della casa, anche perché i padroni non volevano e come piano non mi aveva del tutto incuriosito. Bussai alla sua porta e sentii un <<Entra>>così, con passo deciso, entrai.Appena vidi la sua camera, alzai un sopracciglio. "Che esagerazione," pensai. Lo stile era quasi regale, dominato dal blu con rifiniture dorate. Il letto matrimoniale era imponente e una porta ad arco rivelava una scala, probabilmente portava a un secondo piano. Sul soffitto brillavano delle luci LED, che conferivano un tocco moderno all'ambiente. Il ragazzo era seduto su una sedia, un frustino in mano. Mi fece cenno di avvicinarmi e, con sospetto, obbedii. Mi fissava intensamente, come se stesse valutando ogni mio movimento. <<Ci sono delle regole che devi eseguire>> iniziò. "Fantastico, altre regole," <<Io per te sono padrone e qualunque cosa ti ordino tu la esegui, tranne se è mio zio ad ordinarti qualcosa, lui ha più potere di me. Secondo, non devi mai mentire. Terzo, tu mi appartieni, quindi vedi di non farti toccare da nessuno. Quarto, quando ti chiamo, voglio che tu venga subito, a meno che tu non sia con tua madre, in quel caso posso accettare un ritardo. Quinto, non contraddirmi. Sesto, non rispondermi mai male. Queste sono le regole più importanti, ed è inutile che ti spiego cosa succede se non fai quello che ti ordino. Ci siamo capiti?>>
Annuì con la testa, ma lui mi colpì con uno schiaffo <<Le parole>> mi ricordò severamente. "Tale zio, tale nipote," pensai, provando a non far trasparire la mia rabbia. <<Sì, ho capito>> dissi infine <<Bene, ora devo studiare. Tu mettiti sotto la scrivania, ti ho preso una cuccia>>ordinò. Guardai in basso e vidi effettivamente una cuccia con un cuscino rosso sopra. Ero riluttante <<Ci sono problemi?>>chiese Miles, picchiettando il frustino sulla gamba. Scossi la testa e mi infilai nella cuccia. Lo feci solo per evitare ulteriori punizioni, cercando di non pensare a quanto fosse umiliante quella situazione.
Mi rannicchiai nella cuccia sotto la scrivania, l'umiliazione era palpabile, ma cercai di non pensarci. Miles iniziò a studiare e potevo sentire il suono del suo borbottare, scrivere e ripetere, tutto incentrato su argomenti legali. La stanza era silenziosa a parte il mormorio dei suoi studi, interrotto solo dalle sue mani che ogni tanto mi accarezzavano la testa. Mi piaceva? Assolutamente no. Ma secondo Red, non dovevo osare ribellarmi o le avrei prese anche da lei. Ogni volta che la mano di Miles si posava su di me, un brivido di disprezzo mi attraversava, ma rimanevo immobile, consapevole delle conseguenze. L'unica cosa che mi impediva di rilassarmi completamente era quel frustino in bella vista sulla scrivania, un costante promemoria del suo potere su di me. Miles sembrava assorto nei suoi studi, e io mi sforzavo di non pensare troppo a quanto fossi caduta in basso. Ogni tanto chiudevo gli occhi e immaginavo di essere altrove, lontano da quella stanza opulenta e dalle regole oppressive. Ma la realtà era sempre lì, pronta a richiamarmi con il fruscio delle pagine girate o con il tocco della mano di Miles. Passarono ore, o almeno così mi sembrava, finché finalmente Miles si alzò e si stiracchiò. <<Devo uscire per un po'>>disse, guardandomi con indifferenza. <<Rimani qui finché non torno>>Senza aspettare una risposta, uscì dalla stanza, lasciandomi sola.
Non appena la porta si chiuse, uscii cautamente dalla cuccia e mi sedetti sulla sedia che Miles aveva occupato poco prima. Osservai i suoi libri, Come immaginavo, Miles stava studiando legge. Cercai di immaginarmelo come avvocato, ma non ce lo vedevo. Forse perché non lo conoscevo ancora abbastanza per giudicare, ma a pelle non mi sembrava il tipo. Mi guardai intorno nella sua stanza, cercando di cogliere altri dettagli della sua personalità. Notai che era un appassionato di arti marziali, pistole e football, evidenziato dagli oggetti sparsi qua e là. Mi avvicinai al comodino e vidi una foto della sua famiglia. Suo padre era praticamente uguale al padrone, sembravano gemelli. Dionisio mi aveva raccontato che il padrone aveva due fratelli, e Miles doveva essere il fratello di mezzo. Anche Miles aveva una famiglia numerosa, con due sorelle e due fratelli. "Famiglia allargata," pensai Continuai a esplorare tra le sue cose, scoprendo che amava lo stile casual ma anche elegante, e che era incredibilmente ordinato. Il suo armadio era impeccabile, con i vestiti disposti in modo meticoloso. Questa precisione contrastava con l'immagine che avevo di lui, quella di un ragazzo severo e autoritario. Mentre mi aggiravo nella stanza, un pensiero mi attraversò la mente: chissà se questa sua precisione e severità derivavano dall'ambiente familiare in cui era cresciuto.
<<Ti ho detto che potevi uscire dalla cuccia?>> La voce di Miles mi fece girare di scatto. Non mi ero accorta che fosse rientrato. Provai a dire qualcosa, ma uno schiaffo mi colpì in fronte. Mi toccai la guancia dolorante e alzai lo sguardo verso di lui. L'espressione di Miles era infastidita, e la sua figura sembrava ingigantirsi davanti a me, come un orso minaccioso. Indietreggiai leggermente, intimorita <<Allora, mi rispondi?>>chiese con tono imperativo. Scossi la testa leggermente, cercando di mantenere la calma. <<Nessuno... signore>> dissi mordendomi il labbro. Miles si rilassò leggermente, ma non del tutto. Prese il frustino dalla scrivania e mi guardò con freddezza.
<<Mettiti in posizione>>ordinò.
Scossi la testa, la rabbia e la frustrazione finalmente superando la paura. <<Non ho fatto nulla di male, mi pare esagerato>>risposi. Miles alzò un sopracciglio, il suo sorriso diventando sarcastico.
<<Ma davvero?>>disse con tono beffardo.
<<Davvero,>>risposi secca.
Il suo sorriso scomparve. Forse si aspettava che mi rimangiassi le parole. Con una rapidità spaventosa, mi afferrò per i capelli e mi costrinse a stendermi sul tavolo. Mi abbassò i pantaloni e le mutande, e senza alcuna esitazione iniziò a colpirmi con il frustino.
Ogni colpo era un'esplosione di dolore, e trattenere le urla era quasi impossibile. Le lacrime cominciarono a scendere, ma cercai di non piangere troppo forte o comunque di soffocare le urla di quel momento. Miles a differenza di suo zio e di mia madre, lui colpiva veloce, senza intervalli, senza darmi il momento di capire il dolore, di abituarmici che subito dopo un'altea scarica arrivava.Dopo quello che sembrò un'eternità, si fermò. Respiravo a fatica, il corpo scosso dai tremiti. Miles mi lasciò andare e mi guardò dall'alto in basso <<Questo è quello che succede quando mi contraddici>> disse freddamente. Mi rialzai lentamente, cercando di coprirmi e di trovare un po' di dignità in mezzo a quell'umiliazione. Prima di tornare nella cuccia, Miles mi abbasso i pantaloni e le mutande <<A sedere scoperto, la prossima volta ti lascio nuda>> ringhiò, indicandomi la cuccia. Con gli occhi lucidi, mi avviai verso il mio rifugio e mi rannicchiai dentro. Lo odiavo? Ovviamente. Ma dovevo farmelo piacere se volevo sopravvivere.
<<Sappi che mi lamenterò con mio zio. Mi aspettavo una cagnolina più obbediente>> disse Miles, accarezzandomi. Rabbrividii a quel gesto, il tocco mi dava i brividi. Alle sue parole sospirai. Significava che le avrei prese di nuovo, perché suo zio lo avrebbe detto a Red, la quale mi avrebbe sicuramente punita. Miles continuava a studiare, ignorandomi di nuovo, come se nulla fosse successo. Ogni tanto lanciava uno sguardo nella mia direzione, assicurandosi che fossi ancora lì, obbediente e sottomessa. Il tempo passava lentamente, e il silenzio nella stanza era interrotto solo dal fruscio delle pagine e dal rumore della penna di Miles. Dovevo resistere, dovevo trovare un modo per sopravvivere. Anche se il futuro sembrava cupo, non potevo permettermi di arrendermi. E così, rannicchiata nella cuccia, continuai a lottare in silenzio, sperando che un giorno le cose potessero cambiare.
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Spazio autore:
Salve a tutti, in questo momento sono in vacanza..... comunque ecco un'altro capitolo.Ci tenevo anche a informarvi che ho scritto una nuova storia "La Casa Delle Lacrime Silenziose" andate a leggerla se volete
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𝑪𝒂𝒕𝒆𝒏𝒆 𝒆 𝒐𝒓𝒅𝒊𝒏𝒊
RandomElen ( in futuro si chiamerà Lassie) una giovane ragazza di diciotto anni, vive una vita apparentemente tranquilla nella piccola cittadina costiera di Bluehaven. La sua esistenza venne improvvisamente stravolta quando, durante una notte tempestosa...