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POV: Maria

È passata una settimana. Sette giorni senza parlare con Sabrina, senza scriverle, senza vederla. Oggi finalmente ci rivedremo alle registrazioni di Tu sì que vales.

Dovrei essere contenta, ma in realtà sono preoccupata. Ho paura che, appena la guarderò negli occhi, mi dirà che ha scelto Flavio. E io? Io so solo che sono innamorata di lei.

Per distrarmi, mi sono buttata a capofitto nel lavoro. Ho riempito ogni minuto delle mie giornate per non pensare a lei. Ma è servito a qualcosa? Assolutamente no.

Ora sono nel mio studio. Tra poco iniziamo e ancora non so neanche se è arrivata. Mi guardo allo specchio: sono vestita tutta di blu—pantaloni, maglietta, giacca e persino i tacchi.

Mentre sono immersa nei miei pensieri, sento bussare. Il cuore mi batte forte.

— "Signora De Filippi, si inizia."

Annuisco, prendo il mio astuccio di caramelle ed esco. Mi siedo sulla poltrona. Di Sabrina nessuna traccia. O almeno, così sembra.

Poi la vedo.

Cammina verso di noi con un vestito nero decorato con fiori rosa. Ai piedi ha delle scarpe abbinate che luccicano leggermente. Glitter? Forse sì, forse no. Non lo so. So solo che è bellissima.

Mi perdo a guardarla. E lei se ne accorge. Abbassa lo sguardo per un secondo, ma il lieve rossore sulle sue guance mi dice tutto.

Quel vestito le sta da Dio. Esalta le sue forme in un modo che mi fa venire voglia di prenderla, mettermela a cavalcioni e baciarla senza pensarci due volte.

Maria, piantala! Concentrati!

La prima parte della registrazione scorre senza particolari problemi. O meglio, a parte i nostri sguardi che si cercano e si evitano a intermittenza.

Arriva la pausa.

Sto ancora cercando di capire se andare a parlarle oppure no, quando la sento avvicinarsi. Senza dire nulla, mi afferra per il polso e mi trascina con sé.

— "Sabrina, ma che fai?" cerco di protestare, ma lei non mi dà il tempo di dire altro.

Mi porta nel suo camerino, chiude la porta a chiave e mi guarda.

— "Dobbiamo parlà."

— "E non potevamo farlo più tardi?" incrocio le braccia.

— "No."

Sospiro, esasperata.

— "Dimmi allora."

— "Nun qui. Vengo a casa tua stasera."

La fisso, sorpresa.

— "E Flavio?"

— "A casa mia ce sta lui, quindi nun ce posso sta io."

Si incrocia le braccia, sguardo sicuro.

— "Alle otto?" chiedo.

Lei annuisce. Poi, all'improvviso, fa un passo avanti.

— "Marì... famme fa 'na cosa."

Il mio cuore accelera.

— "Che cosa?"

Non mi risponde. Si avvicina ancora di più, mi prende il viso tra le mani e mi bacia.

Le sue labbra... Dio, quanto mi erano mancate. È un bacio intenso, di quelli che ti tolgono il fiato. E io, per quanto volessi resistere, cedo subito.

Quando ci stacchiamo, i nostri respiri sono irregolari.

— "Scusa, ma nun ce la facevo più."

Abbasso lo sguardo. Anche io ne avevo bisogno, ma sono ancora arrabbiata con lei. Mara mi ha detto che questa settimana Sabrina ha avuto degli attacchi di panico per colpa mia, eppure non mi ha chiamata. Non mi ha detto niente. Per orgoglio? Per paura? Non lo so.

Deferilli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora