Gli era stato impossibile calmare Joffrey. Suo fratello si era rinchiuso nella propria stanza e aveva gridato a Luke di andarsene. In una situazione diversa Lucerys avrebbe insistito ma lui stesso aveva paure e ansie da gestire e in quel momento non si reputava la persona più adatta per calmare la rabbia di suo fratello.
Era notte fonda, sapeva che avrebbe dovuto cercare di dormire ma il sonno lo eludeva completamente. Il suo cuore batteva forte all'idea del compito che avrebbe dovuto portare a termine il giorno successivo.
Aveva paura.
Passeggiava stretto nella sua pelliccia con occhi fissi sulla foresta ora popolata da Lupi. Si domandò che cosa stessero facendo e, se ora che un leggero nevischio aveva iniziato a scendere dal cielo, non avessero freddo.
Si appoggiò a una delle finestre mentre il freddo vento gli spingeva in faccia i piccoli fiocchi, facendo arrossare il suo naso e le sue guance.
Sobbalzò quando notò un movimento fra le cime degli alberi, una figura nera e silenziosa, i cui capelli bianchi però rivelavano subito la sua identità.
Aemond fluttuava sopra le cime degli alberi, con la suola dei pesanti stivali che sfiorava e piegava lievemente la cima di un enorme pino. Sotto di lui giungeva fruscii e bassi ululati che Luke poté sentire più che chiaramente. I Lupi erano infastiditi dalla presenza di suo zio.
Si domandò se Aemond stesse facendo la guardia ma poi, riflettendo, pensò che suo zio li stesse solamente infastidendo. Non c'era motivo di fare loro la guardia, Ser Harrold era rientrato a palazzo e la pedana riempiva il buco all'ingresso, impedendo a chiunque di non invitato di salire.
Luke appoggiò le braccia al freddo davanzale e subito dopo vi poggiò sopra il mento, continuando a osservare lo zio senza il pericolo di essere visto.
Aemond era perfettamente immobile nonostante il vento e la neve, solamente i suoi capelli e i suoi abiti ondeggiavano a destra e a sinistra, colpiti dalle stesse correnti che lo tenevano sollevato in aria.
Un ululato più profondo degli altri lo fece sussultare. Si portò una mano al petto, dove il suo cuore batteva veloce. Aemond rimase immobile per ancora qualche istante e poi volò via, posando i piedi su un quattro davanzali più in là rispetto a dove si trovava Lucerys. Con un balzo elegante scivolò sul pavimento e si passò una mano fra i capelli, sistemando i ciuffi che erano stati strappati dal vento.
"Mi spiavi?" domandò rivolgendosi a Luke che sobbalzò, non immaginava di essere stato visto ma Aemond doveva avere udito e vista più sviluppati dei suoi.
Luke raddrizzò la schiena e si leccò le labbra, stringendosi nella pesante pelliccia che gli accarezzava il collo e le guance.
"Non riesco a dormire," spiegò mentre suo zio gli si avvicinava con passo lento e mani nascoste dietro la schiena. Illuminato dalla fioca luce della luna appariva molto più simile a Daemon di quello che Luke avrebbe immaginato. C'era sicurezza nella sua postura a anche sfacciataggine.
"Sei nervoso, lo sento dal tuo battito," disse fermandosi a un passo da lui. Luke fu costretto a sollevare il viso e i suoi occhi scuri incontrarono quello viola di Aemond. Ora che gli era così vicino poteva vedere tutti i piccoli fiocchi che si erano aggrappati alla sua figura, ai capelli e al viso affilato, alla benda che gli copriva l'occhio sinistro.
"Un po'," ammise con le guance rosse e il labbro inferiore stretto tra i denti. Distolse lo sguardo, posando gli occhi sul cielo coperto da nuvole così sottili che la sagoma della luna era ancora perfettamente visibile.
"Sai... se avessi il tuo dono volerei fino ad Approdo del Re per vedere il mare," confessò appoggiando le mani al davanzale. Era Harwin a raccontare loro di tutti i luoghi che si trovavano a sud, del mare e delle spiagge dorate che lui aveva visto quando era soltanto un bambino ma che gli avevano lasciato un immagine così vivida che senza sforzarsi riusciva a ricordare la consistenza della sabbia e il suo calore.
"Temo di non volermi allontanare da qui," disse fermandosi al suo fianco, appoggiando a propria volta le mani contro la fredda pietra. Fu costretto a chinare un poco la schiena, il suo mignolo che sfiorava quello caldo di Lucerys. C'era timore nella sua voce, come se laggiù, lontano da quella barriera di ghiaccio e pietra, ci fosse solo sofferenza.
"Joffrey dice che una volta Daemon è quasi caduto dalla piattaforma," disse sollevando lo sguardo su suo zio. Lui annuì ghignando.
"Perché non porti Aegon a volare con te?" domandò Luke riportando lo sguardo sulla pianura e la foresta che veniva subito dopo. Gli ululati erano cessati e i Lupi dovevano essersi ritirati per la notte.
"Perché se lo facessi proverei il desiderio di gettarlo nel vuoto e vedere la sua testa spaccarsi contro le rocce," spiegò leccandosi le labbra.
Luke si morse l'interno delle guance, stringendo le mani in due pugni.
"Non andate particolarmente d'accordo," commentò riportando lo sguardo sullo zio che sorrise, incrociando le braccia contro il petto.
"Aegon è testardo, irascibile e svogliato. È stato così per quasi ottocento anni. Fa del suo meglio per redimersi ma il mio perdono non è facile da guadagnare come quello di Helaena e Daeron," spiegò lui appoggiandosi alla parete con il fianco.
Luke non aveva idea di che cosa fosse successo in passato. Non sapeva spiegare come da una donna splendida, pur con i suoi difetti, come Lady Alicent fosse nato un giovane Drago come Aegon. Vedeva però in lui un tentativo di migliorarsi, era scortese e irruente ma Luke non poteva fare a meno di apprezzarlo. Ma dopotutto, il suo sangue stava tenendo in vita suo padre.
Aemond gli porse una mano e Luke la guardò, interrogativo. Le dita di suo zio erano lunghe e affusolate, le unghie erano ben tenute pur essendo più lunghe di quello che lui avrebbe immaginato.
"Vieni, avanti..." insistette lui. Il polsino del suo cappotto si era leggermente sollevato, rivelando la pelle bianca e segnata da un'orribile cicatrice rossa e spessa che avvolgeva interamente il polso.
Luke prese un profondo respiro e strinse la mano di Aemond. In un battito di ciglia il braccio libero di suo zio si strinse attorno alla sua vita e in un secondo battito si ritrovarono sospesi da terra e fuori dalla finestra.
Luke trattenne uno strillo e si aggrappò alle spalle di Aemond, nascondendo il viso contro la sua spalla. Il suo petto si sollevò in una risata silenziosa mentre il vento e la neve schiaffeggiavano la schiena di Lucerys.
Non aveva immaginato che volare fosse così. Le sue gambe tremavano, i suoi muscoli sembravano in confusione, non comprendendo il movimento derivato da un'assenza di appoggio.
Schizzarono in avanti, davanti al lungo corridoio privo di vetrate e poi su verso le camere da letto. Girarono attorno alla torre in cui erano nascosti i draghi e poi giù verso la foresta, così in basso che i piedi di Luke sfiorarono le cime degli alberi.
"Non avere paura," disse Aemond mentre volevano in verticale e sempre più in alto.
"Non ho paura!" esclamò Lucerys prima di iniziare a gridare quando Aemond si lasciò cadere nel vuoto, la schiena rivolta verso terra e i capelli bianchi che schiaffeggiavano il viso di suo nipote.
"Aemond!" gridò poco prima che si schiantassero.
Aemond lo trascinò nuovamente verso l'alto e poi contro la parete della Barriera. Da lì salirono in alto e sempre più in alto, giungendo infine sulla cima ghiacciata. Solo allora Aemond lo lasciò andare.
Luke si chinò in avanti, appoggiando le mani contro le ginocchia tremanti. Aveva il fiatone nonostante tutto ciò che aveva fatto fosse stato rimanere attaccato al collo di suo zio.
"Sei pazzo," disse tenendo una mano premuta contro al petto. Il suo cuore batteva all'impazzata, facendo sussultare i suoi poveri polpastrelli.
Aemond ghignò e si chinò su di lui, i denti perfettamente in mostra e le labbra ridotte a due linee sottili.
"Stai tremando," gli fece notare e Luke sentì il bisogno di gridare. Sbuffò e si sedette sopra al ghiaccio, la pelliccia che creava abbastanza spessore da tenere lontano il gelo.
Aemond sorrise e si sedette al suo fianco, con i piedi che penzolavano oltre il bordo del precipizio. Luke si aggrappò al suo braccio, come se avesse paura che lo zio potesse precipitare nel vuoto.
"Perché sei nervoso?" gli domandò Aemond. Luke sospirò e si strinse nelle spalle, nascondendo le fredde mani sotto la pelliccia. Il giorno dopo avrebbe indossato qualcos'altro. Non era ancora riuscito a scoprire se quella peluria appartenesse o meno a un lupo e non voleva correre rischi.
"Non ho mai usato il mio dono su così tante persone. E se sbagliassi?" domandò portando lo sguardo su Aemond. Il suo unico occhio lo fissava mentre la benda era nascosta dal suo profilo.
"Non sbaglierai," lo rassicurò Aemond.
"E tu come fai a saperlo?" domandò Luke incrociando le braccia contro il petto. I suoi piedi dondolavano nel vuoto, avanti e indietro, scavando piccoli solchi nella Barriera. Il vento batteva impetuoso alle sue spalle e Luke si trovò a voltarsi. Oltre la Barriera c'era un mondo di bianco e neve, pini e alte montagne.
"I doni sono infallibili, Lucerys," gli disse guardando dritto davanti a sé.
Luke si voltò e la sua bocca si aprì prima che lui potesse realizzarlo.
"Ma Daeron ti ha ferito," disse per poi coprirsi immediatamente la bocca con entrambe le mani. Aemond si fece rigido ma solo per un istante poi, le sue spalle tornarono a rilassarsi e un sorriso gli piegò le labbra.
"Ti sei interessato a me?" domandò Aemond con lo stesso tono con cui Harwin un tempo parlava a sua madre e con quello che ora Daemon usava con lei.
Luke arrossì e distolse lo sguardo, mordendosi le labbra.
"È stato Aegon a dirmelo," disse stringendosi nella pelliccia. Una spessa nebbia si era sollevata oltre la Barriera e le nuvole si erano fatte più opprimenti, cariche di neve che presto si sarebbe abbattuta su di loro.
"Ah, ovviamente," commentò Aemond che non si era aspettato nulla di diverso.
Enormi fiocchi iniziarono a cadere dal cielo, in pochi istanti la testa di Luke fu ricoperta da soffici fiocchi che resero i suoi capelli dello stesso bianco intendo di suo zio. Luke scosse il capo e rabbrividì quando un mucchietto di neve gli finì sul collo e giù per la schiena bollente.
Aemond si alzò in piedi, rivolgendo lo sguardo oltre la Barriera, là dove non esisteva altro che gelo.
"Vieni," gli disse porgendogli la mano.
"Ti riporto a casa," sussurrò mentre Luke stringeva le sue dita fra le proprie.
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Frost Bite
FanfictionFantasy/Sovrannaturale AU. Niente re e niente principi, solamente una famiglia che cerca di sopravvivere. - Forse loro madre gli aveva sempre mentito. Forse la loro vita non era quella che avevano immaginato. - Dal testo: Laggiù nella pianura ill...