Capitolo 16:

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Tre giorni dopo Viserys decise che la cattura dei Lupi era motivo di festeggiamenti. A nulla valsero le parole di Alicent o di Rhaenyra, il Conte aveva deciso che la sala delle cerimonie sarebbe stata preparata per i festeggiamenti e le due donne furono costrette ad arrendersi alla sua testardaggine.
Da quando Otto era stato catturato Viserys era gioioso. Aemond recuperava ogni mattina il sangue del nonno per poterlo utilizzare per rallentare il veleno che circolava nelle vene di Viserys. E a mano a mano che i giorni il Conte sembrava tornare sempre più in salute.
Lupi e Draghi erano sparsi lungo la sala, con i servitori che correvano avanti e indietro per soddisfare l'appetito degli ospiti.
Jace non aveva mai visto così tanti servi tutti insieme. Se ne stava in un angolo con in mano una coppa di vino diluita con del sangue. Rhaenyra aveva assicurato che si trattasse di sangue animale e Jace le era stato grato. Luke gli aveva assicurato di non aver bevuto sangue umano ma Joffrey era un'altra questione. Loro fratello non lo aveva ammesso apertamente ma la risposta era chiara, lo si vedeva dalla sua espressione mentre si cibava di sangue animale, non c'era lucentezza nel suo sguardo e combatteva perché il suo naso non si arricciasse in un'espressione di disgusto.
Viserys e Rickon stavano cantando qualche vecchia canzone ad alta voce e con tono estremamente stonato. I Lupi incitavano il loro Signore battendo le mani e Rickon allungò un braccio, avvolgendolo attorno alle spalle del vecchio che aveva accudito Lucerys quando si era sentito male. Anche lui si unì ai canti. Loro tre dovevano essere gli unici a conoscerli o forse Daemon preferiva preservare il proprio orgoglio.
Jace sbuffò una risata e nascose le labbra contro la coppa. Sollevò lo sguardo e ghignò quando vide Cregan avvicinarsi. Il giovane Lupo si era completamente ripreso, tagli e morsi si erano completamente riassorbiti, lasciando profonde cicatrici al posto della carne sanguinante. Cregan diceva che probabilmente le cicatrice minori si sarebbero assorbite con il tempo ma che a lui non dispiacevano affatto, simboleggiavano il suo coraggio e il suo essere sopravvissuto.
"Ti stai divertendo?" domandò il Lupo. Sollevò le spalle e incavò la testa quando suo padre strillò una nota particolarmente acuta.
Jace ridacchiò e trangugiò ciò che restava del vino. Aveva bevuto più di quello che avrebbe voluto ma quella sera si sentiva particolarmente affamato, le sue gengive fremevano, come se i denti desiderassero affondare in qualcosa di diverso dalla carne animale.
"Non sono mai stato a una festa," disse sollevando lo sguardo su Cregan che si spostò al suo fianco, appoggiando la schiena alla fredda parete nera. Il Lupo sollevò un sopracciglio ma poi sembrò ragionare su quelle parole e arrivare alla giusta conclusione.
Jace e i suoi fratelli avevano passato l'intera esistenza nascosti in una pianura. Non avevano mai fatto visita alle grandi città o al maniero di loro nonno.
"Ti piace?" gli domandò allora prendendo una coppa di vino da un servitore che passò al loro fianco. Ne bevve un sorso e si pulì i baffi.
Jace si mordicchiò le labbra e poi annuì con qualche timore. Sollevò una mano e gesticolò attorno a sé.
"È tutto così... caotico," spiegò accennando a suo nonno e Rickon che cantavano, ai Lupi che danzavano per la sala e a sua madre che rideva sguaiatamente a qualcosa che Daemon le aveva appena sussurrato all'orecchio.
Luke e Joff erano con i loro zii e quella sera anche Aegon aveva fatto la sua comparsa. A quanto sembrava Helaena era molto vicina al parto e suo marito preferiva rimanere al suo fianco il più a lungo possibile senza creare disagio o fastidio, e una festa avrebbe senza ombra di dubbio messo Helaena in una brutta posizione. Loro zia aveva ordinato ad Aegon di andarsi a divertire e di lasciarla sola. Aegon diceva che Helaena l'avesse fatto per lui ma Jace sospettava che sua zia fosse stanca di essere trattata come una statua di vetro.
Cregan sorrise e prese un altro sorso di vino.
"Dovresti vedere le feste a Grande Inverno, a metà serata circa la metà degli ospiti è nuda, con Lupi che corrono per la sala e, beh... chi corre in camera da letto," disse Cregan e Jace si sentì avvampare. Pensò di avere le guance rosse ma quando guardò il proprio riflesso nella coppa vide solo pelle chiara e coperta di lentiggini.
Aggrottò le sopracciglia ma si costrinse a riportare lo sguardo su Cregan.
"Pensi che qualcuno... correrà in camera da letto?" domandò Jace inclinando il capo e sollevando un sopracciglia. Cregan si schiarì la gola e leccò le labbra, era evidente ciò che volesse dire ma si trattenne.
"Daemon e tua madre, mio padre e un paio di Lupi," e accennò al genitore che si era affiancato agli stessi ragazzi che Jace aveva visto la prima volta che aveva parlato privatamente con il Lord di Grande Inverno.
"Daeron e tuo fratello e tu e-" Jace lo interruppe battendogli una mano contro il braccio, gli occhi sgranati e le labbra socchiuse.
Daeron e suo fratello stavano- ma poi si interruppe, il suo cuore che batteva veloce e gli occhi fissi sul viso scolpito di Cregan. La coppa vuota minacciò di cadergli di mano ma dubitava che qualcuno se ne sarebbe accorto tale era il baccano.
Cregan inclinò il capo e sollevò le sopracciglia, un invito.
"Tu e io," concluse Jace stringendo la coppa con entrambe le mani.
"Se tu vuoi," rispose Cregan accennando poi all'unica uscita fatta eccezione per quella della servitù. Jace si leccò le labbra e si guardò attorno, come se temesse che i suoi fratelli stessero aspettando proprio quel momento per coglierlo di sorpresa. Ma Joffrey stava parlando con Aemond, Jace non li aveva mai visti insieme ma loro zio sembrava molto interessato a ciò che suo fratello minore aveva da dire. E Luke si stava avvicinando a Daeron e Aegon, aveva un'aria cospiratoria ma Jace decise di non intervenire, aveva altro a cui pensare.
"Voglio," disse lui puntando gli occhi in quelli grigi di Cregan. Lui sorrise, un sorriso così grande e sincero che Jace sentì le ginocchia tremare. Cregan gli offrì un braccio e Jace lo afferrò immediatamente, lasciando che l'amico lo trascinasse via.

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