Messaggio per Fellow

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Avvertenze: spoiler dell'evento "Stage in Playful Land"; potenziale relazione maggiorenne-minorenne.


Fellow:

Ehi, (Y/n)! Ma tu guarda se non è

la mia studentessa preferita!

Fellow:

Ecco, riguardo l'appuntamento

Fellow:

Credo di non poter più venire. Sai

com'è, ormai sono preside e questo

lavoro mi occupa a tempo pieno

Fellow:

mi dispiace,,,


(Y/n) lesse e rilesse quei messaggi mille e mila volte, con lo sguardo intristito e muovendo il pollice su e giù sullo schermo, spostandoli in continuazione come se cercasse qualche speranza nascosta che in precedenza non aveva notato. Eppure i messaggi erano inequivocabili: Fellow non sarebbe venuto al Night Raven College per festeggiare San Valentino con lei. E in fondo se lo sarebbe pure dovuto aspettare: è questo quello che succede quando ti innamori e cerchi di conquistare un uomo più grande di te, già inserito nel mondo del lavoro. (Y/n) era seduta al tavolo della cucina, a Ramshackle, la ciotola di cioccolato fuso avanzato dalla preparazione dei dolcetti davanti a lei, mentre la ripuliva a piccoli cucchiaini alla volta. Gli aveva pure detto che aveva qualcosa da dargli, però questo non aveva modificato il risultato finale. Sospirò ancora una volta e spense lo schermo. Forse era meglio se mangiava pure i cioccolatini che aveva preparato, tanto non avrebbe potuto darli alla volpe. Ma al tempo stesso le dava il voltastomaco l'idea di farlo, come se fosse un qualcosa di così deprimente che non poteva proprio, e quindi pensò che dopo li avrebbe consegnati a Grim. Si ficcò un altro cucchiaino di cioccolato in bocca, quando il telefono vibrò diverse volte e lei lo prese svogliatamente. Almeno fino a quando non lesse chi era l'emittente dei nuovi messaggi: Fellow.


Fellow:

Cambio di programma

Fellow:

Non posso venire io però può

venire Gidel

Fellow:

Passa per le 21

Fellow:

Appena il traghetto arriva lò

Fellow:

Fellow:

Là!


A questo punto (Y/n) immaginò la volpe sorridere fra sé e borbottare un contento "oh, ce l'ho fatta!".


Fellow:

Ti dispice se ti chiamo?


La ragazza digitò velocemente un "sì", che venne subito letto, e poco dopo le arrivò la chiamata che stava aspettando, da un numero fisso.

«Pronto? Fellow?», si rese conto di esser suonata un po' troppo disperata appena l'aveva detto.

«Ti sono mancato, bambolina?», la voce giocosa e stuzzicante della volpe risuonò dall'altro capo del telefono e a (Y/n) saltò un battito del cuore quando si accorse che lui aveva percepito la sua disperazione e appena lo sentì appellarsi a lei con quel nomignolo.

«Non lo so, forse? Perché, io ti sono mancata?», provò a difendersi, rigirando la carta affinché paresse lui quello disperato. Sperava che così l'avrebbe messo in difficoltà e avrebbe subito cercato di sviare l'argomento verso qualcos'altro che sarebbe stato più tranquillo, invece la risposta la spiazzò.

«Sì, mi sei mancata tantissimo», disse spavaldo, «non sai quanto avrei voluto essere lì con te in questo momento e vedere il tuo bel faccino».

(Y/n) sentì le guance andarle a fuoco, ogni parola che pronunciava sempre di più. Quella dannata volpe doveva avere in mente come unico scopo quello di farla imbarazzare, e ci stava riuscendo alla grande.

«Okay, è abbastanza, smettila di prendermi in giro», riuscì a fermalo prima che potesse dire qualcos'altro che avrebbe peggiorato notevolmente la situazione.

Dall'altro capo del telefono sentì una risata gutturale, facendole capire che tutto ciò che aveva detto aveva davvero il singolo obiettivo di stuzzicarla e sentì un leggero moto di rabbia ribollirle nello stomaco. Per un attimo ci aveva sperato sul serio, aveva sperato che forse poteva piacere a quell'imbroglione di una volpe.

«Allora, bambolina, Gidel è quasi da te, è salpato un po' di tempo fa, e stavo per dimenticare di avvertirti», borbottò fra sé, «però c'è quasi e io posso rimanere in chiamata fino ad allora. Quindi, toglimi questa curiosità: cosa c'è di così speciale da festeggiare oggi?»

Lo vedeva tranquillamente piegato in avanti, con un gomito schiacciato contro la scrivania alla quale era seduto, con la mano dello stesso braccio che reggeva la cornetta vicino al viso, e un ghigno fastidioso dipinto sulle labbra sottili. Il solo pensiero le fece correre il cuore e maledirlo mentalmente. Bastardo.

«E-ehm...», cercò di riprendersi in fretta, «San Valentino»;

«Che sarebbe...?»;

«Una festa!»

Fellow sospirò dall'altra parte del telefono. «Lo so che è una festa, bambolina, però voglio sapere che festa è: non mi hai spiegato niente a riguardo».

(Y/n) avrebbe preferito virare verso altri argomenti, avrebbe preferito chiedergli come andasse con la sua nuova scuola, ma ormai era incastrata in quella conversazione imbarazzante in cui avrebbe dovuto spiegare che era la festa degli innamorati, sapendo che se avesse provato anche solo ad accennare qualcosa a riguardo, Fellow, scaltro com'era, avrebbe subito capito che era cotta di lui.

«Niente di eccezionale, solo una festa in cui si regalano cioccolatini fatti a mano a... ehm», provò a trovare un qualcosa che potesse sostituire le parole "coloro di cui si è innamorati", fino a sparare uno stupido «agli amici a cui si vuole più bene». Si maledisse mentalmente subito dopo averlo detto.

«Ah, sì? Allora perché gli hai fatti solo per me e non anche per Gidel? Vuoi bene solo a me e non a quel faccino tenero?»

Non aveva abboccato affatto e (Y/n) non riusciva assolutamente a sentire i suoi stessi pensieri da sopra il trambusto che stava facendo il cuore.

«No, assolutamente! Sono per entrambi!», improvvisò, «ma avevo solo il tuo numero».

Dall'altra parte ci fu silenzio per alcuni secondi.

«Che bugiarda», lo sentì borbottare goliardicamente e le venne un infarto, impanicata che potesse costringerla a confessare. Per sua fortuna, Fellow virò il discorso.

«Gidel mi ha appena scritto che è arrivato a Sage Island, dovrebbe essere da te in circa dieci minuti, il tempo che il bus arrivi davanti al Night Raven College. Non è forse meglio se inizi ad andargli incontro?», le chiese mellifluo, giocando con il filo del telefono.

«Ha imparato a leggere e a scrivere?», chiese, invece, (Y/n), sorpresa dalla notizia.

«Che ti credi si faccia nella mia scuola? Ho detto che si insegneranno solo cose utili e leggere e scrivere fanno parte di queste cose». Era stizzito.

La ragazza annuì, anche se lui non poteva vederla. «Va bene, allora chiudo e gli vado incontro. È stato piacevole parlare con te, Fellow».

«Anche per me, bambolina, è stato un vero piacere. Ci sentiamo di nuovo uno di questi giorni. E ricorda: ti amo».

Riattaccò all'istante, lasciando (Y/n) in compagnia di un tututu continuo, scioccata e rossa in viso.

N/A: 

A sorpresa ho deciso di aggiungere la route "mancante" a questa storia. E spero che il prossimo anno non dovrò aggiungerci nessun altro.

Buon San Valentino, bimbi. Ve se ama!

Per te: Cioccolatini a San ValentinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora