Capitolo 15-Simone

150 8 1
                                    

Dopo aver visto Mimmo andare a ballare con i suoi amici decido di prendermi qualcos'altro da bere.
È così bello mentre ride e si diverte, ballando come un matto, senza pensieri. Trovo un angolo del bancone dove posso scorgerlo ancheggiare e tirare indietro la testa per una risata improvvisa, i capelli risplendono sotto le luci stroboscopiche e mi perdo a guardare i suoi movimenti.
La giacca di pelle abbandonata sulla spalla, gli occhiali che riflettono la luce,i jeans stretti, troppo stretti per riuscire a farmi pensare lucidamente.
Vorrei poterlo portare a casa e fargli capire quanto sia sexy.

Preso da questa visione non mi accorgo di Gaetano che si avvicina fino  non mi bussa delicatamente sulla spalla.
Ci metto un po' a riconoscerlo, tra la confusione della sala e le luci intermittenti.
È un mio compagno di corso, uno dei pochi con cui ho stretto un qualche tipo di rapporto.
Ci perdiamo nei soliti convenevoli, come stai? Che ci fai da queste parti?

So che ultimamente sta passando un brutto periodo; per la prima volta dopo anni vissuti nella convinzione di essere etero si è preso una cotta per un ragazzo.
La cosa lo ha un po' gettato nel panico.
Abbiamo iniziato a parlare dopo esserci incontrati al supporto psicologico offerto dall'università, abbiamo scoperto di seguire gli stessi corsi, e da lì è partita una sorta di amicizia, non mi voglio sbilanciare perché ci conosciamo da poco, ma direi che siamo amici.

Quando ho sentito la sua storia mi è venuto spontaneo aprirmi con lui, raccontagli del mio coming out, delle mie difficoltà; gli ho perfino raccontato del pestaggio..beh non di tutto, ho omesso la parte in cui Mimmo ha mandato in coma Ernesto, non volevo coinvolgerlo.
Abbiamo parlato molto tra una lezione e l'altra, ho cercato di fargli capire che la sua confusione è comprensibile ma che non c'è nulla di cui vergognarsi ad amare qualcuno, anche se questo qualcuno è un uomo e non una donna.

Ci siamo presi in simpatia e mi informa, oggi è venuto alla serata lgbt perchè il suo interesse amoroso lo ha invitato; è visibilmente agitato, mi indica un ragazzo in mezzo alla folla, i capelli di un verde evidenziatore, alto con le spalle larghe, Samuele, mi dice. Sono coinquilini e amici da circa tre mesi, ma ancora tra loro due non è successo nulla degno di nota.

Samuele è uno spirito libero e ha confessato a Gaetano di non volersi impegnare in una storia seria ad inizio del primo anno di università,precludendosi "il divertimento" e questo ha gettato quest'ultimo nello sconforto.

Mi racconta che non è stato facile accettare di provare qualcosa per un uomo, perchè la sua famiglia è cristiana e omofoba e non si sente sicuro a confessargli questa parte di se, ma che l'attrazione e l'interesse che ha per il suo coinquilino sono così forti che non riesce ad ignorarli.

Cerco di consolarlo meglio che posso, non sono di centro il più adatto nel dare consigli. Ma so perfettamente chi potrebbe aiutarlo.
Mi giro verso Mimmo, ma non riesco ad individuarlo, sembra sparito nel nulla, mentre i uoi amici sono ancora sulla pista da ballo a scatenarsi.

Mi rigiro verso Gaetano e gli espongo la mia idea; voglio presentargli una persona che secondo me potrebbe aiutarlo.
Sto per andare a cercare Mimmo quando uno stangone con i capelli verdi palesemente brillo si avvicina a Gaetano e urla :"E bravo il mio Gaetano, hai rimorchiato" il diretto interessato diventa paonazzo.
"Samu ma che dici? Simone è un mio amico,siamo compagni di corso"
"Si, si adesso si dice così" poi lo prende e se lo trascina via; o Gaetano ha detto qualcosa al suo amico riguardo la sua sessualità oppure il gay radar di quello stangone e´micidiale
Gaetano si gira verso di me e fa il gesto della cornetta del telefono, come a dirmi di sentirci più tardi; lo saluto e mi dirigo verso gli amici di Mimmo per capire dove possa essersi cacciato.

"Credo sia uscito a fumare" mi avverte uno di loro.
Spinto da questo indizio decidi di uscire per cercarlo e lo ritrovo poco fuori dall'uscita, seduto su un muretto con la sigaretta in bocca; quando lo chiamo alza leggermente il viso, lo sguardo serio ma vuoto.

"Sei tornato tra noi" sbiascica, le guance rosse e gli occhi languidi; è decisamente ubriaco.
"Mimì tutto bene?" dico preoccupato, non l'ho mai visto ubriaco in vita mia e sembra anche parecchio arrabbiato.
Lui si alza in piedi ma barcolla e cade in avanti; lo afferro prima che possa catapultarsi a terra.
"Mì sei ubriaco" dico, sottolineando l'ovvio
"E tu sei stronzo?" si lamenta.
"Rimorchiare davanti al tipo che ti scopi non mi sembra una grande idea" dice serio.
E so che non dovrei perchè lo farà arrabbiare ancora di più ma scoppio a ridere.
"Ma che dici Mimì? Di chi stai parlando?"
"Del tipo tatuato"
"Gaetano è solo un'amico, che ti avrei presentato se non fossi sparito nel nulla"

Cerca di avvicinarsi a me ma barcolla di nuovo.
Lo afferro "Andiamo a casa sei ubriaco" gli dico severo.
"Non ci vengo con te" mi dice arrabbiato; fa per scostarsi ma non si regge in piedi.
Alla fine riesco a convincerlo.
Prendo il cellulare di Mimmo e mando un messaggio ad uno dei suoi amici spiegando che Michele era ubriaco e che lo avrei accompagnato a casa. Prendiamo un vaporetto perchè casa di Mimmo è lontana e lui non è in condizioni di camminare.
Restiamo fuori sperando che l'aria fredda della sera riesca a farlo riprendere un po', ma capisco che il vaporetto non è stata una bella idea, non avevo pensato al dondolio della barca, quando Mimmo assume diverse sfumature di verde e si sporge dal vaporetto scosso dai conati di vomito.

Mi avvicino e gli accarezzo delicatamente la schiena per cercare di dargli un po' di sollievo.
Dopo diversi minuti i conati finiscono e Mimmo si accascia leggermente indietro, lo accolgo tra le braccia cercando di dargli un sostegno.
"Ci mettiamo dentro, così ti siedi?" chiedo
"Meglio di no, potrei dover vomitare nuovamente; ricordami di non bere più in vita mia" dice con un tono lamentoso.
Gli accarezzo la fronte con delicatezza. Arriva la nostra fermata e scendiamo,gli metto un braccio intorno alla vita per cercare di sostenerlo un po', è ancora barcollante.
Non facciamo in tempo ad aprire la porta del suo appartamento che lo vedo mettersi una mano davanti alla bocca e correre in bagno; lo ritrovo piegato sul water a rimettere anche l'anima. Mi siedo a terra vicino a lui aspettando che l'attacco passi.
Quando lo fa Mimmo appoggia il viso sulle fredde piastrelle del bagno, probabilmente in cerca di sollievo.
Mi alzo e prendo un asciugamano, lo bagno leggermente sotto l'acqua e glielo porgo,si pulisce il viso.
Ha le maniche della maglietta sporche di vomito, lo convinco a cambiarsi e venire a letto, protesta perchè non è sicuro di non risentirsi male; non vuole sporcare il letto mi dice esasperato.
Lo rassicuro, sono abituato alle sbronze colossali, lo porto a letto, avvicino un cestino al bordo e metto un piccolo asciugamano vicino a lui;gli do dell'acqua da bere.
Gli accarezzo la schiena per cercare di rassicurarlo, sono li per lui, sempre.
La notte non passa serena per Mimmo, si è alzato un'altro paio di volte per vomitare ma finalmente verso le quattro si addormenta.
Rimango sveglio ancora un po' per paura che possa sentirsi male nuovamente.
Per fortuna non avviene e dopo qualche ora mi addormento anche io.

Nota:
Miracolo dei miracoli eccolo
Simone buon samaritano e Mimmo geloso.

E siamo ancora quaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora