Mimmo
Quel giorno ero venuto a lavoro per una sostituzione di poche ore, sarebbe stato il mio giorno libero. Mi ero svegliato per le cinque come sempre vestito e preso la mia borsa ero uscito in fretta, la casa non distava troppo dal bar in cui lavoravo
Come ogni mattina da tre anni andavo sul profilo Instagram di Simone e gli davo un buongiorno silenzioso. Poi ricacciavo indietro la malinconia e mi mettevo all'opera.
Avevi iniziato a lavorare lì circa un anno fa dopo aver conseguito il diploma e dopo poco mi ero convinto ad iniziare l'università.
Appena arrivato incontro Melissa la mia collega e amica, e ci scambiamo dei piccoli convenevoli.
La giornata passa veloce tra un cappuccino e una fetta di torta, senti il campanello alla porta suonare e mi giri un direzione del nuovo arrivato e mi si ferma il cuore. Sulla porta vedi un ragazzo uguale a Simone, con qualche anno in più da che me lo ricordavo.
Nonostante lo segua si Instagram non ha più postato nulla, non ho idea di cosa faccia di come sta e a volte questa consapevolezza mi squarcia in due.
Faccio cadere il sacco con il caffè che si disperde per il pavimento.
È veramente lui penso? I suoi ricci sono sempre gli stessi e gli occhioni da cucciolo sono così espressivi, vedo lo stupore e il dolore in quegli occhi. E penso che è talmente bello da far maleCerco di non guardarlo troppo e di comportarmi come se fosse un qualsiasi cliente ma lui la prende nel modo sbagliato e esce in fretta dal locale, io gli corro dietro perché non può succedere di nuovo, se è veramente lui non lo lascio andare.
Gli chiedo di aspettarmi, di prenderci qualcosa.
Lo feci accomodare al tavolo, di li a un'ora sarebbe arrivata la mia collega e avrei potuto staccare.
Faccio fatica a non guardarlo, è più forte di me, il mio sguardo viene attirato verso di lui. Melissa mi guarda, mi chiede se è tutto ok, ma niente è ok, ho il cuore in gola e questi quarantacinque minuti non passano mai.Alla fine questa maledetta ora passa e possiamo uscire.
Parliamo un po' e si fanno le 15, ho lezione e dovrei andare ma non vorrei lasciare Simone, poi mi ricordo quanto ho lottato per ricostruirsi una vita e quanto ha lottato lui per darmi questa possibilità quindi decido di andare. Lo saluto e gli lascio il mio numero. Vorrei poterlo baciare ma non so se lui apprezzerebbe. È passato tanto tempo.Qualche giorno dopo mi arriva un messaggio da Simone e ci accordiamo per incontrarci, la serata va bene ma siamo distanti, i tre anni passati separati si fanno sentire.
Ripenso a quando sono arrivato alla casa nuova con documenti ed identità nuove e il cuore in mille pezzi.
Ho passato tre giorni a piangere come un bambino, di notte mi svegliavo con il nome di Simone ancora sulle labbra, e la rabbia che provavo nei confronti di Molosso e delle guardi che mi avevano strappato dall'amore della mia vita.
I mesi passavano e il dolore straziante si era trasformato in un dolore sordo e persistente ma più silenzioso, più gestibile.
Ogni tanto andavo sulle sue pagine social, ma lui non portava nulla da quando ci eravamo separati.
La voglia di scrivergli era tanta e ogni volta che si faceva insopportabile spegneva il cellulare e andavo a camminare.
A volte correvo anche e pensavo a quando dissi a Simone che " in palestra si suda troppo" e adesso sudare e stancarmi erano le uniche cose che non mi facevano impazzire.
Il periodo peggiore è stato durante il natale, alla fine stalkeravo Simone grazie alle storie che metteva Manuel, un video della cena di Natale in cui erano tutti intorno al tavolo e ridevano. Simone accennava un sorriso verso la telecamera, il mio cuore prese a battere più forse come faceva sempre quando ero con lui.
Mi passò però completamente la fame, sarei voluto essere lì con loro, magari come ragazzi di Simone. Ma non potevo ero in questa casa da solo, in una città nuova, con un nome nuovo Michele Sani, un nome completamente insignificante per me. Volevo essere Mimmo Bruni e stare con Simone Balestra.Con il tempo mi feci qualche amico, presi il diploma e iniziai a lavorare al bar dell'università. Conobbi la mia migliore amica, ci fu qualche flirt con qualcuno, ma non andava mai oltre perché non volevo perché non era Simone.
Divenni molto amico con un ragazzo del mio corso, si chiamava Andrea, con il tempo capì che c'era dell'interesse e una notte che avevo bevuto troppo finimmo a pomiciare sul divano di casa sua, quando però lui abbassò una mano a slacciarmi la cintura il mio cervello andò in tilt, il panico mi attanagliò il respiro e il cervello mi disse di fuggire,il più in fretta possibile.
Corsi fuori da casa sua come se avessi le guardie alle calcagna. Arrivai a casa mia di corsa, chiusi la porta e mi accascia a terra; piansi tanto quella notte.Simone mi guarda con quegli occhi scuri che mi hanno fatto impazzire e dice :"sei pensieroso?"
Lo guardo a mia volta "No scusa stavo ripensando ad una cosa" dico.
Siamo seduti su una delle poche panchine di Venezia e guardiamo la laguna, c'è una strana pace.
Simone sembra titubante ma poi chiede "vuoi condividere con me?"
"Non ti preoccupare non è nulla di che" gli dico anche se non è vero.
Lo vedo un po' deluso, ma cosa gli dovrei dire? Che stavo pensando a quanto sia stata dura la vita senza di lui?Ci guardiamo senza proferire parola,occhi negli occhi e ripenso all'irrefrenabile voglia di baciarlo, la stessa che ha portato al nostro primo bacio.
"Simò..posso.." dico travolto dall'emozione.
"Niente lascia stare" continuo.
"No dimmi" dice lui.
"Posso baciarti?"
Lui appare stupito ma dice :" non hai chiesto il permesso la prima volta".
E io mi fiondo sulle sue labbra, con una mano gli accarezzo la guancia lui mi cinge con le braccia e ci perdiamo in quel bacio. Mi sento finalmente a casa, finalmente al sicuro, come se nulla potesse farmi del male.Note:
Adesso iniziano anche i poveri di Mimmo nazionale.
E io continuo a far schifo con le note
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E siamo ancora qua
FanficDove Mimmo e Simone si ritrovano Questa volta Dante ha fatto bene a metterci lo zampino TW: Riferimenti a autolesionismo disturbi alimentari attacchi di panico depressione e uso di sostanze