Capitolo 35 : Risate

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Mi svegliai molto tardi rispetto al solito ma non me ne curai perché eri veramente molto stanca, restai a letto per molto tempo ma poi mi ricordai di quello che dovevo dire a Sherlock e ad Arséne riguardo la voce del cameriere.

Quando finalmente mi alzai dal letto, la stanchezza che mi avvolgeva non era più così opprimente, sostituita dalla determinazione di comunicare ai miei migliori amici del cameriere.

Mi affrettai perciò a prepararmi, indossai un vestito verde salvia con una gonna senza ampiezza e misi ai piedi degli stivaletti in vernice bianca, poi andai nel bagno e dopo aver pettinato i capelli feci una coda bella alta come quando facevo addestramento.

Successivamente tornai nella camera e dopo che ebbi pteso la borsetta con alcuni oggeti da spia e altri da mademoiselle e che ebbi messo una pistola in tasca uscii dalla stanza e mi diressi verso il ponte della nave.

Mentre camminavo verso il ponte della nave, sentivo l'aria fresca del mattino sulla mia pelle, il che mi aiutava a svegliarmi completamente.

Avevo un'urgente sensazione di dovere nei confronti dei miei amici e non vedevo l'ora di discutere con loro la questione della voce del cameriere.

Arrivata sul ponte cercai Sherlock ed Arséne, all'inizio non li trovai ma poi notai delle ragazze circa della mia età che accerchiavano qualcuno e allora curiosa mi avvicinai.

Mentre mi avvicinavo al gruppo di ragazze che circondava qualcuno, riconobbi subito Arséne, che con una maestria sorprendente, stava incantando le giovani donne con la sua parlantina affascinante e il suo sorriso smagliante proprio da Don Giovanni qual'era.

Non potei fare a meno di sentirmi un po' irritata dalla sua distrazione in un momento così cruciale per la nostra indagine.

Senza dire una parola, mi voltai e decisi di cercare Sherlock.

Lo trovai poco distante, intento a osservare l'orizzonte con la sua solita espressione pensierosa, con un sospiro di sollievo, mi avvicinai a lui e mi lamentai del fatto che Arséne stesse facendo il Don Giovanni ma Sherlock mi disse di lasciare perdere perché era nella sua indole.

Io annuii e successivamente gli dissi

"Sherlock... quando l'altro giorno ho detto a te e ad Arséne tutto quello che mi era successo ... ecco mi sono dimenticata ... o meglio non ho voluto dirvi una cosa e stanotte prima di addormentarmi ... ci ho pensato molto e credo che anche voi dovreste saperla ... però penso che parlarne sul ponte di una nave non sia l'ideale ..."

Sherlock mi ascoltò attentamente e dopo aver annuito se ne andò lasciandomi da sola a osservare le onde del mare, poco dopo tornò con qualcuno dietro a lui.

Arséne Lupin con sguardo imbronciato da bambino piccolo stava seguendo Sherlock che invece aveva un sorriso perché il mio amico londinese aveva in mano un sacchettino con dentro probabilmente cose che il mio amico francese aveva rubato ai passeggeri della nave.

Feci ciao con la mano a Arséne ma lui mi guardò male e allora io siccome ero abbastanza permalosa dopo aver preso dalla mano di Sherlock il sacchetto ed essermi allontanata dai miei 2 migliori amici dissi con un sorrisetto da diavolessa

"Vado dak capitano della nave ... sapete ho trovato molti oggetti che qualcuno sicuramente starà cercando ... a dopo "

Sherlock ridacchió a quello che feci mentre Arséne era un misto tra la paura, lo stupito e l'arrabbiato.

Mi fermai di colpo quando sentii la mano di Arséne posarsi delicatamente sulla mia, bloccandomi nel mio cammino verso la cabina del capitano.

Alzai lo sguardo verso di lui, trovando un'inespresso sincera nel suo sguardo.

"Scusami, Irene," disse Arséne, il suo tono rivelava una genuina preoccupazione.

"Non volevo essere così maleducato e distratto. Sono stato preso dal momento, ma capisco l'importanza della missione."

Una parte di me voleva restare risentita, ma l'altro voleva concedere il perdono, respirai profondamente e annuii lentamente.

"Va bene, Arséne," risposi, con un tono dolce stringendo saldamente il sacchetto tra le mani.

Sherlock, sempre pronto con una battuta tagliente, intervenne con il suo solito sarcasmo

"Beh ... sembra che il maestro dei ladri abbia trovato la sua coscienza. Un vero e proprio miracolo, direi."

Arséne rise leggermente, dimostrando di apprezzare l'ironia di Sherlock.

"Anche tu, Sherlock, hai i tuoi momenti umani, sembra," ribatté Arséne divertito dalla sua inaspettata leggerezza.

Non potei fare a meno di sorridere ancheio di fronte alla loro ironia.

"Vero, anche il signor Holmes ha il suo lato divertente."

Con un sospiro di sollievo, decisi di mettere da parte le tensioni.

"Andiamo, ragazzi," dissi, con determinazione. "Abbiamo un mistero da risolvere."

Con una risata concorde, il nostro trio si diresse verso la mia stanza per parlare della questione "Cameriere".

Sherlock, Lupin & Io, Ancora InsiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora