Capitolo 6 :Arsene Lupin

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Mi ammirai un'ultima volta allo specchio e osservai attentamente l'abito color celeste composto da una gonna abbastanza ampia e da un corpetto con le maniche a tre quarti.
Dopo di che scesi in strada e mi feci chiamare una carrozza che in poco tempo raggiunse il teatro nel quale avrei cantato, scesa dalla carrozza mi incamminai verso il teatro e dopo essere entrata andai dal direttore che appena mi riconobbe mi accompagnò nel mio camerino dove mi disse che al momento giusto avrebbe mandato qualcuno a chiamarmi.
Una volta che il direttore mi ebbe lasciato da sola tirai fuori dalla mia borsa i fogli dove erano scritte le canzoni e cominciai a ripassarmele per essere sicura di non sbagliare infatti quel giorno ero molto agitata perche fu la prima volta che mi esibii.
Ad un certo punto sentii delle voci che dissero
"Papàààà .......mi hanno rubato la borsettaaaa!"
"Ehi tu ..... torna qui!!! Rendi subito la borsa di mia figlia!!"
A quel punto fui spinta da una curiosità incontrollabile e aprii la porta per scoprire cosa succedeva e vidi una ragazza poco piu piccola di me piangere e urlare perché qualcuno le aveva rubato una borsetta ma anche un signore forse più grande di me di 2 anni che riuscii a scappare dai suoi inseguitori uscendo da una finestra con una agilità che pochi potevano vantare di avere; i miei pensieri andarono suito al mio amico Arséne Lupin che asssomogliava per agilità e velocità al ladro della borsetta e fu allora che mi chiesi se potesse essere lui ma subito questi pensieri andarono via quando sentii il direttore pronunciare il mio nome per incitarmi a salire sul palco.
Quando cominciai a cantare fui molto felice e durante tutto quel tempo non feci altro che godermi la serata.
Quando finii nella sala si sentirono numerosi applausi e io fui molto felice di vedere e sentire ciò.
Quando finii tornai al mio camerino e dopo essermi cambiata andai fuori dal teatro per chiamare una carrozza ma proprio in quel momento un uomo cercò di afferrare la mia borsetta e fuggire, fu così perciò che io mi misi al suo inseguimento e dopo aver corso per un po' mi ritrovai in vicolo mal illuminato.
Ad un certo punto sentii un rumore alle mie spalle e una voce che disse
"Cosa ci fa una giovane come te tutta sola in un vicolo buio?"
"Fatti vedere!" gridai ma mentre lo feci pensai che quella voce la avevo già sentita da qualche parte anche se in quel momento non ricordai dove.
"Eccomi mademoiselle" disse l'uomo uscendo allo scoperto.
Io rimasi a fissarlo un poco e subito dopo capii chi era, era molto cambiato da quando aveva 16 anni ma alla fine aveva mantenuto gli stessi lineamenti del viso e fu proprio per questo che lo riconobbi infatti dopo pochi istanti dissi con un filo di voce
"Arséne Lupin ........"
Lui mi guardò un attimo leggermente scioccato ma poi quando anche io uscii dall'oscurita che mi aveva avvolto fino a poco prima disse
"Irene Adler ........."
Rimanemmo a fissarci per alcuni secondi e poi quando ci trovammo a poca distanza ci abbracciamo tutti e due felici di aver ritrovato l'altro dopo così tanto tempo.
Rimanemmo abbracciati per alcuni minuti ma poi ci separammo perché poi sentii una voce fare il mio nome e fu allora che mi staccai da Arséne e gli dissi di nascondersi perché avevo capito che quella voce era di ......
George.
Arséne fece un lieve cenno alla testa e si andò a nascondere nell'ombra mentre io aspettavo che arrivasse George a darmi ancora una volta fastidio.
"Rachel cara, dove eri finita?? Ti ho cercato dappertutto pensavo te ne fossi andata senza salutarmi neppure"disse George
"Ehm....ciao George......allora...... bhe ...... un signore....mi aveva..........rubato la borsetta e allora io ........mmmm............io ....lo ho seguito perché .....ah sì.... nella mia borsetta possedevo una preziosissima collana che mi aveva regalato la mia defunta nonna alla quale ero molto legata."
"La hai trovata ??" mi chiese lui
"No ma se hai piacere mi potresti accompagare a casa...... sono veramente stanca....... e poi magari domani andiamo alla polizia e denunciamo quello che è successo"
Lui mi osservò un istante e poi pogendomi il braccio chiamò una carrozza che arrivò quasi subito.
Quando stavo per salire sulla carrozza lasciai cadere sulla strada un piccolo pezzo di carta nel quale scrissi

Ore 12.00
La table

E mentre salii le scale dell' albergo nel quale alloggiavo sperai con tutta me stessa che Arsene lo avesse preso perché lo avevo scritto apposta per lui.









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