Capitolo 7 : Un amico ritrovato

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Quella mattina quando mi svegliai feci colazione molto velocemente e siccome George non si fece nésentire né vedere decisi di stare tutta la mattina a leggere un buon libro.
Quando furono le 11.00 andai verso l'armadio e ne estrassi un vestito semplice che mi fu regalato da mia madre per il mio diciottesimo compleanno, infine lo indossai mi sistemai i capelli e scesi nella hall dell'albergo ad aspettare che arrivasse la carrozza che avevo chiamato.
Quando arrivó ci salii e dissi al conducente di portarmi al ristornate La table ovvero nel luogo dove disssi a Arséne di incontrarci .
Quando arrivai entrai e mi sedetti in un tavolo nascosto dagli sguardi della maggior parte della gente perche non volevo essere riconosciuta e non volevo che qualcuno sentisse quello che io e Arséne dovevamo dirci.
Quando furono le dodici e un quarto vidi che un signore stava varcando la soglia cercando nel frattempo qualcuno o qualcosa, subito sperai che fosse Arsene perché non si era ancora presentato nonostante fossero passate da un po' le 12.
Ma per mia grande sfortuna quel signore andò a sedersi in un tavolo in compagni di altri 3 uomini.
E fu così che mi rassegnai al fatto che Arséne non sarebbe venuto e ordinai un piatto che era, a parer della cameriera, il piatto più buono dell'intera Francia .
Quando finii di mangiare uscii dal locale molto triste ma cercai di non darlo a vedere e solo quando rientrai in camera pensai "Forse Arsene non é venuto perché é arrabbiato con me per il fatto di aver abbandonato lui e Sherlock su quel ponte ....... no non può essere ..... altrimenti non mi avrrbbe nemmeno abbracciata ...... vero??"
E con questi pensieri arrivò la sera e io siccome non avevo fame decisi di non scendere a mangiare e invece rileggere i fascicoli con all'interno tutte le informazioni che mi sarebbeto servite una volta arrivata in Boemia.
Quando ebbi finito decisi di cominciare a ripassare le canzoni perche il mio tour sarebbe continuato per le principali citta di tutta l'Europa centrale come:
Londra, Madrid, Berlino e Budapest.
Una volta ripassate le canzoni decisi di farmi un bagno caldo e di mettermi subito a letto perché il giorno successivo sarebbe stato l'ultimo giorno in Francia e io volevo sfruttarlo per visitare tutti i luoghi che avevo conoscevo sin da quando ero piccola.
La mattina successiva mi svegliai molto presto e siccome la colazione non era ancora servita decisi di andare al panificio Le Pain dove andavo a comprare appunto il pane con mio padre Leopold da piccola.
Dopo aver indossato un semplice abito color giallo pastello e aver preso una borsetta lilla mi incamminai per le vie della città fino a che non mi ritrovai davanti al negozio.
In un attimo entrai, comprai il pane e mi rincamminai verso l'albergo per fare colazione in fretta per poi incamminarmi nuovamente verso l'ile de la Citè ovvero la sponda della Senna lungo la quale si trovano la cattedrale di Notre-Dame, la Saint Chapelle e la Conciergerie.
Dopo aver visitato tutti quei fantastici luoghi che mi fecero venire in mente molti ricordi della mia gioventù mi incamminai verso l'albergo dove avrei pranzato.
Ad un certo punto però, mentre stavo andando verso l'albergo sentii dei passi farsi sempre più vicini, allora cautamente mi girai ma siccome non vidi nessuno ripresi a camminare; in cuor mio sperai che quei passi che avevo sentito fossero di Arséne.
Arrivata all'albergo mi venne in mente che molte volte Arséne era entrato in camera mia dalla finestra e perciò decisi di entrare nella mia camera e di aprire la finestra, una volta fatto questa scesi a cenare.
Mangiai molto velocemente per 2 motivi:
1- avrei dovuto preparare la valigia perché l'indomani sarei andata in Inghilterra;
2 - speravo di trovare Arséne in camera mia.
Quando entrai in camera però non vidi nessuno perciò anche se in quel momento fui molto triste non mi rimase altro che preparare la valigia e ripassare il piano per salvare mia madre.
Quando vennero le 11.00 di sera decisi di andare a dormire, mi sciolsi perciò i capelli, che fino a quel momento avevo sempre tenuti legati in uno chignon, mi cambiai l'abito e mi coricai a letto.
Dormii profondamente per qualche ora fino a che non sentii uno strano rumore provenire dalla finestra, allora molto lentamente presi la pistola che avevo sotto il cuscino e sempre molto lentamente mi alzai dal letto e accesi la luce dicendo
"Chi sei? Sono armata!"
"Calmati sono io sciocchina" mi rispose una voce ma non una qualsiasi quella di .......

Arséne Lupin.

Sherlock, Lupin & Io, Ancora InsiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora