18C - Cravatta abbinata

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«Bene, ora che sei pulito, profumato, ti sei riempito il pancino e sei pronto per fare la nanna, possiamo parlare.» Mi volto nella sua direzione dopo aver posato il laptop al mio fianco. Dopo cena ci siamo sistemati sul divano, lui per i fatti suoi, io accanto al caminetto spento con il computer sulle gambe per fare qualche ricerca e appuntarmi tutto.

Jordan Baxter mi scruta con sospetto, come se non gli piacesse ciò che sta per sentire. Be', probabilmente è così ma toccherà parlarne. Mi tengo per me persino tutte le domande sul rugby che voglio porgli perché questa è una situazione più particolare. L'ho guardato giocare oggi, ho esaminato ogni movimento, sforzo e l'unica cosa per cui mi sono maledetta è il non sapere leggere il labiale, specie quando si scontrava con gli avversari. Il rugbista semi muto ha parlato parecchio oggi. O per lo meno, più del solito.

«Papà mi ha detto cos'è successo in campo. Il motivo per cui ti hanno sbattuto fuori.» Aggiungo l'ultima parte, giusto per essere precisa.

Smette di masticare la gomma che ha in bocca. «Quindi?»

«Inizia col piantarla con queste uscite» sibilo, infastidita. «Sto cercando di fare una conversazione sobria, senza insulti e punzecchiamenti, ma tu non ce la fai proprio a non farti insultare.»

A breve arriverà il ciclo e, se sono fastidiosa adesso, non mi ha ancora assaporata in quei giorni.

Be', non in quel senso. Detta così sembra ben altro, ma ci siamo capiti.

«Parla, Calista, non ho tutta la sera.»

Reprimo un'imprecazione. «Volevo solo dirti che più o meno sono abituata a certi insulti. Magari non così forti, ma ho già la mia sfilza di haters. Non dico che mi faccia piacere essere etichettata in certi modi, anzi, mi ferisce parecchio, però non voglio nemmeno che ti lasci trascinare.» Lo guardo negli occhi per fargli capire che sono seria. «Abbiamo annunciato il nostro fidanzamento, sanno che facciamo sul serio e che evidentemente io conto tanto per te se sei arrivato a questo passo, quindi sono consapevoli che ogni cosa che diranno andrà a colpire nel segno.» Rilascio un sospiro, andando dritta al punto. «Ciò che voglio dire è: grazie di avermi difesa, me o qualsiasi altra donna, lo apprezzo tanto e di sicuro fa bene alla nostra immagine, però cerca di ignorarli. Non sarà né la prima né l'ultima volta in cui diranno cose schifose e tu non puoi permetterti una squalifica o duecento cartellini rossi.»

«Non hai idea delle porcherie che hanno tirato fuori. Non starò nemmeno a ripeterle.»

«Bene, perché non voglio saperle. Tuttavia, cerca di fare il possibile per non cedere. Avete davanti ancora un'intera stagione.»

Piombiamo nel silenzio, tant'è che recupero il cellulare anch'io per non restare imbambolata come un'idiota a fissarlo. Sul serio, mi sta antipatico con il suo modo brusco di fare ma è attraente da morire ed è stato carino a difendermi, l'ho apprezzato tanto. Che sia una finta relazione o meno, è bello sapere di avere un piccolo appoggio.

«Che significa che hai degli haters?» domanda dopo qualche minuto.

Metto giù lo smartphone, ma evito di guardarlo dritto negli occhi. «Alla gente piace criticare qualsiasi cosa, Jordan. Qualsiasi. Libri compresi. Sono stata classificata come maniaca solo perché scrivo scene di sesso esplicito. Mi hanno dato della malata, della pervertita, anche della puttana. Solo perché i miei personaggi a volte si comportano in modo differente da una persona reale. La cosa divertente? Non ho ancora scritto un dark romance. Se sono malata adesso, sarò da internare quando avrò finito, eh? Chissà cosa penseranno quando leggeranno di un tizio che gode nello sporcarsi le mani di sangue dei propri nemici o di imporre la propria presenza nella vita della protagonista.» Scuoto il capo, un sorriso rassegnato e divertito sul volto. «Forse per allora rientrerò nella cerchia ristretta delle autrici deviate visto che, a quanto pare, se leggi di una problematica ce l'hai anche tu. Leggo libri dark, non leggerissimi, in cui i personaggi sono parecchio problematici e immorali ma ti assicuro che questo non fa di me una che incita allo stupro, alla violenza o ben altro. È solo... non c'è distinzione in questo mondo, capisci?»

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora