19C - Tu... hai letto proprio tutta la mail, giusto?

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Ho visto parecchi video iniziare così. Alcuni erano musicali, altri erano porno.

La tipa che, poggiata allo stipite della porta con una tazza in mano, osserva il tipo allenarsi. E poi sappiamo tutti come finisce.

In questo momento, io sono la tipa, Jordan è il tipo, peccato che questo segmento di vita non finirà come si pensa. L'ho cercato in cucina per sapere se avesse trovato la cravatta ma non c'era, così ho optato per il giardino. Niente. Alla fine, ancora mezza assonnata, ho provato in palestra. Ed eccolo qui. Sudato, intento a sollevare pesi, mentre la musica si espande per la stanza e lui geme per lo sforzo. Piccole goccioline gli scorrono lungo la fronte, scivolando fino agli zigomi affilati e svanendo sul pavimento. È sexy come il peccato.

Se non fosse così scorbutico, fastidioso e incline al mutismo, ci proverei. Ma gli dei non sono dalla nostra parte. Stiamo svolgendo un lavoro, uno in cui dovrò persino baciarlo, andarci a letto complicherebbe le cose. E poi, se proprio vogliamo mettere i puntini sulle "i", non credo nemmeno di interessargli sotto quel punto di vista. Mi vede come un lavoro da sbrigare, una mosca fastidiosa che non ne vuole sapere niente di lasciare la sua splendida villetta. Be', non ha tutti i torti. Quando lascerò questo posto lo ricorderò con tanta sofferenza perché è bellissimo. Svegliarsi con i raggi del sole che filtrano dalle tende, il cinguettio degli uccellini... fare colazione in giardino, immersa nella pace mattutina, scrivere nello studio, rilassarsi sull'erba fresca in tardo pomeriggio e guardare le stelle alla sera. L'ultimo punto non sono ancora riuscita a portarlo a termine perché nonostante le stagioni funzionino al contrario, la sera ha già iniziato a fare più fresco. Tuttavia, conto di rimediare il prossimo weekend.

Le ville accanto a quella di Jordan sembrano essere deserte o semplicemente abitate da gente tranquilla come lui. Credevo che, abituata sin da piccola al silenzio, non mi sarebbe piaciuto abitare in una zona del genere. Invece, devo dire che è tutto l'opposto. Amo il chiasso di Chicago, amo i momenti di silenzio, ma questa è una pace... naturale. Persino le auto non infastidiscono la quiete.

«Cosa c'è?»

Ritorno alla realtà, quella in cui il mio coinquilino si è reso conto che lo sto divorando con gli occhi senza nasconderlo. Insomma, gli ho svelato una parte importante della mia vita ieri sera, dovrò pur consolarmi in qualche modo. «Mi chiedevo se hai controllato per la cravatta. Altrimenti dovrei andartene a comprare una e non ne ho molta voglia. Ciò significa che Louis sarà infastidito e noi non vogliamo che lo sia.»

«L'ho tirata fuori stamattina, dormivi ancora» risponde mentre si alza dalla panca e si dirige verso la barra per le trazioni attaccata al muro.

«Ah. Ottimo.» Annuisco, colpita. Peccato che dopo non ascolti nemmeno mezza sillaba della sua risposta, troppo impegnata a fissarlo mentre flette le braccia, mettendo in bella mostra ogni muscolo esistente, e si issa poco sopra l'sta. Tiene i piedi incrociati mentre ripete le trazioni all'incirca dieci volte.

«Qualunque cosa tu abbia detto, non l'ho sentita. Oggi pranzo in giardino se vuoi farmi compagnia. A dopo.» Andarmene è la cosa più giusta da fare.

«Dovresti fare un po' di esercizio.»

Ho poggiato il piede sul secondo scalino quando mi immobilizzo.

Dovrei fare esercizio.

Mi vede grassa? Si vergogna di me? Forse ha visto delle brutte foto online della sottoscritta?

Perché diamine sto facendo pensieri del genere?!

Schiarisco la voce e mi volto. «Io e la palestra non andiamo molto d'accordo.»

«Non che mi interessi, però fa bene alla salute. E visto che non scrivi, puoi tenerti impegnata con l'esercizio.»

«E da quando mi tieni così sotto stretto controllo? Non mi ero resa conto che sapessi stessi scrivendo.» Stringo le braccia al petto.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora