39C - Woorim Beach

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Quattro giugno.

Fa ancora caldino all'ora di pranzo, però le temperature si sono abbassata e si vede. La sera fa molto più freddo e le piogge iniziano a farsi sempre più presenti. Jordan dovrebbe tornare a casa fra poco. Gli ultimi due fine settimana li ha passati in trasferta, prima in Nuova Zelanda e ieri a Sydney. Mi sarebbe piaciuto andare, ma ho da poco cominciato la revisione del romanzo e sentivo che allontanarmi non mi avrebbe fatto bene. Non dovevo staccare. Così sono rimasta a casa, in compagnia di Serial Kinder e ci siamo fatte compagnia a vicenda.

Non ammetterò mai a Jordan che Kinder ha dormito con me, il nostro rapporto è ancora altalenante. Dopotutto è con noi da a malapena un mese e, sebbene sia più aperta, devo far valere la mia parola davanti a JB. Sono io il genitore "cattivo", quella che riprende spesso Kinder e la fa mangiare più sano. Se fosse per Jordan, più che chili di muscoli, Kinder avrebbe chili di ciccia.

Sbadiglio e ritorno a editare il terzo capitolo. Mi è piaciuta questa storia, la sento mia e, soprattutto, ho adorato assaporarne ogni sfaccettatura anche nella vita reale. Ho persino inserito la scena del sesso in campo. Dovevo, non potevo lasciarmi scappare una cosa del genere. L'ho persino fatta leggere a Jordan è il risultato è stato sesso in giardino, poi nell'idromassaggio. Non mi sono lamentata affatto.

Sto finendo di aggiungere una parte di dialogo quando sento la porta di casa chiudersi. Salvo e sfreccio di sotto. Kinder sta già abbaiando felice.

«Bentornato!» Salto addosso a Jordan, un sorriso enorme sul volto. Per fortuna lui riesce ad acciuffarmi senza farmi cadere. Mentirei se dicessi che non mi è mancato. Nonostante brontoli più di ogni altra cosa, è stato noioso non poterlo torturare per due giorni e mezzo. Il cuore sobbalza nel petto quando mi rivolge uno sguardo sorpreso.

«Cos'hai combinato? L'ultima volta avevi bruciato la cena» dice.

«Come sei diffidente.» Sbuffo.

«Allora?» Mi scruta in attesa mentre mi mette giù.

«Mi sono dimenticata di preparare il pranzo. Doveva essere la consolazione per la sconfitta e invece ho fallito. È che stavo scrivendo e il tempo è volato, così...» Arriccio il naso, un pelo dispiaciuta. «Quando me ne sono ricordata era troppo tardi perciò sono tornata al romanzo e ho pensato che avremmo potuto pensare a qualcosa insieme.»

Jordan resta in silenzio un paio di secondi, il borsone ancora in spalla. «Vatti a cambiare, mettiti un costume. Uniamo l'utile al dilettevole.»

«Ma di che parli? Il tempo per il mare è finito da un pezzo.» Lo seguo su per le scale, confusa, Kinder alle nostre spalle.

«Giugno è appena cominciato e c'è un bel sole, non c'è rischio di pioggia. L'acqua sarà ancora di una temperatura decente per un bagno.»

«Come mai quest'idea?»

Jordan si disfa delle scarpe e della giacca. Indossa un completo, cosa che non cessa mai di farmi sbavare come una stupida. «Tim mi ha detto che un paio di giornali vorrebbero qualche scoop sulle coppie della squadra. Questo mese usciranno un paio di scatti e vuole che ci siamo pure noi, quindi ce ne andiamo in spiaggia, dove verremo sicuramente fotografati. Loro ottengono ciò che vogliono e noi, oltre a mangiare, ci rilassiamo. Ne ho bisogno dopo ieri.»

Continua a spogliarsi mentre rifletto sulle sue parole. Non mi infastidisce che abbia organizzato questo "appuntamento" per i giornali, è quello che dobbiamo fare. Devo solo godermi la giornata.

È da un po', ormai, che sento di far più fatica con tutta questa storia. A volte immagino che sia tutto vero e mi piace. Del resto, sono tre mesi che vivo con Jordan nella sua quotidianità. I suoi compagni di squadra sono diventati buoni amici e la complicità che abbia sotto le coperte è fiammeggiante. I nostri corpi funzionano bene, molto bene. È quando che si tratta di conversare che arranchiamo a fatica. Certo, apprezzo che Jordan mi abbia rivelato del suo passato, ma vorrei che mi guardasse con tranquillità e non ancora con fastidio. Ci sono momenti in cui credo che voglia solo avere la casa per sé, altri, invece, in cui mi sembra di percepire che apprezzi la mia presenza. Non so, è confusionario. A dirla tutta, forse non sa nemmeno lui come si sente nei miei confronti.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora