47J - Richiamami

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«Il coach è strano» asserisce Jaxon intento a sollevare pesi.

«Che vuoi dire?» domanda Seamus, al suo fianco, sul tapis roulant.

«Non lo so, mi è sembrato un po' fuori fase negli ultimi giorni» grugnisce.

Loris mi lancia un'occhiata dal tappettino su cui è disteso. Abbiamo una serie di allenamenti devastanti davanti a noi durante questi ultimi giorni. Partiamo la mattina, in palestra, proseguiamo in campo fino all'ora di pranzo e finiamo intorno alle cinque e mezza dopo alcuni filmati. Durante la prima settimana ho visto Calista solo a cena – io a causa degli allenamenti, lei impegnata con l'editing del suo prossimo romanzo – e durante l'evento di beneficenza di quattro giorni fa, venerdì sera. Credo quello sia stato il numero maggiore di ore in cui siamo stati insieme senza un letto vicino, pronti a crollarci sopra.

«In effetti lo abbiamo fatto penare parecchio ultimamente» si inserisce Alex, disteso accanto a Loris. «È un bene che abbia deciso di uscire con Cali.»

«A proposito di Cali, JB.» Liam mi rivolge uno sguardo. «Jenna non aveva idea della condizione di Calista. Non ne hanno parlato. Tu lo sapevi?»

«Già. Nemmeno Lisa» concorda Alex.

Mollo la presa sul manubrio e lo rimetto a posto.

«Vivono insieme. Tu che dici?» Sbuffa Rodrigo, avvicinandosi.

«Lo sapevo» rispondo, altrimenti non troverei via d'uscita. Sono dei ficcanaso di prima categoria e da quando Calista è entrata a far parte della mia vita non hanno perso tempo a farsi più presenti anche loro. Prima di lei non scambiavamo troppe chiacchiere, da un paio di mesi invece mi punzecchiano di più, fanno battute. Se da un lato apprezzo pure questo piccolo risvolto, dall'altro è asfissiante. Si intromettono in ogni cosa. Ne ho già abbastanza di queste chiacchiere.

«Mi spiace se non è sia sentita a suo agio nel dircelo» commenta Sun. «Ma speriamo tutti che sappia di poter contare su di noi se ne ha bisogno.»

«Meglio chiudere il discorso, JB è un po' suscettibile quando si parla della sua finta fidanzata» ghigna Alex. «Certo, a me sembra tutto tranne che finta questa situazione ma che ne posso mai capire io.» Sospira teatralmente.

«E piantala.» Loris lo colpisce all'addome. Nessun altro riprende l'argomento, tornano tutti ai loro allenamenti e così faccio anch'io.

Ho bisogno di concentrarmi.

Queste ultime partite saranno decisive per le qualificazioni. Dovremo dare il massimo, spingerci oltre il limite e arrivare alla finale. E poi, ho tutta l'intenzione di soffocare quei maledetti Dolphins. Il menefreghismo e l'insensibilità che hanno mostrato la sera dell'evento sono stati incredibili. Avrei voluto prenderli a calci, ma sapevo quanto fosse importante per Calista quella serata, così ho fatto il possibile per trattenermi dallo sbatterli contro il muro.

Non le ho detto quanto fossi orgoglioso di ciò che aveva fatto, ma gliel'ho dimostrato a casa, sul divano. Ciò mi ha ricavato una leccata sulla pianta del piede da Kinder. Poi, come se non fosse abbastanza, ci è piombata addosso, pensando che stessimo giocando. Calista però mi stava sotto ed è stato un po' uno shock per lei ritrovarsi di colpo tutto quel peso addosso. Ho subito spostato Kinder e ho aiutato Calista a mettersi seduta. Comprendo quanto deve essere stato difficile l'impatto, vengo placcato ogni giorno da energumeni che pesano più di me e, per quanto io ci sia abituato, non è mai uno spasso. Figuriamoci per una donna minuta come Calista. Persino quando lo stiamo facendo evito di caricarle tutto il peso addosso. Kinder si è subito accertata che stesse bene. Insomma, non le frega proprio un accidente del sottoscritto. Calista viene prima di ogni cosa, a quanto pare. L'ho accettato.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora