19 - Asgard

13 2 0
                                    

Asgard: nella mitologia nordica, è identificato come la casa degli dei celesti (Ansi). Il mondo è separato da quello dei mortali, ma viene collegato tramite un ponte chiamato Bifrost (arcobaleno). La sua ubicazione è contraddittoria nei vari testi che ne trattano l'esistenza, ma solitamente viene collocata in cielo, nell'estremo nord (Polo Nord), dove si trova anche il Valhalla. Il significato più stretto della parola significa "Giardino\Terra degli dei" o "città degli dei".

⚔️

Cerco di non pensare al senso di colpa che mi attanaglia le viscere. Stavo per fare un grandissimo errore.
La regina è perfettamente consapevole della situazione scomoda nella quale ha trovato me e suo figlio, eppure non sembra irritata. Anzi, sorride smaniosa, lanciando al figlio con uno sguardo che non riesco a decifrare, prima di affermare: "Oggi sarà tuo compito e del Generale Landvik quello di scortare le principesse-" Sussulto per il modo formale nel quale ci ha nominate, quando non ha fatto altro che sminuirci dal nostro arrivo. "-ad Asgard, una breve gita che gli permetta di capire come funzionano le cose ad Iskrem. Dato il carattere particolarmente ribelle della principessa di CalaLuna" Parla come se non fossi presente nella stanza, guardando solo il principe e imponendo i propri ordini,
"Confido che vada spesso in visita alla capitale del Regno" termina, per poi lanciare un ultimo sguardo di avvertimento sia a me che al ragazzo dai capelli della neve, e uscire dalla stanza, con la stessa briosità con la quale è entrata.

Il silenzio nella stanza è improvvisamente gelido, Caym stesso sembra una statua di vetro, i suoi lineamenti -fino a poco fa morbidi e gentili- sono tesi e affilati. Assomiglia molto a sua madre, in questo momento.
"Andiamo" mi dice solamente, uscendo dalla stanza.
Non mi resta altro che seguirlo fuori, dove una guardia mi attende per accompagnarmi nelle mie stanze, a prepararmi.

Un ora dopo mi ritrovo a cavalcare su Iside, diretta -accompagnata da un piccolo corteo di guardie comandato dal Generale- verso la città che la regina ha chiamato "Asgard". Il suono è troppo duro persino nella mia testa, non penso sarei capace di pronunciarlo ad alta voce.
I soldati sono chiassosi, sghignazzano e ridono, facendo battute oscene sulle prostituite e sui migliori bordelli della città, mentre di Caym non vi è neanche l'ombra.
Da una parte ne sono sollevata, non avrei sopportato l'imbarazzo che si è indubbiamente venuto a creare tra di noi, dopo l'entrata tempestiva della regina nella sala da pranzo. Dall'altro lato mi flagello per ciò che non ho impedito che accadesse: se l'avessi baciato, avrei baciato il nemico. Mi sarei fatta rabbonire da due paroline dolci e con tutta probabilità mi sarei fatta manipolare a rimanere nel regno del Nord.

Sebbene Caym sia gentile con me, questo non significa che voglia aiutarmi a scappare. Né che sia mio amico: Questo lo devo tenere ben saldo nella mente.
Eppure, non riesco a rimuovere dai ricordi il modo in cui mi guardava nella sala da pranzo, il suo interesse sembrava così sincero che non ho dubitato per un secondo, in quel momento, il suo coinvolgimento. 
Ma non conosco il principe dagli occhi d'oro. Non conosco nessuno qui dentro, non devo fidarmi, neanche della mia stessa ombra.

La cavalcata di Esmeralda, poco davanti a me, è decisa e sicura, mentre chiacchiera amabilmente con il soldato che ho trovato intrecciato al suo corpo, quel giorno, nella siepe. Nessuno sembra avere un singolo sospetto sul loro coinvolgimento amoroso.
Neanche il generale, poco dietro di me, sembra essersi accorto di niente. Eppure, so per certo che niente gli sfugge. Questo crea una serie di problematiche per il mio piano di fuga: è una vera e propria spina nel fianco. Capisco perché ricopra la sua carica militare, però. Non ho mai visto nessuno così bravo ad ottenere rispetto e controllo.
Ovviamente, è come sempre chiuso nel suo silenzio ostinato.
Sento i suoi occhi che mi bruciano la nuca, controllandomi, come se fossi un animale pericoloso. Ho commesso l'errore di non essermi fatta sottovalutare, e ora mi controlla continuamente.
Inizio a snocciolare tutte le possibilità di fuga che potrebbero presentarsi in città, con la confusione tipica che deve esserci in una capitale, potrei sfruttare la situazione a mio favore e far perdere le mie tracce. Il problema sarebbe pagare qualcuno per portarmi a casa: so che non posso farcela da sola ad attraversare il bosco, non sono una sprovveduta.

Iskrem-I cinque regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora