15- Skygger

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Saxifraga: il genere Saxifraga riunisce in sè un gran numero di piante erbacee perenni, originarie delle zone temperate e delle zone artiche. Generalmente, si presentano come dense Rosette di foglioline verde chiaro, di altezza variabile dai 5 e i 15 cm, tendono ad avere uno sviluppo tappezzante. Amano i luoghi luminosi, non temono il freddo e possono essere coltivate senza problemi anche all'esterno. I forti venti risultano però dannosi alla sua salute.

Un'infermeria.
O almeno, così pare.
Ciò a cui ci troviamo davanti sembra uno dei migliori processi tecnologici che caratterizzano le nostre terre da dopo la Scissione.
Diamine, potrebbe essere addirittura arrivata direttamente dalla Scissione.

Macchinari a me sconosciuti proiettano le loro luci colorate tramite il vetro, dietro al quale osservo ammirata.
Non sembrano esserci numerosi pazienti, e sono sinceramente colpita dal venire a sapere che il ragazzo sia stato effettivamente medicato da qualcuno.
Qualche dottore, nascosto dal suo camice nero, ci lancia sguardi perplessi, ma non osano parlare. Deduco sia per la presenza del principe.
Cammino lentamente al fianco di Caym, che sembra ormai completamente sobrio, anche se le sue condizioni lasciano poco a desiderare. Eppure, nessuno ci lancia più di un occhiata. Come se fossimo invisibili.

Osservo, curiosa, intorno a me: i lettini sembrano puliti, e i macchinari così complessi che vorrei mettermi a studiarli per il resto della notte.
Scruto interessata un apparecchiatura che sembra contare il battito di quello che ha l'aria di essere un soldato addormentato. La macchina batte sincronizzata al muscolo dell'uomo, compiendo calcoli per comprendere i suoi parametri vitali e dare ai medici delle risposte. Le linee verdi salgono e scendono, come onde del mare.
Penso alle scogliere che circondano Castel Papavero, e in un attimo cavalco l'oceano con Antares, tra gli spruzzi salmastri delle onde e i rumori della tempesta in arrivo.
Qualcuno mi tocca delicatamente la parte bassa della schiena, mi giro, notando il viso di Caym, nei suoi occhi scorgo un emozione indecifrabile. Mi rendo conto di essermi fermata.
Proseguiamo senza una parola, seguendo gli intricati corridoi di quella che si rivela essere una grande infermeria, fino ad arrivare a una piccola stanza in legno bianco: Le luci sono fioche, e se non fosse per il lieve sospiro che arriva dall'angolo destro dello stanzino, non sarei in grado di notare la gracile figura raggomitolata tra le lenzuola bianche.
Il suo respiro è più un ansimare che un effettivo respirare, ma sembra stia dormendo.
Caym mi lancia una rapida occhiata di ammonimento. Sei libera, ma stai attenta, per favore.
Annuisco.

Mi avvicino lentamente al ragazzino, di cui ignoro persino il nome.
Il suo sonno sembra sereno, fortunatamente. Non avrei sopportato che ciò che gli è successo gli rovinasse anche il sonno, oltre la veglia. Mi accovaccio vicino a lui, senza toccarlo, ma in modo da vedere il suo viso.
Non solo sembra medicato perfettamente, ma le ustioni non pulsano come dovrebbero, hanno lasciato una cicatrice che dovrebbe crearsi dopo settimane, non dopo poche ore.
Rimango perplessa. Non mi spiego perché un garzone che sia stato ferito con così tanta non curanza, ottenga questa cura nelle medicazioni.
Lo osservo dormire pochi minuti, confusa, e vengo ridestata dai miei pensieri pochi minuti dopo, per via del vociare proveniente voce calda di Caym e quella di una donna.
Distolgo lo sguardo dal ragazzo, per concentrarmi sulla conversazione del principe e di quella che ha l'aria di essere una dottoressa.
Stretta nel suo camice nero opaco, sembra incredula anche lei: "Non so davvero darle una spiegazione sensata, principe. Non era il mio turno quando il ragazzo è stato portato qua, non mi sarei permessa di dedicare tali cure costose a uno sguattero qualunque, mi creda" afferma disgustata. Non si preoccupa neanche di abbassare la voce, nonostante sia consapevole che il bambino stia riposando.
Mi alzo dal piccolo letto, che emette un lieve lamento sotto il mio peso.
Il ragazzo continua a dormire, incurante della rabbia che sta montando dentro di me.
La donna si accorge improvvisamente della mia presenza. Fa una lieve smorfia, ma non si inchina. Sa chi sono, o almeno lo immagina, eppure, per lei non valgo nulla. Per nessuno di loro valgo nulla.
Sono stata una sciocca a credere che qualcuno in questo tugurio avesse un briciolo di umanità.

Iskrem-I cinque regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora