13- Dimples

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Fossette: Una fossetta è una piccola naturale indentazione della pelle, in una parte specifica del corpo umano, che appare specialmente sulle guance o sul mento. Vengono anche chiamate "Baci degli angeli" perché la depressione che viene a crearsi durante il sorriso del soggetto che la possiede, si trova solitamente sulla zona in cui, secondo la tradizione sociale, ci si bacia come segno di saluto.

👼🏼

Rimango in silenzio per tutto il tragitto, mantenendo salda nella mia testa l'immagine di quel ragazzino, e di quelle bolle orribili che gli deturperanno la faccia per sempre.

Rimango in silenzio anche quando il Generale chiude le porte della mia camera, rilasciando la tensione delle spalle.
Quella scena è talmente impressa nella mia mente, che non vedo altro.
Inizio a respirare affannosamente. La mano mi pulsa, ma non mi duole quanto le ferite aperte che ho nel cuore: Non sono stata cresciuta con queste ideologie. Noi di CalaLuna siamo fortemente contrari a qualsiasi forma di violenza contro gli innocenti.
Come si può pensare di...?
L'aria inizia a essere sempre più rarefatta, il mondo prende a girare, ma dalla mia mente non si quieta l'urlo del ragazzino bruciato da un vero e proprio lampo. Come se qualcuno avesse invocato una tormenta sul viso della povera vittima.

L'uomo di fronte a me mi desta dai miei pensieri, toccandomi leggermente la mano, che ha preso a zampillare sangue sul sontuoso tappeto ebano, ai piedi del mio letto a baldacchino.
"Devo metterti dei punti" biascica, osservando attentamente la ferita. Rimango in silenzio.
I miei punti non saranno niente, rispetto al dolore di quel bambino. Spero che possa essere medicato. Spero che qualcuno in questo inferno abbia abbastanza cuore da aiutarlo.

Il Generale mi sta osservando, probabilmente in allerta per paura che faccia uno dei miei gesti stupidi. Ma non ne ho le forze, neanche volendo. Mi sento prosciugata, mi manca il respiro. Non riesco a smettere di sentire quell'odore di carne bruciata, che coronerà tutti i miei incubi.
Non sento neanche il dolore dei punti, mentre la ferita viene curata e poi richiusa.
Una mano calda mi tocca il volto, rimuovendo le lacrime che non mi ero neanche accorta di aver perso.
"Astrild" pronuncia unicamente il mio nome, ed è così strano sentirlo dire con un accento così diverso, da una voce così roca e con un tono così disperato.
"Perché mi fate questo?" Riesco finalmente a dire, senza cessare il mio pianto. "Come potete permettere che provochi tutto questo dolore?"
Il tormento nello sguardo di lui è quanto mi basta per crollare del tutto, scoppiando in una crisi di panico.
Non respiro, mi copro la testa con le mani mentre il rumore del sangue che zampilla per terra si alterna all'urlo del ragazzo nella mia testa. Fatemi uscire. Voglio tornare a casa.

Sento che urlo, sento che mi tiene stretta, come quando ero in preda alla febbre.
Sento che mi prende tra le sue braccia, lo stesso uomo che ha causato la morte violenta di quegli uomini nel bosco.
Mi dimeno, non voglio che mi tocchi. Voglio tornare a casa, da mio padre, dal mio drago, dalla mia gente.
"Ti prego"
Mi calmo all'improvviso.  Torno a respirare lentamente.

Il caldo mi avvolge, e la stanchezza inizia a essere sempre più pesante, fino a farmi addormentare.

Il sorriso caldo di Alelì è talmente caloroso da portare una particolare gioia alla corte. Da quando si è stabilita ufficialmente a corte, tutti sembrano più allegri, grazie al suo perenne buon umore, persino il Re, solitamente cupo e poco incline a sorridere.
Ma oggi, la giovane ragazza dai capelli del grano, che ha conquistato tuti, sembra particolarmente felice, di una felicità scottante, di quelle che poche persone vivono a pieno nella vita. I suoi capelli biondi sono ancora più luminosi, il sorriso è gioioso, e la giovane ragazza balla per i corridoi del palazzo nero, cimentandosi in piroette e salti.
La ragazza canta diverse sinfonie del Sud, che lasciano i cortigiani confusi, per via delle parole straniere, ma ad Alelì non importa. Non vede l'ora di dare la notizia alla sua famiglia, al suo amato e testardo uomo, e sopratutto a FiordaLisa.
Non potendo più aspettare oltre, corre per i corridoi infiniti del castello, saltellando e riempendo di baci e abbracci chiunque trovi sul cammino, a partire dagli inservienti confusi, fino alle donne pettegole di alto rango.
Se la gioia potesse far volare, Alelí sarebbe già sulla luna. O su una nuvola morbida quanto lo zucchero filato, pensa.
Il portone si apre, rivelando sua sorella e il suo amato. Entrambi hanno uno sguardo truce sul viso, guardandosi dritto negli occhi, ma Alelí, presa dalla felicità com'è, non se ne accorge. È sempre stato un suo difetto non notare le piccole sfaccettature di negatività.
Non ci pensa due volte: salta in braccio all'amato, burbero ma con un infinito carico di amore verso di lei, abbracciandolo e baciandolo ovunque: sul naso, sulla bocca, sugli zigomi. Sugli occhi, quegli occhi grigi che la fanno sognare di notte..
Quegli occhi grigi che spera tramanderà...  Ma deve dirglielo! Subito!
Prima ancora che il suo amato possa fare qualche domanda sul suo atteggiamento particolarmente brioso, glielo comunica: "Sono Incinta!" Le brillano gli occhi.
Sul viso del suo unico amore, una serie di emozioni: sconcerto, confusione, paura... ma sopratutto gioia.
La gioia di poter avere finalmente una piccola copia di Alelì per il castello. Un piccolo regale da crescere e amare, come ama sua madre. Madre. E padre, ancora non ci crede che sarà padre.
Mette da parte tutte le problematiche che lo assillavano un momento prima, per prenderle la mano e tirarla a se. La bacia con tutto l'amore del mondo. Lui, un uomo freddo e calcolatore, ha conosciuto qualcuno che è riuscito a farlo sciogliere dal ghiaccio del Nord, e ora aspetta suo figlio in grembo! O sua figlia, chiaramente. Impazzisce a pensare a tutti i nomi che potrebbe dare a una piccola copia della sua dolce Alelì.
I due ballano e saltano, felici della notizia lieta, ignari che la loro felicità è un fuscello fragile da distruggere, specialmente nelle mani di chi non conosce ne bontà, ne pietà, e sopratutto, consumato dall'invidia.

Iskrem-I cinque regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora