A differenza di quello che sarebbe successo normalmente, dopo quel litigio Louis non cercò nessun confronto. Non lo seguì nello spogliatoio, non gli chiese di parlare dopo l'allenamento, non lo cercò con un messaggio o una telefonata. Niente.
Fino a quel momento non si era mai reso conto di quanto i loro chiarimenti quasi sempre fossero dipesi da Louis ma, anche se Harry riconosceva che in altri casi in fondo avrebbe potuto fare un passo verso di lui, quella volta non aveva la minima intenzione di farlo. Non era stato lui a sbagliare e, anzi, il fatto che dall'altra parte ci fosse solo totale indifferenza contributiva a farlo innervosire sempre di più.
Chi si credeva di essere?
Harry rifiutava di lasciarsi ferire da uno come lui, ma non riusciva a scrollarsi di dosso quel nodo fastidioso al centro dello stomaco. Louis lo aveva umiliato per l'ennesima volta, lo aveva fatto sentire come la peggiore delle puttane e Harry non aveva intenzione nè di perdonarlo nè di stare a guardare mentre Louis aveva anche la faccia tosta di ignorarlo.
Il giorno in cui avevano litigato, a essere onesto, gli stava anche bene quel suo atteggiamento, perché l'ultima cosa che voleva era avere a che fare con lui durante l'allenamento. Gli bastava già avere addosso gli sguardi dei suoi compagni di squadra, anche se nessuno fu talmente incosciente da chiedere spiegazioni.
Le domande arrivarono l'indomani, quando il volto di Harry non sembrava più una maschera pronta a esplodere. Naturalmente si era limitato al classico copione di "è solo il solito stronzo" e cose simili, senza scendere nei dettagli o raccontare a nessuno la verità, neanche a Niall. Il suo migliore amico continuava a guardarlo con una strana sfumatura negli occhi, ma Harry si ripeteva che si stava solo lasciando suggestionare dalla coscienza sporca che cercava di farlo sentire in colpa per aver mantenuto il segreto perfino con lui. Sapeva di potersi fidare di Niall e dentro le sue ossa sapeva anche che probabilmente il suo amico avesse capito più di quanto volesse ammettere, ma non era pronto ad affrontare le conseguenze che avrebbe comportato parlarne con qualcuno.
Avrebbe reso il suo problema troppo... reale.
Non era stato punito a sufficienza per aver infranto qualsiasi sua regola morale? Era andato a letto con il suo allenatore - vice, per quanto potesse contare - e aveva imparato la lezione all'istante. Che senso avrebbe avuto renderlo un problema ancora più concreto parlandone con qualcuno?
Harry voleva solo dimenticare tutto e smettere di sentire quel retrogusto amaro dell'umiliazione ogni volta che incrociava lo sguardo di Louis.
Non che succedesse molto spesso, comunque.
Louis sembrava improvvisamente diventato l'allenatore che Harry aveva sempre sperato che fosse. Dal punto di vista tecnico non era cambiato di una virgola naturalmente, anzi quella era l'unica cosa che non era cambiata nei suoi confronti. La differenza era tutta nel modo estremamente professionale di porsi.
Non c'erano più le sue continue battutine, non lo stuzzicava con quel suo tono irritante e non gli dava il tormento fino a farlo esplodere. Allo stesso tempo, non era neanche freddo. Si comportava semplicemente come se, nel bene o nel male, Harry fosse una persona qualsiasi.
E Harry lo odiava.
Era da settimane che pregava di poter avere un minimo di respiro da quel suo modo di fare così fastidioso, non aveva sognato altro dal primo allenamento di quella stagione. Aveva sempre pensato che se solo Louis lo avesse lasciato in pace, sarebbe stato l'allenatore migliore che avrebbe mai potuto desiderare. Ma nel momento in cui le sue preghiere erano state esaudite, Harry aveva rischiato di perdere la testa.
Scoprì che l'unica cosa che odiava più di essere preso ingiustamente di mira, era essere uno qualsiasi.
Alla rabbia per l'umiliazione subita, si sommò quella verso il suo stesso egocentrismo. Non riusciva a credere di trovarsi a lottare per tenere a bada il bisogno di ricevere attenzioni proprio dalla stessa persona che, se avesse potuto scegliere, avrebbe voluto eliminare dalla sua vita all'istante.
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Ace
Fanfiction«Tomlinson?», chiese continuando a non afferrare la gravità della situazione, «Il nuovo vice?» «In che senso il nuovo vice?» «Ti ho detto che lo avevo conosciuto ieri quando ho aiutato il coach con i ragazzini» «No che non me lo hai detto» «Te l'ho...