Capitolo 15

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«Sai perché amo essere un tuo compagno di squadra?»

Harry alzò lo sguardo verso Zayn, seduto dalla parte opposta del tavolo mentre sgranocchiava qualche nocciolina, anziché tritarle come gli era stato chiesto. «Perché sono il più simpatico»

«Acqua»

«Perché sono il più forte»

Zayn imitò il classico suono da risposta sbagliata nei quiz, «Più acqua delle cascate del Niagara»

«Perchè non ti sto buttando fuori da casa anche se stai finendo tutte le noccioline»

«Fuochino»

«Renditi utile oppure molla le noccioline», Harry lo minacciò puntandogli contro lo strofinaccio con cui si stava pulendo le mani.

«Di sicuro non è per la gentilezza» commentò senza scomporsi di un millimetro, prima di lanciarsene in bocca un'altra. «Perché quando devi portare i pasticcini all'allenamento li fai tu e non compri degli ammassi di segatura immangiabili come quella schifezza che ha portato l'altro giorno Matt»

Harry scoppiò a ridere, gonfiandosi un po' di orgoglio. La regola non scritta della pallavolo a livello mondiale era che chiunque sbagliasse la battuta talmente tanto da far passare la palla sotto la rete avrebbe dovuto portare i pasticcini per tutta la squadra all'allenamento successivo e lui ne approfittava sempre per provare qualche nuova ricetta.

«Spero che tu non glielo abbia detto perché li aveva fatti sua mamma»

Zayn sbarrò gli occhi, «Che cazzo dici?»

«Glielo hai detto?» esclamò Harry portando le mani davanti alla bocca prima di esplodere in una nuova risata, mentre Zayn nascondeva il volto tra le braccia incrociate sul tavolo.

La visita di Zayn quel pomeriggio non era in programma ma, nonostante Harry non amasse avere distrazioni mentre cucinava, era sempre contento quando lui suonava alla sua porta senza avvisare nella speranza di scroccare qualcosa di buono. Era da un po' che non succedeva, tra l'altro, quindi avrebbe chiuso un occhio sul fatto che se avesse continuato in quel modo non sarebbero rimaste noccioline per decorare i suoi dolcetti. Quando pochi minuti dopo Zayn andò in bagno, Harry comunque ne approfittò per nasconderle.

«Scusa ma quella...» mormorò confuso Zayn al suo ritorno, per poi affacciarsi di nuovo oltre la porta della cucina giusto un attimo prima di rivolgersi a lui, «Perché hai la divisa di Louis sullo stendino?»

Harry sbarrò gli occhi e per poco non gli venne un infarto, perché era così abituato a trovare vestiti di Louis in mezzo ai suoi da non farci nemmeno più caso quando li vedeva.

Non che non avesse notato quella divisa dato che il motivo per cui aveva dovuto lavarla era che, dopo avergliela rubata, la sera prima l'aveva indossata sotto i propri vestiti per fare una sorpresa a Louis. Avevano ordinato del cibo cinese dopo l'allenamento e quando, mentre pomiciavano sul divano, Louis gli aveva tolto la felpa vedendo la maglia numero ventotto aveva completamente perso la testa.

Avevano giocato per un po' perché Louis voleva scattargli delle foto per non dimenticare come stesse bene il nome Tomlinson scritto sulla sua schiena - così aveva detto - e poi gli aveva chiesto di tenere la maglia addosso mentre lo scopava da dietro.

Quindi decisamente Harry sapeva perché la divisa di Louis fosse sul suo stendino, ma mentre la sua intera vita gli scorreva davanti agli occhi non aveva idea di cosa rispondere a Zayn.

«Ah- uhm... l'ha- uh, l'ha persa» balbettò sperando che non si notasse quanto fosse andato nel panico.

«L'ha persa?» ripeté Zayn guardandolo confuso, riprendendo il suo posto. «A casa tua?»

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