Capitolo 9

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Quando Harry si svegliò, la prima cosa che sentì fu l'odore di Louis.

Sorrise, affondando istintivamente il viso nella sua felpa come se non riuscisse a fare a meno di annusarla. Si congelò all'istante appena si rese conto di cosa stava facendo e aprì gli occhi allarmato, sospirando di sollievo quando vide che Louis era ancora profondamente addormentato con la testa contro il finestrino del pulmino e un braccio intorno alle sue spalle.

Sbirciò l'orario nel telefono, attento a non muoversi troppo per non rischiare di svegliarlo, poi chiuse di nuovo gli occhi nella speranza di riaddormentarsi.

Era stanco come poche altre volte in vita sua. Erano rimasti in caffetteria quasi fino alle sei del mattino, approfittandone per mangiare qualcosa e mandare giù litri di caffè prima di avviarsi a piedi verso la foresteria. Il coach per fortuna aveva avuto pietà di loro e aveva lasciato il pulmino aperto, anche se senza chiavi, quindi erano saliti a bordo senza pensarci due volte e si erano addormentati tutti nel giro di pochi istanti.

Harry non si era allontanato da Louis neanche per un momento da quando si era spacciato per il suo ragazzo al RBB. Era rimasto incollato al suo fianco al club, in caffetteria e anche lungo la strada di ritorno, sempre stretto nel suo confortevole abbraccio. Era stato solo un riflesso naturale quello di sedersi insieme sul pulmino e addormentarsi come se non ci fosse nulla di nuovo.

La verità, però, era che tutto era estremamente nuovo e Harry non riusciva a non pensarci. Non si trattava solo dell'intimità di quei gesti o del modo in cui Louis lo aveva guardato per tutta la sera, perché continuava a ripetere nella sua testa quelle parole che si erano impresse a fuoco nella sua memoria e gli davano i brividi proprio come quando gliele aveva sentite pronunciare.

Louis voleva di più.

Voleva il sesso? Voleva provare a creare un qualche tipo di rapporto? Voleva... Harry?

Harry era confuso, perché una parte di lui aveva sperato fino alla fine che Louis cedesse alla tensione sessuale che c'era stata tra di loro tutta la sera - tutta la settimana in realtà, ma quella sera in particolare - però non era successo. Harry era anche stato combattuto sul fare la prima mossa o meno, ma non era così folle da cercare un rifiuto quando Louis aveva già messo in chiaro di non volere che la serata prendesse quella piega.

Sapere che Louis non volesse solo una squallida sveltina in bagno, però, svegliava tutta un'altra parte di Harry che era impegnata da ore a gestire le farfalle nel suo stomaco. Il fatto che Louis non volesse accontentarsi, che volesse di più - qualunque cosa significasse - poteva solo essere un segnale positivo.

Harry stesso non sapeva cosa volesse in realtà da Louis, quindi non poteva pretendere di avere le idee più chiare sulle sue intenzioni che sulle proprie. L'unica cosa che ormai era certo di aver capito era di non volere solo sesso da lui.

Voleva anche quello naturalmente - non aveva mai desiderato nessuno con quell'intensità - ma per quanto la voglia di andare di nuovo a letto con lui fosse diventata una specie di chiodo fisso, Harry si trovava più spesso a sperare di poter scambiare due chiacchiere con Louis - o di farlo ridere in quel suo modo adorabile - che a fissargli il sedere.

Gli abbracci di Louis e tutte le sue piccole attenzioni erano così piacevoli che Harry fantasticava più su quelle che su altro. Anche in quel momento, mentre il battito accelerato del suo cuore gli impediva di riaddormentarsi proprio per il modo in cui Louis lo stringeva a sè, non riusciva a fare a meno di sognare a occhi aperti un futuro in cui quella fosse solo la quotidianità.

La normalità di un pomeriggio a casa a studiare mentre Louis lavorava al computer proprio accanto a lui o di una serata post allenamento trascorsa sul divano a guardare un film che, in realtà, nessuno dei due avrebbe visto davvero perché entrambi sarebbero stati così stanchi da addormentarsi in pochi minuti. Harry sognava tutte queste piccole cose, ma in realtà ne era anche parecchio spaventato.

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