Quella con Andrea era una storia finita e archiviata da entrambe le parti, Harry lo sapeva e infatti non era questo a preoccuparlo - o comunque non era al primo posto della lista - perché il vero problema era che continuava a vedere Andrea come la rappresentazione di tutto quello che lui forse non sarebbe mai stato. Non si trattava della carriera, anche se sarebbe stata la cosa più logica, perché quella era una consapevolezza con cui Harry poteva convivere. Era Andrea come persona, come fidanzato, che lo aveva sempre fatto sentire inferiore. Aveva passato settimane a sentirsi soffocare dalla sua presenza nella sua testa e quando finalmente era riuscito a metterlo da parte, limitandosi a vivere al massimo qualunque cosa ci fosse tra lui e Louis, Andrea aveva fatto la sua fottutissima entrata a gamba tesa.
La cosa peggiore era che Harry non poteva prendersela con nessuno. Non era colpa di Andrea, perché non era saltato fuori dal nulla solo per il gusto di intromettersi nella nuova vita del suo ex e, di certo, non dipendeva da lui il fatto che la sua squadra dovesse giocare a Londra. Non era colpa di Louis perché anche se non ne avevano parlato, ogni volta che qualcuno faceva riferimento a quell'incontro con la Sir, sembrava che lui ne avesse perfino meno voglia di Harry. Non era nemmeno colpa di Isaac perché non poteva sapere quale fosse il peso emotivo di quella semplice richiesta e, comunque, prima o poi la notizia della partita sarebbe arrivata all'orecchio di qualcuno quindi, anche se non fosse stato lui, sarebbero arrivati sempre alla stessa conclusione dei fatti.
La verità era che Harry era semplicemente sfortunato. Anzi, non semplicemente, Harry era enormemente sfortunato.
Da quando viveva a Londra aveva sperato ogni anno che una delle grandi squadre che era abituato a seguire in tv venisse a giocare almeno una volta in Inghilterra, non pretendeva neanche che si trattasse della sua stessa città, gli bastava che fosse una meta raggiungibile in qualche ora di treno o macchina, ma non era mai successo. Era venuta qualcuna delle squadre italiane minori, ma nulla a che vedere con la Sir Perugia, la Lube, Modena o Trento. Doveva aspettarsi che le sue preghiere venissero ascoltate proprio quell'anno e ovviamente con l'unica squadra che Harry non avrebbe voluto vedere neanche da lontano.
Stava esagerando, ne era cosciente, ma non era mai stato bravo a gestire la sua ansia. Ci stava provando, però, almeno esternamente. Si era imposto di non lasciare che le sue stupide paranoie rovinassero i momenti che trascorreva insieme a Louis anche perchè, fino a prova contraria, Harry non era nessuno per lui rispetto ad Andrea quindi sarebbe sembrato solo ridicolo se si fosse lasciato trascinare dai suoi mille ragionamenti contorti.
La maggior parte delle volte, in realtà, stava talmente bene con Louis che quelli erano gli unici momenti in cui la sua testa sembrava dargli davvero tregua. Louis aveva sempre avuto questa innata capacità di calmarlo quando era agitato e in quei giorni era davvero tutto ciò di cui Harry aveva bisogno, quindi si vergognava un po' ad ammettere di aver abusato volontariamente del suo tempo proponendo di vedersi o telefonando di tanto in tanto, soprattutto la sera se non erano insieme. In poche parole, era diventato appiccicoso e si odiava per questo perché non era da lui.
Aveva avuto delle relazioni, anche se non erano mai state storie lunghe, e uno dei motivi per cui in genere finivano era proprio il fatto che Harry avesse bisogno dei suoi spazi. Non sopportava i ragazzi che gli stavano troppo addosso o che gli scrivevano in continuazione - ancora peggio se si trattava di telefonate - e nonostante avesse voglia di vedere il fidanzato di turno, non succedeva mai più di una o due volte a settimana perché secondo lui andava bene così. A volte era lui a sentirsi soffocato dalle troppe attenzioni, mentre altre volte veniva lasciato perché sembrava troppo distante e disinteressato ed era vero perché, per quanto potesse essere stato cotto di qualcuno, non era mai arrivato al punto di perdere la testa al cento per cento.
Harry non era un tipo da paranoie, non arrossiva facilmente, non era geloso, non passava ore intere al telefono con un ragazzo o a messaggiare con lui, però con Louis spesso non si rendeva neanche conto di farlo. Era una cosa naturale, come se fosse istintivamente attratto dalla sua esistenza e questa cosa, se da un lato lo spaventava, dall'altro lato lo portava a sperare che forse non era solo colpa sua se tutte le precedenti relazioni erano state un fiasco, non era lui a essere incapace di diventare un buon fidanzato, semplicemente gli altri ragazzi non andavano bene per lui.
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Ace
Fanfiction«Tomlinson?», chiese continuando a non afferrare la gravità della situazione, «Il nuovo vice?» «In che senso il nuovo vice?» «Ti ho detto che lo avevo conosciuto ieri quando ho aiutato il coach con i ragazzini» «No che non me lo hai detto» «Te l'ho...