Capitolo 13

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«Ciao, Harry!» esclamò Lottie aprendo la porta dell'appartamento di Louis.

Harry sbatté le palpebre un paio di volte, decisamente sorpreso perché quando aveva scritto a Louis di voler saltare la lezione del pomeriggio aveva capito che lui fosse libero o, almeno, aveva dato per scontato che fosse solo visto che era stato proprio lui a proporgli di andare a casa sua.

«Uh- ciao» esitò per un istante prima di rivolgerle un sorriso, «Lottie, che sorpresa»

Sgranò gli occhi quando lei si spinse sulle punte per baciarlo sulla guancia, per poi farsi da parte in modo da farlo passare e chiudere la porta alle sue spalle. Fu solo in quel momento che Harry notò Louis in piedi nel corridoio con le mani sui fianchi e la testa leggermente inclinata in un'espressione spazientita.

«Anche meno» disse in tono piatto alla sorella, prima di rivolgere a Harry uno sguardo molto più dolce. «Entra e ignorala, per favore»

«No, ma- non avevo capito che fossi impegnato, posso andare» si scusò Harry facendo saettare lo sguardo tra i due fratelli, «Tanto ci vediamo più tardi in palestra»

Louis sbuffò ed entrò nel soggiorno senza neanche degnarsi di rispondergli, mentre Lottie afferrava Harry per trascinarlo nella stanza con loro.

«Pensavo che almeno con te fosse meno scorbutico» scherzò Lottie, indicandogli di sedersi sul divano.

«Ti prego», Harry alzò gli occhi al cielo ridacchiando ed esitò per decidere se restare o meno, «Dico sul serio però, non voglio disturbarvi se avete da fare»

«Non abbiamo da fare ed è mia sorella che sta disturbando» rispose Louis sedendosi sul bracciolo del divano, «Infatti sta andando via»

«Sarei andata via un quarto d'ora fa se tu mi avessi ascoltata subito»

Louis sollevò un sopracciglio, «Proprio tu parli di ascoltare?»

«Oh mio Dio», Lottie scandì lentamente ogni parola con tono esasperato, «Ti ho solo chiesto un favore»

«E io l'ho fatto, due settimane fa quando me lo hai chiesto»

«Quindi che ti costa?»

Harry rimase impalato in silenzio a guardarli bisticciare come due bambini, costringendosi a distogliere l'attenzione dal modo illegale in cui i vecchi pantaloni grigi della tuta che Louis stava indossando, a causa della posizione, lasciavano scoperta una sottilissima striscia di pelle tra l'elastico e il bordo del maglioncino blu un po' slabbrato. Si trattava di pochi centimetri appena, niente in confronto a quello che Harry era abituato a vedere, eppure lo stavano mandando al manicomio più del modo in cui la stoffa tirava leggermente intorno alle cosce.

Dio, doveva darsi una calmata almeno di fronte alla sua cazzo di sorella minore.

Harry intuì di aver perso qualche scambio di quella conversazione quando Lottie si lasciò cadere sul divano incrociando le braccia al petto e dichiarando «E io non mi muovo da qui finché non smetti di fare lo stronzo»

«Bene. Harry, andiamo da te» rispose Louis in tono di sfida, ma senza muoversi di un millimetro.

«Sei assurdo» sbottò Lottie, «Devi solo spiegarmi una cosa»

«Che ti ho già spiegato una volta su whatsapp»

«Ti ho chiesto un favore, puoi almeno recuperare il messaggio?»

«Chi ti dice che io non abbia cancellato la chat?»

«Tu non cancelli mai niente» sbuffò Lottie, prima di rivolgersi a Harry. «Stasera il mio ragazzo viene a cena da me per la prima volta. Ci siamo messi insieme un mesetto fa, ma poi lui è stato fuori due settimane per lavoro e torna oggi, capisci?»

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