𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟕 || 𝐙.

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Se non si fosse scaricata la macchina fotografica, non so cosa sarebbe potuto succedere

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Se non si fosse scaricata la macchina fotografica, non so cosa sarebbe potuto succedere.

Ho il corpo in fiamme, e lei pure. Sento il bisogno di toccarmi, o essere toccata.

Da quando ho una vita sessuale attiva, non mi sono mai sottomessa a nessuno. Ho sempre voluto dominare io, sia con chi mi scopo, sia con quegli squallidi che mi implorano facendosi le seghe in chiamata.

Mi sento a mio agio a comandare, mi fa sentire importante. Ma Liv.. Il modo in cui mi parlava mentre mi faceva le foto era così autorevole che non potevo fare altro se non sottostare a lei. Ho capito il potere che ha su di me da quella volta che mi sono masturbata pensando a lei. È decisamente accattivante. Ma non voglio che lo capisca. Mi piace giocare, ed è per questo che voglio alternare la sua superiorità alla mia. Non mi farò certo mettere i piedi in testa, deve sapere che voglio divertirmi. Anche perché è evidente che sia una donnaiola, ed essere una delle tante non fa per me.

"Adesso vattene." Dichiaro come se non avessimo appena trascorso un momento tanto intimo.

In realtà, è proprio per questo che voglio mandarla via. Voglio toccarmi.

"Perché?" Il suo tono è cupo, come se l'avessi appena mandata a fanculo.

"Ho bisogno di stare sola." Non lo nascondo.

Appena capisce cosa intendo, mi sorride con malizia.

"Liv, no." Sono seria.

Si avvicina a me, i nostri volti sono vicini e le sue mani mi cingono la vita. Sento le sue mani calde a contatto con la mia pelle nuda.

"Posso aiutarti anche in questo." Da voce ai suoi pensieri.

Per quanto io lo desideri, non mi va di dimostrarglielo. Forse le mie motivazioni sono stupide, ma non voglio abbassare la guardia. Non voglio mostrarmi fragile, non voglio che mi scopi una volta per poi sparire.

Mi allontano dalla sua presa e dico: "Quando scarichi le foto puoi mandarmele. Ecco, tieni il mio numero." Strappo un foglietto dal mio taccuino e ci scrivo il mio numero di telefono sopra. Poi, glielo porgo.

Dopo averlo afferrato, sparisce uscendo dalla porta.


Da quando Liv se n'è andata, non riesco a smettere di pensare a quanto appena accaduto.

Mi spoglio dalla maschera, dalla camicia, dalla gonna e dalla catena. Mi è rimasto solo l'intimo, confortevole.

Sono sdraiata sul mio letto, a pancia in su. Ripenso a quando ormai due settimane fa mi sono toccata immaginando lei, a causa di solo pochi sguardi.

Oh, dopo quello successo poco fa, la masturbazione di stasera sarà fenomenale. Passate ore, l'eccitazione non sembra essere svanita. Anzi.

Devo farlo.

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