"E Attilio ha così tanto insistito che la preside non ha potuto che accettare la sua richiesta."
Dante e Simone sono a cena a casa di nonna Virginia. La donna ha iniziato a invitarli sempre più spesso da quando il marito ha iniziato a frequentare un circolo di lettori di classici latini il giovedì sera. Per non sentirsi sola, e per avere qualcuno a cui raccontare le cose successe durante la giornata senza dover aspettare il ritorno del marito, ha pensato che tornare alle abitudini di quando ancora viveva a villa Balestra e passava le serate con suo figlio e suo nipote non fosse tanto male.
"Papà glielo dici tu o glielo dico che ha raccontato la stessa storia già tre volte?"
Simone sta usando un tono della voce basso, non troppo basso da non farsi sentire da sua nonna, anche perché è seduta a un posto di distanza da lui.
"Sorridi e fai sempre di sì con la testa, così penserà che la stai ancora ascoltando."
Entrambi iniziano a fare il movimento appena suggerito da Dante, un modo per prendere in giro Virginia – anche se il racconto l'avevano ascoltato veramente per tre volte, sempre con l'aggiunta di qualche dettaglio in più che era sfuggito alla versione precedente.
"Siete proprio degli screanzati, ve l'ha mai detto nessuno?".
Nonna Virginia sbotta, mettendo su una faccia offesa, mentre padre e figlio scoppiano in una risata.
"Nonna, scusa ma...", Simone è costretto a interrompersi, visto che non riesce a smettere di ridere guardando la faccia imbronciata della donna, "è troppo divertente quando te la prendi per queste cose."
"E comunque la sapevamo già questa novità, visto che tuo marito è praticamente corso in giro per le classi per fare l'annuncio.", aggiunge Dante, con la risata che si affievolisce.
"Va bene, ho capito. Parliamo d'altro allora. Simone, come va a scuola?"
"Bene, nonna. Certo se il professore Lombardi fosse meno str..."
Due occhiate, una preoccupata dal padre e una guardinga da parte di sua nonna, lo convincono che non è il caso di continuare la parola come l'aveva progettata nel suo cervello.
"...aordinariamente preciso, forse avrei un voto più alto in latino; ma cercherò di migliorare.", dice, cercando di rimediare come può a come ha incautamente iniziato la frase.
"Lo sai che Attilio ci tiene che tutti abbiano quello che meritano. Sono sicura che saprà ricompensarti. E con Manuel?", domanda la donna, incapace di trattenere la sua curiosità.
Simone fa un breve cenno con la testa, prima di pronunciare un "Bene", senza aggiungere nessun dettaglio.
"Sai l'altro giorno stavo proprio pensando che, non vivendo più in casa con voi, mi perderò molte cose. Daniele ormai lo conoscevo bene, ma questo Manuel non avrò mai il piacere di sapere chi è. Ah, se ci fosse un modo affinché tu me lo presenti.", dice la donna, usando tutta la teatralità di cui dispone per far intendere che la sua ultima frase presuppone una domanda come risposta.
Domanda che non tarda ad arrivare.
"Mamma, forza, parla. Perché devi sempre creare queste situazioni come se fossimo in un'opera teatrale?"
"Ok, va bene.", si trova a pronunciare, Virginia, sbuffando; "che ne dici se porti Manuel a cena da me giovedì prossimo? Ovviamente tuo padre non è invitato.", conclude, lanciando uno sguardo offeso verso il figlio.
Simone inizia a muoversi sulla sedia, come se all'improvviso sotto di lui ci fossero migliaia di spilli che non gli permettono di tenere la stessa posizione per più di due secondi.
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Love is paranoid
FanfictionSequel della ff "Where you lead, I will follow", in cui i Simuel seguono le orme dei Literati. Sono qui per dare un finale degno a Rory e Jess, attraverso Simone e Manuel.