La strada che Manuel percorre per tornare a casa dall'officina non è molto lunga. Se passa per il piccolo parco del quartiere, ci impiega meno di un quarto d'ora per arrivare all'appartamento che divide con la madre e che è sempre in gran disordine, anche perché non è molto il tempo che i due ci passano all'interno.
Nonostante il breve lasso di spazio, e quindi di tempo, che intercorre tra questi due luoghi, Manuel, spesso, si perde nei suoi pensieri. E ultimamente, i suoi pensieri sono tanti, e urlano all'interno di sé, che neanche la musica che arriva dalle cuffiette dritta nel suo cervello riesce a zittirli per un momento.
Pensa a come è cambiata la sua vita da sei mesi a questa parte: dal suo trasferimento da Anzio a quel quartiere di Roma che, inizialmente, aveva odiato. Amava la sua vita in paese, anche se aveva dovuto superare insulti e occhiatacce dopo il suo coming out; quando stava a casa sua, poteva vivere con più tranquillità, senza la baraonda della vita cittadina, l'attesa infinita dei mezzi – perché la moto che aveva era rimasta nel garage della casa dei nonni al paese e non poteva spostarsi, così, liberamente, ma doveva sottostare al ritardo perenne dei bus. Una cosa che non è cambiata è la presenza della gente che non si fa i fatti propri: pensava che le persone in città, troppo prese dalla propria vita turbolenta, non avevano tempo per pensare anche alla vita degli altri, ma ha subito imparato che, nonostante i mille impegni, il tempo per i gossip lo riescono a trovare lo stesso.
Pensa alla sua vita in quel preciso momento: a come si sente diviso tra scuola e lavoro, anche se la prima non è mai stata una delle sue priorità. La scuola l'ha sempre vissuta come un'imposizione ricevuta dall'alto, dove insegnano cose a cui lui non è interessato, con professori che dovrebbero insegnarti non solo i concetti delle materie, ma dovrebbero prepararti alla vita esterna. Ma, nel suo caso, i professori erano molto bravi a umiliarlo, ricordandogli quanto la vita scolastica non facesse per lui – tranne per italiano e filosofia, anche se, dopo il trasferimento, il suo nuovo professore, nonché padre del suo ragazzo, cercava in tutti i modi di metterlo in difficoltà. Forse è per questo che da quando Gipsi gli ha offerto il lavoro in officina e lui ha ricominciato a mettere mano nei motori, a studiarne i malfunzionamenti e trovarne la soluzione, il suo impegno scolastico, già basso, si era ridotto. Anzi, alcune mattine, fingeva di andare a scuola, ma poi si rintanava nella rimessa; Gipsi lo guardava sconsolato, spesso lo aveva ripreso perché per lui l'istruzione doveva essere al primo posto, ma Manuel si richiudeva in se stesso e l'uomo non poteva far altro che accoglierlo – almeno era al sicuro e non andava in giro a fare chissà cosa.
Pensa al suo rapporto con Anita, l'unica certezza che ha sempre avuto nella sua vita piena di incertezze. Pensa a quando era bambino e vedeva quanta fatica faceva per riuscire a stare sveglia vicino a lui a raccontargli una storia, dopo che era tornata da un doppio turno al negozio di alimentari in cui lavorava; a quando lui frequentava le medie e la vedeva con gli occhi cerchiati di nero per il troppo tempo passato davanti al computer a fare delle traduzioni per cui veniva pagata meno di quello che le spettava; pensa ai primi anni di liceo nel loro paesino, con lui che stava sempre meno a casa e lei che impazziva per capire dove si trovasse – anche se poi, alla fine, lo beccava sempre, visto che la gente non sapeva stare zitta. Il punto più basso del loro rapporto corrisponde, in qualche modo, anche al loro punto più alto: ricorda bene quanto odio le buttava addosso perché lui non riusciva ad accettare di provare attrazione fisica per un ragazzo della sua classe; dava a lei la colpa di averlo fatto in quella maniera sbagliata; non sa neanche dove la madre trovasse la forza per stargli accanto nonostante tutto quello che le diceva; ma la sua presenza costante, le chiacchierate quando riusciva a ragionare lucidamente, le passeggiate al mare che facevano per stare lontani dalla gente, gli erano serviti per capire che la madre lo avrebbe amato, nonostante tutto. Poi l'aveva quasi costretta a scappare via dal loro paese quando aveva cominciato a spacciare; ufficialmente non l'aveva mai scoperto – anche se, spesso, gli faceva troppe domande sulle persone che giravano vicino al garage; e i suoi sospetti l'avevano portata a decidere che sarebbe stato meglio allontanarlo da quell'ambiente tossico; anche se era stata una decisione che aveva preso da sola, Manuel sapeva che l'aveva fatto per lui.
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Love is paranoid
أدب الهواةSequel della ff "Where you lead, I will follow", in cui i Simuel seguono le orme dei Literati. Sono qui per dare un finale degno a Rory e Jess, attraverso Simone e Manuel.