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Nel pomeriggio si riunirono nell'ufficio del commissario, una stanza appena più grande di uno sgabuzzino per le scope, per mettere a fattor comune gli elementi base sui quali costruire un’indagine. il Seduto alla scrivania del commissario Andreozzi c'era magistrato a cui avevano rifilato la responsabilità del caso. Sonia era la prima volta che lo vedeva, ma il capo lo trattava con i guanti. 

“Allora dottor Benedetti, questo è ciò che abbiamo. Stefania Rogai, diciotto anni fatti da poco, quinto anno di ragioneria, Il padre è un avvocato, si occupa di infortunistica stradale, la madre insegnava alle elementari fino allo scorso anno, ora è in pensione. Famiglia normale, tutti incensurati. Un fidanzato coetaneo e compagno di classe, Fabrizio Neri, tre anni che stanno insieme, lo stiamo cercando, dopo la scuola non è tornato a casa. Ha il cellulare spento. La vittima è, o meglio dovrei dire era, conosciuta come una brava ragazza, non ci risultano pettegolezzi, per intenderci. L'hanno ammazzata con un coltello da pane, di quelli con la sega, rinvenuto accanto al cadavere e ora, come altri reperti, all'esame della scientifica per rilevare eventuali impronte. Il medico legale dice che potrebbe essere successo nella sera di sabato ma per questo aspettiamo conferme. Sul corpo ci sono evidenti segni di tortura, tagli, lividi, graffi. Per ora non sappiamo di eventuali abusi sessuali. Era legata alla trave centrale della taverna, le mani in alto e le gambe bloccate dal nastro adesivo, quello da pacchi. E' stata però ritrovata a terra. Quindi è stata spostata dopo essere stata ammazzata. Casa in ordine, assenza di effrazioni, non sembra mancare nulla di valore. Nessun disordine da furto occasionale. I genitori erano fuori per il weekend e sono tornati ieri sera tardi. Erano stanchi e se ne sono andati a letto subito. Avevano visto che la figlia non era in camera ma capitava spesso che tornasse tardi. A volte da amici, a volte a ballare. Stamattina l'hanno trovata in taverna”.

Mentre riassumeva la situazione, aveva mostrato le fotografie scattate nella mattinata e in seguito scaricate sul computer dell’ufficio. Sonia ne ammirava il metodo. Sembrava essersi preparato il discorso, sottolineava i passaggi con le foto appropriate e lasciava qualche secondo tra una frase e l'altra, come per dare a chi lo stava ascoltando il tempo per metabolizzare l'informazione. Era bravo lo stronzo. Stronzo ma bravo. 

“Dobbiamo ovviamente raccogliere informazioni approfondite, per ora stiamo commentando solo notizie preliminari. Se lei è d'accordo, passerei al setaccio i compagni di classe, ovviamente il fidanzato appena lo troviamo. Se mi mette un paio di firme passo anche la richiesta per acquisire i tabulati telefonici delle utenze casalinghe e del cellulare della ragazza. Per le intercettazioni eventuali attendiamo ovviamente di avere qualche indiziato”.

A Sonia non sfuggì né l'accenno al fidanzato per ora scomparso, né quello sulle intercettazioni. Il magistrato, silenzioso, annuì vistosamente apprezzando evidentemente tanto rispetto delle tasche del contribuente. Lo stronzo evidentemente conosceva bene il magistrato e se lo stava lavorando per avere mano libera. Dopo le solite raccomandazioni sui rapporti con la stampa, non rilasciate dichiarazioni, no comment, stiamo seguendo diverse piste e contiamo di assicurare alla giustizia i colpevoli di questo efferato delitto, la riunione fu sciolta e ognuno se ne andò con la sua lista delle cose da fare. 

Sonia e le veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora