XVII; 𝐑𝐮𝐦

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Alastor ancora doveva tornare; era quasi mattino e aveva smesso di piovere da un bel pezzo. Non aveva chiuso occhio, il che era difficile per lui siccome c'era un vampiro addormentato nella stanza.
Forse avrebbe dovuto alzarsi dal letto e andare a prendere quell'arma.
Sapeva anche che i vampiri avessero l'udito molto sviluppato; se si fosse alzato, l'altro avrebbe colto l'occasione di salvargli addosso per succhiargli il sangue via dal collo.
Dannazione, era una situazione così difficile.
Avrebbe potuto lasciare che il sole del mattino filtrava nella camera lo bruciasse vivo e lui nel frattempo si sarebbe allontanato dalla stanza, cercando Alasto in lungo e in largo.
Avrebbe raccolto tutte le cose e sarebbe fuggito via, avrebbe messo un mobile dietro la porta della stanza per non farlo scappare già al riparo mentre i raggi del sole lo avrebbero corroso vivo da fuori.

Fece per spostarsi, ma sgranó gli occhi quando sentí l'altro muoversi nel letto, fare dei sospiri e aprire lentamente gli occhi. Si stava per svegliare.
Troppo tardi. Era spacciato, stava per morire.
Il cuore gli salì nuovamente in gola, il battito era accelerato quindi si alzò velocemente. Lo fece senza pensarci, allungò delle grosse falcate  verso la porta di legno ma quando arrivò a essa, con la mano sulla maniglia, strinse gli occhi e fece scattare la serratura.
Era ancora vivo ?
Non gli era saltato addosso ?

Non aprì la porta, ma lentamente aprì gli occhi e si girò verso l'uomo. Si era svegliato, gli occhi ocra lo osservavano.
I capelli sparati all'insù, il viso ancora pieno di sonno ma sembrava aver ripreso colore.
Lo guardava confuso. Anthony era altrettanto confuso, di più quando vide yn raggio di sole entrare dalla finestra e riflettersi sull'uomo.

Il suo corpo non stava andando a fuoco, anzi.

《Non mi aggredisci ?》
Sibiló il biondino, rimanendo con la mano sulla maniglia. Era a debita distanza da lui, però era ancora spaventato. In quei casi Alastor non gli aveva detto nulla per ciò che riguardava sul come poteva muoversi. Non era nemmeno addestrato bene sulla lotta corpo a corpo.
Se perdeva contro un essere umano come Alastor,  non osava immaginare cosa sarebbe successo se avesse combattuto contro un vampiro.

《Che cazzo. Mi sono appena svegliato. E poi mi hai salvato la vita, perché devo aggredirti ?》
Ringhió,  passandosi le dita sugli occhi e parlando a bassa voce, con borbottii e maledizioni contro la luce forte del sole.

《Perché sei un vampiro. I vampiri uccidono le persone?》
Anthony aggrottó  il viso in una espressione confusa. In realtà, sembrava più un essere umano brontolone che un vampiro, però lo aveva visto in azione. Aveva visto i suoi canini e anche i suoi occhi di un colore innaturale, che in quel momento lo stavano guardando confusi e assonnati.

《Fidati che sono più umano di te e di quello stronzo che mi ha infilato il suo pugnale nel fianco.
Dio. Che idioti che siete. Posso avere del rum ?》
Brontoló ancora, spostandosi sul letto e sedendosi sul bordo di esso.

《Hai i canini.
E gli occhi strani. Sei un vampiro.》
Sussurrò Anthony, appoggiando la schiena contro la porta. Il cuore aveva ripreso a battere normalmente,  ma i suoi sensi erano sempre accesi e in allerta nel caso l'altro avesse avuto intenzione di ammazzarlo.

《Sí,  e allora?
E non paragonarmi  più a quei maledetti succhiasangue.
E poi, per pensare questo, a quanto pare il tuo bel maestro non ti ha parlato di ibridi ?》
Fece un mugolio, con la mano appoggiata sul fianco e mettendosi seduto sul bordo del letto. La sua espressione si contrasse in una di dolore.

《Ibridi ?》

《Sí, testa vuota. Siamo nati dall'accoppiamento di un essere umano e un vampiro.
Lo sembriamo, ma non tutti sono degli stronzi. C'è anche chi si nutre di cibo normale, come me. E ora dov'è il mio cazzo di rum ?》

《Stronzo che ti ha infilato il pugnale nello stomaco ?》
Pensó ad alta voce il biondino, pensando alle parole che l'uomo gli aveva detto.

《Cosa ?》
Ribadí quest'ultimo, piegando sul lato la testa con un'evidente espressione confusa.
《Chi è l'uomo in questione ?》
Anthony aveva già una mezza idea; ma aveva bisogno di prove.

《Lo conosci benissimo. Quello che ieri era con te.》
Sbuffó, piegando le braccia contro il petto.
E in quel momento tutti i suoi dubbi si sciolerso. Aveva capito bene. Ecco perché Alastor non c'era al suo risveglio e quella ferita combaciava per l'appunto con la lama del suo pugnale.


















































































































𝐅𝐢𝐧𝐚𝐥 𝐦𝐚𝐬𝐪𝐮𝐞𝐫𝐚𝐝𝐞 (Hazbin hotel )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora