✜ Capitolo 9 ✜

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[9 dicembre 1993]

Il preside osservava i due genitori seduti di fronte a lui. La donna indossava una costosa pelliccia di visone, un cappellino e teneva stretta la sua borsetta di un marchio costoso fino a farsi diventare le dita bianche. L'uomo al suo fianco, vestito con un completo elegante e su misura, aveva un'espressione seria e composta, apparentemente calmo. Ma lo sguardo glaciale nei suoi occhi faceva intuire la sua rabbia, celata soltanto in apparenza. Sembravano entrambi pronti sul piede di guerra, e l'aria all'interno dell'ufficio, man mano che i minuti passavano, non faceva che diventare sempre più opprimente e pesante.

“Mi dispiace di avervi convocato con urgenza, ma…”

“Mi dica la cifra e provvederò immediatamente a fare una donazione al suo istituto, oggi stesso.” Parlò l'uomo con rapidità, guardandolo con aria di sufficienza.

Il preside lo guardò con sconcerto e sorpresa. “Non si tratta di fare una donazione ma… Non volete sapere nemmeno che cosa ha fatto?” Chiese, con tono il più possibile garbato e cortese, mentre si tamponò la fronte imperlata di sudore con un fazzoletto di stoffa.

La donna parlò per la prima volta, con tono risentito e molto seccato. “Qualcosa di grave, suppongo, per averci chiesto un incontro con così poco preavviso.”

Il preside si agitò un po’ sulla propria sedia, non sembrava assolutamente preparato ad un atteggiamento del genere. “Vostro figlio ha picchiato tre ragazzi di un'altra classe nel bagno. I tre sostengono che Yoon li abbia aggrediti senza motivo. Uno di loro ha il naso rotto. I genitori sono parecchio arrabbiati e hanno chiesto una punizione esemplare, oltre a voler denunciare l'accaduto…”

***

Nel frattempo, nel corridoio al piano inferiore, Yoon era seduto a braccia conserte e con l'aria tranquilla, non sembrava preoccupato per quella convocazione improvvisa, certo di essere nel giusto. Nonostante questo, alle domande del preside sul perché di quella aggressione ai tre, si era rifiutato di rispondere. Non aveva detto nulla e aveva le sue ragioni per agire in quel modo. Così aspettava davanti l'ufficio della segreteria, in attesa che gli dicessero di raggiungere i genitori al piano superiore, nell'ufficio del preside.

***

“Dica ai genitori che sono disposto a pagare le cure mediche necessarie, oltre a dare loro un risarcimento dei danni. Dica loro che saprò essere molto generoso, a patto che ritirino la denuncia in modo da non rovinare la reputazione di mio figlio e, di conseguenza, la mia.” Sibilò l'uomo, dando un'occhiata al proprio costoso orologio da polso, come se avesse fretta.

“Parlerò con i genitori dei ragazzi, il punto è che Yoon si è rifiutato di spiegarmi perché…” Il preside stava per continuare a parlare, quando la porta del suo ufficio venne spalancata bruscamente.

“Signor preside, mi scusi, lo studente si è messo a correre per entrare e non sono proprio riuscita a fermarlo.”

Una delle docenti stava proprio dietro la figura del giovane che aveva spalancato la porta.

“Mi scusi, signor Preside, per non avere bussato. Ho molta urgenza di parlarle. Mi chiamo Hosok e…”

“Avremo un colloquio tra qualche minuto, ragazzo. Devo finire di parlare con i signori.”

“Ma è proprio per questo che sono qui. Sono un compagno di classe di Yoon, e posso testimoniare il perché abbia aggredito i nostri compagni. Lo ha fatto per un ragionevole motivo.”

L'uomo e la donna si voltarono immediatamente verso di lui. I loro sguardi lo fecero sentire stranamente a disagio, ma continuò a spiegare velocemente l'accaduto.

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